Calcio
#RoadToGravina: la carica di Matteo Colangione
A tu per tu con il difensore giallolblù, alla vigilia della finale: “Vogliamo continuare a scrivere nuove storie”.
Cerignola - mercoledì 17 febbraio 2016
15.27
Concentrazione, passione, professionalità e quella voglia di lottare e vincere, sempre. E' l'identikit perfetto di Matteo Colangione, classe '87, difensore educatamente "tosto" dell'Audace Cerignola. Abbiamo incontrato Matteo alla vigilia dell'attesissima finale di Coppa Italia contro il Fasano. In realtà abbiamo deciso d'intervistarlo già da qualche giorno, lui che di finali con la maglia dell'Audace ne ha vissute tante. La sua risposta? "Ci risentiamo solo dopo la partita di Canosa". Esempio lampante della professionalità che ha da sempre contraddistinto il muro gialloblù. Leader "silenzioso", mai una parola fuori posto, una sicurezza per tutti i compagni di squadra. Quella sicurezza che domani dovrà trasmettere ad un reparto difensivo orfano di Ciano, per cercare di cambiare la storia delle finali gialloblù e cancellare le amarezze passate in un sol colpo, in un sol pomeriggio. Scaramantico e carismatico, è difficile che s'infiammi (la tranquillità e la lucidità prima di tutto) anche alla vigilia di partite calde come quella di Gravina ma poi, dopo i novanta minuti, chissà… "meglio non pensarci".
Matteo, come vi state preparando per questa finale?
Con molta concentrazione e attenzione. Essendo una finale, è normale che il livello di attenzione deve essere al massimo e deve essere una concentrazione positiva senza patemi d'animo per farci trovare pronti domani.
Che aria si respira nello spogliatoio?
C'è aria d'entusiasmo, la stessa che stiamo respirando già da due stagioni. Un'aria positiva senza ombre. Questo grazie alla tranquillità e alla forza che ci da la società, la quale non ci fa mancare niente e ci fa restare concentrati solo su ciò che bisogna fare in campo.
Quanto aspettate questa partita?
Se ti dicessi che la stiamo aspettando da pochi giorni sarei un bugiardo perché il pensiero alla finale c'è già da un po' di tempo ma in campionato abbiamo dimostrato che, siamo rimasti concentrati dando sempre il massimo e facendo risultato. Non era facile visto che in città non si fa altro che parlare di questa partita. Credo che questi momenti ci fanno crescere a livello mentale, quindi ben vengano.
In una partita come quella di domani, le emozioni possono sopraffare gli schemi e le tattiche?
Le emozioni fanno parte del calcio, senza di quelle è inutile iniziare a giocare. Noi però dobbiamo essere bravi a rimanere concentrati su ciò che bisogna fare sul campo.
Hai vissuto tante finali con la maglia dell'Audace. Per questa che sensazioni hai?
Di tutte le finali che ho vissuto questa è la più particolare perché andiamo ad incontrare una squadra da sempre rivale come il Fasano. Le sensazioni bisogna averle sempre positive per preparare la partita nella maniera giusta, affrontandola con tanta voglia di sacrificarsi.
Il ricordo più bello, nonostante il risultato, che ti porti dietro delle precedenti finali?
Il ricordo più bello delle finali precedenti non può che essere lo spettacolo dei nostri tifosi a Rieti. Nonostante tutta la situazione che si viveva a livello societario, c'erano 1500 tifosi in una trasferta abbastanza lunga. Uscire dal tunnel e vederli li è stato qualcosa di emozionante e sono sicuro che la gente di Cerignola ci regalerà tanti momenti come questi e anche migliori a partire da domani.
Fatta eccezione per la finale di Coppa Puglia vinta lo scorso anno, l'Audace di finali importanti ne ha perse. Voi del blocco storico, sentite il peso della storia?
La storia passata è andata, non ci pensiamo perché rispetto al passato è cambiata la mentalità di fare le cose. Stiamo scrivendo una nuova storia e vogliamo continuare a farlo.
Per i tifosi la partita è sentitissima. Voi avvertite una certa pressione?
Essendo tutti di Cerignola e vivendo quotidianamente la città capiamo benissimo lo stato d'animo dei tifosi. Noi, più che una pressione avvertiamo una spinta per fare bene, la definirei una pressione positiva. Per me il calcio è questo, le piazze più belle sono quelle che ti mettono pressione perché vorrà dire che stai lottando per qualcosa di importante.
