Altri sport
Vito Famiglietti di Cerignola, categoria Master Biliardo: "E' il gioco più difficile del mondo”
L’atleta si racconta tra ricordi e obiettivi futuri in vista delle avventure sportive che lo attendono
Cerignola - lunedì 27 novembre 2023
15.16
Più volte, sul nostro portale, abbiamo dato spazio ai traguardi sportivi raggiunti da Vito Famiglietti, atleta di biliardo nella categoria Master, originario di Cerignola. Questa volta lo abbiamo incontrato per scoprire quando è nata e come si è sviluppata la sua passione per il biliardo, una disciplina sportiva riconosciuta dal CONI e promossa dalla Federazione Italiana Sport Biliardo e Bowling – FISBB.
Ne è venuta fuori l'intervista che vi proponiamo, il ritratto di un uomo che gioca a biliardo da 32 anni e che non ha mai smesso di farlo perché "innamorato" di questo sport affascinante e sempre imprevedibile.
Ben trovato, Vito. Quando è nata questa forte passione per il biliardo, ti ricordi quando hai cominciato a giocarci?
"Proverò a ricostruire i miei primi passi nel biliardo. Ricordo di aver cominciato a giocare le prime partire negli anni 1990-1991, all'età di 18 anni. Naturalmente, per farlo, mi recavo nelle salette di Cerignola in cui si giocava, e solitamente non vi erano molti giovani. Un giorno entrai in una sala biliardo in cui ce n'era uno senza buche e qui incontrai un signore, Raffaele Schiavone, il titolare della sala, che è rimasta aperta più o meno sino al 2013.
Insieme a lui ho conosciuto, in quegli stessi anni, un altro "mentore" di questa disciplina, Antonio Pannoli. Sia lui che Raffele Schiavone non ci sono più, ma a loro devo davvero tanto dei miei esordi. Il sig. Pannoli mi ha insegnato alcuni elementi di geometria biliardistica che ho subito applicato e che non ho più dimenticato.
Ho cominciato presto ad appassionarmi al biliardo, e mentre studiavo all'Università ho dedicato la maggior parte del mio tempo libero a questo sport.
Nel 1995, dopo la partecipazione e il positivo piazzamento in alcuni tornei, sono riuscito ad accedere dalla seconda alla prima categoria, in cui giocato fino al 2018.
Nel 1997 ho cominciato a frequentare la zona di Firenze, e qui sono maturato parecchio nella disciplina. Ho avuto la fortuna e l'onore di conoscere un grande giocatore, che all'epoca si trovava nella categoria massima nazionale, Daniele Fossi. A lui devo la conoscenza e applicazione dei tiri più difficili. Un altro mentore speciale che non ringrazierò mai abbastanza.
Sempre nella medesima zona di Firenze ho conosciuto Marcello Lotti, detto lo scuro (interpretò il film con Francesco Nuti, "Io, Chiara e lo Scuro"). Anche lui un grande giocatore appassionato di biliardo che mi ha insegnato tantissimo al riguardo"
Ricordi il primo torneo a cui hai partecipato?
"Ho disputato il primo torneo regionale a Stornarella, arrivando alla prima finale del girone. Ho perso con uno dei più forti giocatori di biliardo dell'epoca, Pietro Procaccino, dipendente comunale di Orta Nova, ormai scomparso"
Quando arrivarono i primi traguardi importanti?
"I primi risultati arrivarono nel 2013, con la vincita di un campionato provinciale a Cerignola. Sino al 2018 ho sempre fatto le prove per accedere ai Campionati italiani. Molte volte mi sono qualificato, addirittura sono riuscito ad entrare nel tabellone di gara dei Nazionali. Nel 2018 ho vinto prima il Campionato provinciale, poi sono arrivato primo nelle FIBIS Challenge della Puglia, e nei primi 20 atleti d'Italia. Così ho acquisito il titolo di "Master" per i meriti sportivi che negli anni avevo accumulato"
Quali sono le prospettive del biliardo nel nostro territorio, secondo te?
"Ho ricoperto per parecchi anni la carica di Consigliere Regionale della Federazione, attualmente venuta meno a causa della fusione delle due federazioni. Sono coordinatore regionale della zona nord della Puglia e istruttore federale. Il biliardo in Puglia si sta diffondendo parecchio, grazie anche ad alcuni progetti presentati nelle scuole. Alcuni ragazzi, dopo aver frequentato un corso di biliardo a scuola, hanno partecipato ai Campionati italiani studenteschi, mentre io stesso ho preparato dei ragazzi per i Campionati nazionali. Un gran bel traguardo per me, che amo questo sport e mi impegno da sempre per la sua promozione e diffusione tra i più giovani"
In base alla tua esperienza, quali sono le doti che un buon giocatore di biliardo dovrebbe possedere?
