Calcio
#RoadToGravina: l’attesa di Paolo, Vittorio e Matteo
Gli storici magazzinieri gialloblu aspettano la finale: “Bisogna solo vincere o rischiamo di restare a Gravina”
Cerignola - martedì 16 febbraio 2016
14.32
Ancora due giorni di speranze, di trepidazioni e di pensieri e poi la tanto attesa finale di Gravina finalmente si giocherà. Dopo aver incontrato gli ultras 1984 è il momento dei magazzinieri storici dell'Audace: Vittorio Conte, Paolo Sciusco e Matteo Sciusco. Per lo sport locale e, per i colori dell'Audace soprattutto, sono una specie d'istituzione.
Vivono l'Audace quotidianamente, respirano l'aria dello spogliatoio, giocano e scherzano con i giocatori. Al nostro arrivo, ci accolgono con il sorriso nella propria stanza di competenza. Più che una "vera" intervista è una chiacchierata, tra aneddoti, ricordi e quell'imminente presente targato Gravina: "Stiamo aspettando questa finale giorno per giorno – esordiscono i tre magazzinieri - Noi poi, essendo qui da tanti anni, abbiamo già vissuto le "guerre sportive" contro il Fasano. Per questo non vediamo l'ora che arrivi il giorno 18. Avvertiamo tanto entusiasmo, siamo pronti". Come la squadra, come l'intera città, anche i magazzinieri sono intrepidi: "Non potrebbe essere diversamente. Questa finale va al di là della categoria. Il sol fatto di dover affrontare il Fasano ha portato una città intera in fermento". Messaggio chiaro, le sensazioni per Garvina sono positive: "Ci temono anche perché di sicuro invaderemo Gravina", loro che di finali ne hanno vissute tante, assaporando anche il gusto amaro della sconfitta: "E' vero. Abbiamo perso tante finali importanti: da Bitonto a Rieti per finire contro la Cavese – continuano - Adesso vogliamo dire basta, bisogna solo vincere. Anche perché se così non fosse, rischiamo di restare a Gravina (ridono ndr)". E' solo una battuta, ovvio, che ben riesce però a sottolineare (se ancora ce ne fosse bisogno) l'importanza della partita.
Ma proviamo ad accantonare per un attimo il pensiero "Gravina". Com'è lavorare per una squadra imbattibile? "C'è sempre grande entusiasmo, stiamo vivendo una grande avventura – confessano i tre - Immaginate per una squadra che non perde una partita nello spogliatoio quanta felicità e armonia ci possa essere". Per loro, l'Audace più che un lavoro è una famiglia. Loro, che insieme alle varie società, presidenti e giocatori hanno contribuito a far la storia dei colori gialloblu. I ricordi fioccano, ci raccontano tanti episodi (velati e non) ma è l'anno della serie D quello che ricordano maggiormente: "L'anno del 1991 per noi è indimenticabile. L'Audace giocava in serie D e ricordiamo che c'era un'autentica corsa al biglietto. I tagliandi si acquistavano dal giovedì e lo stadio era tutte le domeniche stracolmo di gente. Si perdeva poco in quegli anni". Era il lontano 1991, ben 24 anni fa, ma i tre ricordano quella stagione alla perfezione, descrivendoci partite e momenti dettagliatamente, come se fossero successi pochi giorni fa.
Hanno visto transitare nello spogliatoi del Monterisi tantissimi calciatori. Quei giocatori con i quali hanno sempre avuto un rapporto particolare. Con loro ridono, scherzano, improvvisano scenette, fanno foto ed interviste: "Siamo affezionati a tutti i giocatori, anche se abbiamo un debole per Michelangelo Palladino. Una persona davvero squisita. Poi, soprattutto con i ragazzi di oggi, abbiamo un rapporto particolare, possiamo dire di averli cresciuti. Non ci sono parole per descrivere quello che ci lega. Ecco forse, una parola ci sarebbe, sono fantastici". Parole al miele, per la squadra e per la società ovviamente: "La famiglia Grieco ci ha dato grande entusiasmo e mentalità vincente. C'è da dare atto al presidente per essere partito da zero per poi crescere stagione dopo stagione. Ci ha fatto la promessa di portarci in Lega Pro. Noi lo speriamo e, se così fosse, quel giorno lasceremo l'Audace felice e soddisfatti".