Come si vincono queste partite?
Non c'è una formula magica. Serve tanto sacrificio, tanta concentrazione e tanto cuore da parte di tutti. Cercheremo in tutti i modi di tirar fuori questi elementi indispensabili per affrontare la finale.
Un tuo pronostico?
Passerei alla domanda successiva (ride ndr)
Uno tuo slogan, una frase, per avvicinarci a Gravina?
Più che uno slogan vorrei lanciare un invito ai tifosi e alla gente di Cerignola: venite a darci una mano perché è vero che noi indossiamo fisicamente la maglia ma è come se la indossasse qualsiasi cittadino di Cerignola nelle cui vene scorre il sangue gialloblù.
Invito chiaro, da vero leader.
Matteo, come vi state preparando per questa finale?
Con molta concentrazione e attenzione. Essendo una finale, è normale che il livello di attenzione deve essere al massimo e deve essere una concentrazione positiva senza patemi d'animo per farci trovare pronti domani.
Che aria si respira nello spogliatoio?
C'è aria d'entusiasmo, la stessa che stiamo respirando già da due stagioni. Un'aria positiva senza ombre. Questo grazie alla tranquillità e alla forza che ci da la società, la quale non ci fa mancare niente e ci fa restare concentrati solo su ciò che bisogna fare in campo.
Quanto aspettate questa partita?
Se ti dicessi che la stiamo aspettando da pochi giorni sarei un bugiardo perché il pensiero alla finale c'è già da un po' di tempo ma in campionato abbiamo dimostrato che, siamo rimasti concentrati dando sempre il massimo e facendo risultato. Non era facile visto che in città non si fa altro che parlare di questa partita. Credo che questi momenti ci fanno crescere a livello mentale, quindi ben vengano.
In una partita come quella di domani, le emozioni possono sopraffare gli schemi e le tattiche?
Le emozioni fanno parte del calcio, senza di quelle è inutile iniziare a giocare. Noi però dobbiamo essere bravi a rimanere concentrati su ciò che bisogna fare sul campo.
Hai vissuto tante finali con la maglia dell'Audace. Per questa che sensazioni hai?
Di tutte le finali che ho vissuto questa è la più particolare perché andiamo ad incontrare una squadra da sempre rivale come il Fasano. Le sensazioni bisogna averle sempre positive per preparare la partita nella maniera giusta, affrontandola con tanta voglia di sacrificarsi.
Il ricordo più bello, nonostante il risultato, che ti porti dietro delle precedenti finali?
Il ricordo più bello delle finali precedenti non può che essere lo spettacolo dei nostri tifosi a Rieti. Nonostante tutta la situazione che si viveva a livello societario, c'erano 1500 tifosi in una trasferta abbastanza lunga. Uscire dal tunnel e vederli li è stato qualcosa di emozionante e sono sicuro che la gente di Cerignola ci regalerà tanti momenti come questi e anche migliori a partire da domani.
Fatta eccezione per la finale di Coppa Puglia vinta lo scorso anno, l'Audace di finali importanti ne ha perse. Voi del blocco storico, sentite il peso della storia?
La storia passata è andata, non ci pensiamo perché rispetto al passato è cambiata la mentalità di fare le cose. Stiamo scrivendo una nuova storia e vogliamo continuare a farlo.
Per i tifosi la partita è sentitissima. Voi avvertite una certa pressione?
Essendo tutti di Cerignola e vivendo quotidianamente la città capiamo benissimo lo stato d'animo dei tifosi. Noi, più che una pressione avvertiamo una spinta per fare bene, la definirei una pressione positiva. Per me il calcio è questo, le piazze più belle sono quelle che ti mettono pressione perché vorrà dire che stai lottando per qualcosa di importante.
Come si vincono queste partite?
Non c'è una formula magica. Serve tanto sacrificio, tanta concentrazione e tanto cuore da parte di tutti. Cercheremo in tutti i modi di tirar fuori questi elementi indispensabili per affrontare la finale.
Un tuo pronostico?
Passerei alla domanda successiva (ride ndr)
Uno tuo slogan, una frase, per avvicinarci a Gravina?
Più che uno slogan vorrei lanciare un invito ai tifosi e alla gente di Cerignola: venite a darci una mano perché è vero che noi indossiamo fisicamente la maglia ma è come se la indossasse qualsiasi cittadino di Cerignola nelle cui vene scorre il sangue gialloblù.
Invito chiaro, da vero leader.