"Io credo che il biliardo sia il gioco più difficile del mondo, anche più complicato degli scacchi. Il motivo è più di uno: innanzitutto occorre la tecnica, ma questa non basta a diventare un bravo giocatore. L'aspetto psicologico è fondamentale: ci vuole calma, ragionamento, lucidità mentale, concentrazione. Non è un caso che sia prevista, per ogni atleta, la presenza di un mental coach e di un preparatore fisico, perché comunque ci vuole un minimo di preparazione anche fisica per tirare i colpi con forza e decisione"
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
"Vorrei entrare nella categoria successiva, quella Nazionale. Naturalmente in questo, come in tutti gli sport, non si finisce mai di imparare e migliorarsi"
C'è un episodio che ti è rimasto impresso e che vorresti raccontarci?
"Sì, ed è un episodio che serve a capire molto di me e della passione per il biliardo. I miei due mentori Marcello Lotti e Daniele Fossi, vedendomi giocare, coniarono per me il soprannome di "Diamante Grezzo". Il motivo di questo soprannome mi fu da loro spiegato: siccome ero molto bravo a giocare mi attribuirono il nome di diamante, ma a causa del mio carattere poco riflessivo ed irruente, secondo loro ero ancora "grezzo", ossia da raffinare. Questo soprannome è il ricordo più bello che conservo nel mio cuore. Ho inciso "Diamante Grezzo" sulla mia stecca personale"
In cosa devi migliorare ancora, secondo te?
"Devo migliorare perché sono ansioso, poco riflessivo. Ma il biliardo non concede distrazioni e non perdona alcun errore dovuto alla scarsa concentrazione. Quindi dovrò lavorare ancora molto sul mio carattere impulsivo"
Quali sono le soddisfazioni che questa disciplina ti sta offrendo?
"Spero di poter continuare ad insegnare biliardo ai più giovani, inculcandogli l'amore per questo sport, e mi auguro che anche a Cerignola capiscano che è una disciplina sportiva completa a tutti gli effetti e diano la possibilità agli studenti di provarla e di appassionarsi ad essa"
Per Vito Famiglietti si spalancano le porte delle finali di Saint Vincent, per il 43° Gran Premio di Goriziana, la gara più attesa per gli amanti del "tavolo verde". Vi aggiorneremo sui risultati. Questo atleta è un treno in corsa che non ha assolutamente intenzione di fermarsi.
Ne è venuta fuori l'intervista che vi proponiamo, il ritratto di un uomo che gioca a biliardo da 32 anni e che non ha mai smesso di farlo perché "innamorato" di questo sport affascinante e sempre imprevedibile.
Ben trovato, Vito. Quando è nata questa forte passione per il biliardo, ti ricordi quando hai cominciato a giocarci?
"Proverò a ricostruire i miei primi passi nel biliardo. Ricordo di aver cominciato a giocare le prime partire negli anni 1990-1991, all'età di 18 anni. Naturalmente, per farlo, mi recavo nelle salette di Cerignola in cui si giocava, e solitamente non vi erano molti giovani. Un giorno entrai in una sala biliardo in cui ce n'era uno senza buche e qui incontrai un signore, Raffaele Schiavone, il titolare della sala, che è rimasta aperta più o meno sino al 2013.
Insieme a lui ho conosciuto, in quegli stessi anni, un altro "mentore" di questa disciplina, Antonio Pannoli. Sia lui che Raffele Schiavone non ci sono più, ma a loro devo davvero tanto dei miei esordi. Il sig. Pannoli mi ha insegnato alcuni elementi di geometria biliardistica che ho subito applicato e che non ho più dimenticato.
Ho cominciato presto ad appassionarmi al biliardo, e mentre studiavo all'Università ho dedicato la maggior parte del mio tempo libero a questo sport.
Nel 1995, dopo la partecipazione e il positivo piazzamento in alcuni tornei, sono riuscito ad accedere dalla seconda alla prima categoria, in cui giocato fino al 2018.
Nel 1997 ho cominciato a frequentare la zona di Firenze, e qui sono maturato parecchio nella disciplina. Ho avuto la fortuna e l'onore di conoscere un grande giocatore, che all'epoca si trovava nella categoria massima nazionale, Daniele Fossi. A lui devo la conoscenza e applicazione dei tiri più difficili. Un altro mentore speciale che non ringrazierò mai abbastanza.