Chiusura con una promessa e quel sogno della Lega Pro che aleggia anche nelle menti dei magazzinieri. Prima però c'è Gravina, il Fasano e una finale tutta da vivere, accodandosi al classico "Sempre e solo forza Audace" lanciato da Paolo, Vittorio e Matteo.
Vivono l'Audace quotidianamente, respirano l'aria dello spogliatoio, giocano e scherzano con i giocatori. Al nostro arrivo, ci accolgono con il sorriso nella propria stanza di competenza. Più che una "vera" intervista è una chiacchierata, tra aneddoti, ricordi e quell'imminente presente targato Gravina: "Stiamo aspettando questa finale giorno per giorno – esordiscono i tre magazzinieri - Noi poi, essendo qui da tanti anni, abbiamo già vissuto le "guerre sportive" contro il Fasano. Per questo non vediamo l'ora che arrivi il giorno 18. Avvertiamo tanto entusiasmo, siamo pronti". Come la squadra, come l'intera città, anche i magazzinieri sono intrepidi: "Non potrebbe essere diversamente. Questa finale va al di là della categoria. Il sol fatto di dover affrontare il Fasano ha portato una città intera in fermento". Messaggio chiaro, le sensazioni per Garvina sono positive: "Ci temono anche perché di sicuro invaderemo Gravina", loro che di finali ne hanno vissute tante, assaporando anche il gusto amaro della sconfitta: "E' vero. Abbiamo perso tante finali importanti: da Bitonto a Rieti per finire contro la Cavese – continuano - Adesso vogliamo dire basta, bisogna solo vincere. Anche perché se così non fosse, rischiamo di restare a Gravina (ridono ndr)". E' solo una battuta, ovvio, che ben riesce però a sottolineare (se ancora ce ne fosse bisogno) l'importanza della partita.
Ma proviamo ad accantonare per un attimo il pensiero "Gravina". Com'è lavorare per una squadra imbattibile? "C'è sempre grande entusiasmo, stiamo vivendo una grande avventura – confessano i tre - Immaginate per una squadra che non perde una partita nello spogliatoio quanta felicità e armonia ci possa essere". Per loro, l'Audace più che un lavoro è una famiglia. Loro, che insieme alle varie società, presidenti e giocatori hanno contribuito a far la storia dei colori gialloblu. I ricordi fioccano, ci raccontano tanti episodi (velati e non) ma è l'anno della serie D quello che ricordano maggiormente: "L'anno del 1991 per noi è indimenticabile. L'Audace giocava in serie D e ricordiamo che c'era un'autentica corsa al biglietto. I tagliandi si acquistavano dal giovedì e lo stadio era tutte le domeniche stracolmo di gente. Si perdeva poco in quegli anni". Era il lontano 1991, ben 24 anni fa, ma i tre ricordano quella stagione alla perfezione, descrivendoci partite e momenti dettagliatamente, come se fossero successi pochi giorni fa.
Hanno visto transitare nello spogliatoi del Monterisi tantissimi calciatori. Quei giocatori con i quali hanno sempre avuto un rapporto particolare. Con loro ridono, scherzano, improvvisano scenette, fanno foto ed interviste: "Siamo affezionati a tutti i giocatori, anche se abbiamo un debole per Michelangelo Palladino. Una persona davvero squisita. Poi, soprattutto con i ragazzi di oggi, abbiamo un rapporto particolare, possiamo dire di averli cresciuti. Non ci sono parole per descrivere quello che ci lega. Ecco forse, una parola ci sarebbe, sono fantastici". Parole al miele, per la squadra e per la società ovviamente: "La famiglia Grieco ci ha dato grande entusiasmo e mentalità vincente. C'è da dare atto al presidente per essere partito da zero per poi crescere stagione dopo stagione. Ci ha fatto la promessa di portarci in Lega Pro. Noi lo speriamo e, se così fosse, quel giorno lasceremo l'Audace felice e soddisfatti".
Chiusura con una promessa e quel sogno della Lega Pro che aleggia anche nelle menti dei magazzinieri. Prima però c'è Gravina, il Fasano e una finale tutta da vivere, accodandosi al classico "Sempre e solo forza Audace" lanciato da Paolo, Vittorio e Matteo.