Vita di città
Lettera Aperta di Francesco Iuspa, un ragazzo di Cerignola che va oltre ogni stereotipo e pregiudizio
Il suo messaggio arriva forte, richiamando l'attenzione sulla condizione dei disabili
Cerignola - venerdì 8 luglio 2022
15.28
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Francesco Iuspa, un ragazzo di Cerignola che ha tanto da dire ai suoi coetanei e a tutti. E' un messaggio di speranza che ognuno di noi dovrebbe leggere, rileggere e sul quale siamo chiamati a riflettere, per cambiare idee e pregiudizi che, purtroppo, ancora ci attanagliano. Grazie Francesco, di cuore, per la tua bella testimonianza.
"Mi chiamo Francesco, Kekko per gli amici e per la mia famiglia. Ma da coloro che non mi conoscono, spesso sono identificato con una sola parola: disabile. È proprio per andare contro questo stereotipo, contro questa generalizzazione tanto superficiale quanto ingiusta, che ho deciso di scrivere questa lettera aperta e di inviarla a quanti più mezzi di divulgazione possibili. Faccio un passo indietro e torno alla mia famiglia.
A quella mia famiglia che reputo la forza più grande che Dio mi ha donato. Non solo per affrontare le difficoltà con cui sono costretto a confrontarmi ogni giorno, ma anche per alimentare la mia speranza che esiste chi è capace di andare con lo sguardo oltre una sedia a rotelle, oltre i limiti della mancata comunicazione verbale, oltre tutto ciò che appartiene al corpo, per entrare invece in una relazione empatica tra anime.
La mia condizione è la conseguenza di problemi al parto. Quei problemi sono capitati a me (e a tante altre persone), ma sarebbero potuti capitare anche a chi chiede "Ma capisce?" o a chi, al contrario, si ferma a un pietistico "Poverino". Quei problemi sarebbero potuti capitare (e potrebbero capitare ancora) a tutti quelli che chiudono il loro cuore alle relazioni umane e si fermano ad etichettare (e spesso ad attaccare) "il diverso".
A tutti costoro voglio dire: coloro che si trovano nelle mie condizioni hanno un cervello che funziona come il vostro (sebbene a volte sia il vostro che sembra avere qualche problema), hanno dei sentimenti (come sa bene la mia fidanzata Maria, che amo tanto), hanno delle emozioni, siano esse positive (come quelle che mi danno la mia Juve, i miei amici e tutti coloro a cui voglio bene), siano esse emozioni negative (come quelle che mi sono state provocate da tutte le persone che non hanno saputo o voluto capirmi nel corso della mia vita).
Voglio dire grazie a chi mi è a fianco, andando oltre le apparenze e, paradossalmente, voglio dire grazie anche a chi non ha saputo farlo, perché è anche per merito loro che sono diventato più forte. Il sorriso che ho sempre stampato sul mio volto è segno di gioia e di gratitudine verso Dio, il quale ha saputo circondarmi di tanta bellezza.
Le gambe? Bè, mentirei se dicessi che non mi abbandona mai la speranza di riuscire a camminare un giorno, ma ciò che voglio dire a tutti è che si può essere felici qualunque sia la condizione in cui ci troviamo, se si riesce a guardare al di là di ciò che non si ha e ci si focalizza su ciò che invece si possiede.
Il mio augurio più grande è che anche chi a volte mi ha fatto soffrire possa essere felice come lo sono io. Perché se si è felici si ama, e dunque se tutti fossimo felici ameremmo chiunque. Ciò significherebbe la fine della discriminazione, del bullismo, dell'inimicizia e di tutto ciò che rende il mondo un posto peggiore. Dunque amate, siate felici e rendete felici gli altri!"
Francesco Iuspa
"Mi chiamo Francesco, Kekko per gli amici e per la mia famiglia. Ma da coloro che non mi conoscono, spesso sono identificato con una sola parola: disabile. È proprio per andare contro questo stereotipo, contro questa generalizzazione tanto superficiale quanto ingiusta, che ho deciso di scrivere questa lettera aperta e di inviarla a quanti più mezzi di divulgazione possibili. Faccio un passo indietro e torno alla mia famiglia.
A quella mia famiglia che reputo la forza più grande che Dio mi ha donato. Non solo per affrontare le difficoltà con cui sono costretto a confrontarmi ogni giorno, ma anche per alimentare la mia speranza che esiste chi è capace di andare con lo sguardo oltre una sedia a rotelle, oltre i limiti della mancata comunicazione verbale, oltre tutto ciò che appartiene al corpo, per entrare invece in una relazione empatica tra anime.
La mia condizione è la conseguenza di problemi al parto. Quei problemi sono capitati a me (e a tante altre persone), ma sarebbero potuti capitare anche a chi chiede "Ma capisce?" o a chi, al contrario, si ferma a un pietistico "Poverino". Quei problemi sarebbero potuti capitare (e potrebbero capitare ancora) a tutti quelli che chiudono il loro cuore alle relazioni umane e si fermano ad etichettare (e spesso ad attaccare) "il diverso".
A tutti costoro voglio dire: coloro che si trovano nelle mie condizioni hanno un cervello che funziona come il vostro (sebbene a volte sia il vostro che sembra avere qualche problema), hanno dei sentimenti (come sa bene la mia fidanzata Maria, che amo tanto), hanno delle emozioni, siano esse positive (come quelle che mi danno la mia Juve, i miei amici e tutti coloro a cui voglio bene), siano esse emozioni negative (come quelle che mi sono state provocate da tutte le persone che non hanno saputo o voluto capirmi nel corso della mia vita).
Voglio dire grazie a chi mi è a fianco, andando oltre le apparenze e, paradossalmente, voglio dire grazie anche a chi non ha saputo farlo, perché è anche per merito loro che sono diventato più forte. Il sorriso che ho sempre stampato sul mio volto è segno di gioia e di gratitudine verso Dio, il quale ha saputo circondarmi di tanta bellezza.
Le gambe? Bè, mentirei se dicessi che non mi abbandona mai la speranza di riuscire a camminare un giorno, ma ciò che voglio dire a tutti è che si può essere felici qualunque sia la condizione in cui ci troviamo, se si riesce a guardare al di là di ciò che non si ha e ci si focalizza su ciò che invece si possiede.
Il mio augurio più grande è che anche chi a volte mi ha fatto soffrire possa essere felice come lo sono io. Perché se si è felici si ama, e dunque se tutti fossimo felici ameremmo chiunque. Ciò significherebbe la fine della discriminazione, del bullismo, dell'inimicizia e di tutto ciò che rende il mondo un posto peggiore. Dunque amate, siate felici e rendete felici gli altri!"
Francesco Iuspa