Sempre nella medesima zona di Firenze ho conosciuto Marcello Lotti, detto lo scuro (interpretò il film con Francesco Nuti, "Io, Chiara e lo Scuro"). Anche lui un grande giocatore appassionato di biliardo che mi ha insegnato tantissimo al riguardo"
Ricordi il primo torneo a cui hai partecipato?
"Ho disputato il primo torneo regionale a Stornarella, arrivando alla prima finale del girone. Ho perso con uno dei più forti giocatori di biliardo dell'epoca, Pietro Procaccino, dipendente comunale di Orta Nova, ormai scomparso"
Quando arrivarono i primi traguardi importanti?
"I primi risultati arrivarono nel 2013, con la vincita di un campionato provinciale a Cerignola. Sino al 2018 ho sempre fatto le prove per accedere ai Campionati italiani. Molte volte mi sono qualificato, addirittura sono riuscito ad entrare nel tabellone di gara dei Nazionali. Nel 2018 ho vinto prima il Campionato provinciale, poi sono arrivato primo nelle FIBIS Challenge della Puglia, e nei primi 20 atleti d'Italia. Così ho acquisito il titolo di "Master" per i meriti sportivi che negli anni avevo accumulato"
Quali sono le prospettive del biliardo nel nostro territorio, secondo te?
"Ho ricoperto per parecchi anni la carica di Consigliere Regionale della Federazione, attualmente venuta meno a causa della fusione delle due federazioni. Sono coordinatore regionale della zona nord della Puglia e istruttore federale. Il biliardo in Puglia si sta diffondendo parecchio, grazie anche ad alcuni progetti presentati nelle scuole. Alcuni ragazzi, dopo aver frequentato un corso di biliardo a scuola, hanno partecipato ai Campionati italiani studenteschi, mentre io stesso ho preparato dei ragazzi per i Campionati nazionali. Un gran bel traguardo per me, che amo questo sport e mi impegno da sempre per la sua promozione e diffusione tra i più giovani"
In base alla tua esperienza, quali sono le doti che un buon giocatore di biliardo dovrebbe possedere?
"Io credo che il biliardo sia il gioco più difficile del mondo, anche più complicato degli scacchi. Il motivo è più di uno: innanzitutto occorre la tecnica, ma questa non basta a diventare un bravo giocatore. L'aspetto psicologico è fondamentale: ci vuole calma, ragionamento, lucidità mentale, concentrazione. Non è un caso che sia prevista, per ogni atleta, la presenza di un mental coach e di un preparatore fisico, perché comunque ci vuole un minimo di preparazione anche fisica per tirare i colpi con forza e decisione"
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
"Vorrei entrare nella categoria successiva, quella Nazionale. Naturalmente in questo, come in tutti gli sport, non si finisce mai di imparare e migliorarsi"
C'è un episodio che ti è rimasto impresso e che vorresti raccontarci?
"Sì, ed è un episodio che serve a capire molto di me e della passione per il biliardo. I miei due mentori Marcello Lotti e Daniele Fossi, vedendomi giocare, coniarono per me il soprannome di "Diamante Grezzo". Il motivo di questo soprannome mi fu da loro spiegato: siccome ero molto bravo a giocare mi attribuirono il nome di diamante, ma a causa del mio carattere poco riflessivo ed irruente, secondo loro ero ancora "grezzo", ossia da raffinare. Questo soprannome è il ricordo più bello che conservo nel mio cuore. Ho inciso "Diamante Grezzo" sulla mia stecca personale"
In cosa devi migliorare ancora, secondo te?
"Devo migliorare perché sono ansioso, poco riflessivo. Ma il biliardo non concede distrazioni e non perdona alcun errore dovuto alla scarsa concentrazione. Quindi dovrò lavorare ancora molto sul mio carattere impulsivo"
Quali sono le soddisfazioni che questa disciplina ti sta offrendo?
"Spero di poter continuare ad insegnare biliardo ai più giovani, inculcandogli l'amore per questo sport, e mi auguro che anche a Cerignola capiscano che è una disciplina sportiva completa a tutti gli effetti e diano la possibilità agli studenti di provarla e di appassionarsi ad essa"
Per Vito Famiglietti si spalancano le porte delle finali di Saint Vincent, per il 43° Gran Premio di Goriziana, la gara più attesa per gli amanti del "tavolo verde". Vi aggiorneremo sui risultati. Questo atleta è un treno in corsa che non ha assolutamente intenzione di fermarsi.