Basket
Vincenzo Taddeo: dall'Udas alla scudettata Venezia
Tutte le emozioni che alimentano il suo grande sogno
Cerignola - martedì 8 agosto 2017
15.02
"Sogno da sempre di diventare un giocatore ad alti livelli" firmato Vincenzo Taddeo. Alzi la mano chi, tra i tanti, non abbia mai sognato di diventare un giocatore affermato. In questo caso della palla a spicchi. Passione, sacrificio, lavoro e determinazione sono il mix funzionale per poter raggiungere un traguardo così importante che può donarti gioie e soddisfazioni, quelle che Vincenzo Taddeo sta cominciando ad apprezzare. Debutto in seria A ed EuroCup, scudetto con la maglia della Reyer Venezia. Tutto in un anno. Tutto come un meraviglioso film. "Il basket che si respira a Venezia è davvero affascinante e caratteristico - dichiara Vincenzo in esclusiva - Basta entrare nel pala Telercio per capirlo immediatamente. E poi ho avuto una squadra fantastica e allenatori eccezionali con i quali mi sono trovato benissimo e che occuperanno sempre un posto speciale nei miei ricordi".
Ma torniamo al passato e riavvolgiamo il nastro. Quando è iniziata la passione per il basket: "All'età di 11 anni, fino ad allora giocavo a calcio e per questo devo ringraziare mia madre che mi ha avvicinato al mondo del basket e il professore Bufo che mi ha avviato al gioco. Il primo esordio è stato con la maglia dell'Udas sotto l'attenta guida dei coach Pasquale Bufo, Giovanni Rubino e Felice Carano". L'Udas per cominciare, guardando le partite dei Los Angeles Lakers dove giocava il suo idolo Bryant. La stoffa del buon giocatore c'è: punti nella mano, testa ben predisposta. Vincenzo Taddeo può davvero puntare in alto. In palestra, sul parquet o nel giardino di casa. Da solo o con i suoi amici. Il ragazzo ha voglia di migliorare. È determinato, la palla a spicchi diventa quasi inseparabile. Nel 2014 arriva la chiamata del Corato con la Nuova Matteotti. Campionati under 15 e under 17 prima di approdare in Sicilia nel 2015 alla Pegaso Ragusa. Due grandi coach e maestri (così come definiti dallo stesso Vincenzo) Giovanni Gebbia e Giorgio Dimartino lo aiutano a crescere cestisticamente e non solo: "Sono state due stagioni favolose coronate con la vittoria dello scudetto under 16 e l'inserimento nel miglior quintetto assoluto del torneo. Un sogno realizzato che porterò per sempre nel mio cuore".
Le prestazioni di Taddeo cominciano a far parlare. L'Umana Reyer Venezia piomba sul ragazzo che non esita e a luglio del 2016 sbarca in laguna. Nuovo team, nuovi compagni ma la stessa grande voglia di imparare e crescere: "Era fine agosto quando sono arrivato a Venezia, accompagnato dai miei genitori - ricorda Vincenzo - Sono stato accolto benissimo, ero entusiasta e pieno di aspettative. Non vedevo l'ora di allenarmi con la mia nuova squadra". 730 km ad "allontanare" Vincenzo dai suoi affetti, amici e abitudini. Quanto è difficile farlo a soli 17 anni? Il ragazzo ci pensa e spiazza un po' tutti: "Dai non è poi così difficile se sei fortemente determinato e motivato a raggiungere i tuoi obiettivi, a inseguire i tuoi sogni e soprattutto se fai ciò che ami. Solo così si riesce a compensare la distanza da chi ami. Inoltre la mia famiglia, mi ha insegnato che le distanze separano i corpi ma non i cuori. Io li ho sempre con me ovunque." Parole al miele, pronunciate con quella saggezza di chi già ne ha viste tante. E invece Taddeo non è ancora maggiorenne a sottolineare (se ancora ce ne fosse bisogno!) quanto tenga al basket "sono sempre affamato di questo sport". Il debutto in A ed in Europa è una logica conseguenza: "Per me già allenarmi al Taliercio con coach Walter De Raffaele e i suoi giocatori era un onore, immaginate poi scendere in campo con la Reyer Venezia. Non potrò mai dimenticare l'emozione che ho provato quel giorno. Era il 5 febbraio, sul parquet della Dolomiti Energia Trento. In Europa, invece erano le Final Four in Spagna a Tenerife. Un sogno coronato con il debutto contro il Monaco il 30 aprile nella finale per il terzo e quarto posto, mamma mia. Uno scenario da favola, un pubblico calorosissimo, emozioni indimenticabili". E non è finita qua: il 21 giugno arrivano le emozioni con la E maiuscola. Quelle che solo la vittoria dello scudetto (contro Trento, in gara 6 ndr) ti sa suscitare:"È stato fantastico e indescrivibile. Ti ripaga di tutto in un istante, colmando distanze, dolori, fatiche e sacrifici. Ti sembra di volare e di toccare il cielo con un dito anzi con un tiro".
Maturità e consapevolezza nei propri mezzi. D'altronde vivere tutte queste esperienze a soli 17 anni ti aiuta a crescere, offrendoti la giusta carica per non accontentarti. Ed ecco allora che già incombe la nuova stagione: "Sono sicuro che darò sempre il massimo per crescere e migliorare. Vi ho detto che sono determinato anzi ostinato a fare sempre meglio".
Il futuro lo aspetta ma uno sguardo al passato non manca: "Saluto tutti con affetto e ringrazio chi ha creduto e crede in me. I miei coach, gli udassini, i miei compagni e amici. Ora ci aspetta una serie B difficile in cui bisognerà dare il massimo".
Intanto Taddeo continua ad allenarsi e a martellare il canestro. Il ragazzo si farà, c'è il sogno di una vita da coronare.
Ma torniamo al passato e riavvolgiamo il nastro. Quando è iniziata la passione per il basket: "All'età di 11 anni, fino ad allora giocavo a calcio e per questo devo ringraziare mia madre che mi ha avvicinato al mondo del basket e il professore Bufo che mi ha avviato al gioco. Il primo esordio è stato con la maglia dell'Udas sotto l'attenta guida dei coach Pasquale Bufo, Giovanni Rubino e Felice Carano". L'Udas per cominciare, guardando le partite dei Los Angeles Lakers dove giocava il suo idolo Bryant. La stoffa del buon giocatore c'è: punti nella mano, testa ben predisposta. Vincenzo Taddeo può davvero puntare in alto. In palestra, sul parquet o nel giardino di casa. Da solo o con i suoi amici. Il ragazzo ha voglia di migliorare. È determinato, la palla a spicchi diventa quasi inseparabile. Nel 2014 arriva la chiamata del Corato con la Nuova Matteotti. Campionati under 15 e under 17 prima di approdare in Sicilia nel 2015 alla Pegaso Ragusa. Due grandi coach e maestri (così come definiti dallo stesso Vincenzo) Giovanni Gebbia e Giorgio Dimartino lo aiutano a crescere cestisticamente e non solo: "Sono state due stagioni favolose coronate con la vittoria dello scudetto under 16 e l'inserimento nel miglior quintetto assoluto del torneo. Un sogno realizzato che porterò per sempre nel mio cuore".
Le prestazioni di Taddeo cominciano a far parlare. L'Umana Reyer Venezia piomba sul ragazzo che non esita e a luglio del 2016 sbarca in laguna. Nuovo team, nuovi compagni ma la stessa grande voglia di imparare e crescere: "Era fine agosto quando sono arrivato a Venezia, accompagnato dai miei genitori - ricorda Vincenzo - Sono stato accolto benissimo, ero entusiasta e pieno di aspettative. Non vedevo l'ora di allenarmi con la mia nuova squadra". 730 km ad "allontanare" Vincenzo dai suoi affetti, amici e abitudini. Quanto è difficile farlo a soli 17 anni? Il ragazzo ci pensa e spiazza un po' tutti: "Dai non è poi così difficile se sei fortemente determinato e motivato a raggiungere i tuoi obiettivi, a inseguire i tuoi sogni e soprattutto se fai ciò che ami. Solo così si riesce a compensare la distanza da chi ami. Inoltre la mia famiglia, mi ha insegnato che le distanze separano i corpi ma non i cuori. Io li ho sempre con me ovunque." Parole al miele, pronunciate con quella saggezza di chi già ne ha viste tante. E invece Taddeo non è ancora maggiorenne a sottolineare (se ancora ce ne fosse bisogno!) quanto tenga al basket "sono sempre affamato di questo sport". Il debutto in A ed in Europa è una logica conseguenza: "Per me già allenarmi al Taliercio con coach Walter De Raffaele e i suoi giocatori era un onore, immaginate poi scendere in campo con la Reyer Venezia. Non potrò mai dimenticare l'emozione che ho provato quel giorno. Era il 5 febbraio, sul parquet della Dolomiti Energia Trento. In Europa, invece erano le Final Four in Spagna a Tenerife. Un sogno coronato con il debutto contro il Monaco il 30 aprile nella finale per il terzo e quarto posto, mamma mia. Uno scenario da favola, un pubblico calorosissimo, emozioni indimenticabili". E non è finita qua: il 21 giugno arrivano le emozioni con la E maiuscola. Quelle che solo la vittoria dello scudetto (contro Trento, in gara 6 ndr) ti sa suscitare:"È stato fantastico e indescrivibile. Ti ripaga di tutto in un istante, colmando distanze, dolori, fatiche e sacrifici. Ti sembra di volare e di toccare il cielo con un dito anzi con un tiro".
Maturità e consapevolezza nei propri mezzi. D'altronde vivere tutte queste esperienze a soli 17 anni ti aiuta a crescere, offrendoti la giusta carica per non accontentarti. Ed ecco allora che già incombe la nuova stagione: "Sono sicuro che darò sempre il massimo per crescere e migliorare. Vi ho detto che sono determinato anzi ostinato a fare sempre meglio".
Il futuro lo aspetta ma uno sguardo al passato non manca: "Saluto tutti con affetto e ringrazio chi ha creduto e crede in me. I miei coach, gli udassini, i miei compagni e amici. Ora ci aspetta una serie B difficile in cui bisognerà dare il massimo".
Intanto Taddeo continua ad allenarsi e a martellare il canestro. Il ragazzo si farà, c'è il sogno di una vita da coronare.