Lorenzo Paolucci
Lorenzo Paolucci
Calcio

Lorenzo Paolucci: nell’Audace Cerignola un giocatore con il calcio nel DNA

A tu per tu con uno dei giocatori più apprezzati tra i nuovi arrivati in squadra

Di fronte all'entusiasmo, l'ottimismo e la determinazione di un calciatore come Lorenzo Paolucci, si resta piacevolmente spiazzati.

Dietro un giocatore del suo livello ci sono anni di sacrifici, esperienze personali, spostamenti e capacità di mettersi in gioco (e non solo in ambito calcistico).

Con sedici partite giocate in Campionato, cinque assist e il gol segnato su rigore contro il Foggia, Lorenzo Paolucci è di sicuro uno dei nuovi arrivati in casa Audace che più è riuscito a conquistare la fiducia di Mister Raffaele, società e tifoseria.

Lo abbiamo incontrato per farci raccontare come sta vivendo l'esperienza con la maglia gialloblù.

Arrivato a Cerignola l'estate scorsa, Lorenzo era svincolato, quindi pronto a valutare le proposte che arrivavano sul mercato.

"Contemporaneamente a quella dell'Audace Cerignola, ho ricevuto proposte anche da altre squadre che ambiscono alla serie B (Trapani, Vicenza, Catania), ma ho scelto Cerignola perché ho subito compreso che la società sta investendo in un bel progetto ambizioso. Essendo già da prima una squadra abbastanza forte e strutturata, ho pensato che con i rinforzi potrà ulteriormente migliorare", ha esordito così Paolucci, classe 1996, nato a Pescara ma originario di Tollo, un paese in provincia di Chieti.

Qual è stato il primo impatto con Cerignola, quando sei arrivato l'estate scorsa?

"Sono rimasto stupito perché ho trovato un bel gruppo compatto e unito, mi sono integrato con facilità insieme ai ragazzi nuovi che sono arrivati. La società mi ha dato fiducia facendomi firmare un contratto sino a Giugno 2026. Ho anche avuto poca difficoltà nel trovare casa, il che non è trascurabile. Con il Mister c'è stato subito il feeling giusto, le decisioni tecniche e tattiche sono state condivise, e in campo ho cercato di dare il meglio sin dalla prima partita"

Ti definisci un giocatore più tattico e tecnico, o preferisci seguire l'istinto?

"Devo ammetterlo, in alcune fasi della partita sono un po' istintivo, però cerco sempre di abbinare a questo le caratteristiche che possiedo per essere un giocatore completo e aiutare la squadra in ogni modo. Con l'esperienza che ho accumulato negli anni, ora riesco a leggere la partita con più facilità rispetto a prima"

In quante squadre hai giocato?

"Sono partito con il Pescara (esordio in serie B con Mister Baroni), poi sono andato in prestito al Teramo per cinque anni, in prestito al Monopoli, e poi per tre anni ho giocato nella Reggina (che nel frattempo è passata in serie B). Inoltre sono stato un anno in Belgio, giocando nella serie A belga.

Pur non avendo giocato tanto come avrei voluto, quest'ultima esperienza è stata molto importante per la mia carriera, perché ho avuto modo di confrontarmi con calciatori di alto livello.

Non mi sono però ambientato bene con tutto il resto, e stare per troppo tempo lontano da casa non mi ha aiutato ad avere la motivazione per andare avanti. Quindi dopo un annetto ho deciso di rescindere il contratto e tornare in Italia.

Alcuni giocatori che sono stati con me in Belgio adesso si trovano nei top club d'Europa, e il fatto che avrei potuto essere anche io con loro è l'unico rimpianto che mi porto di questa esperienza conclusasi prima del tempo. Ma non la considero una sconfitta, anzi. Appena tornato dal Belgio, sono andato a giocare nell'Ancona, quindi più vicino a casa mia, e mi sono subito rimesso a giocare con grinta e determinazione. Sono fortunato perché mio fratello, direttore sportivo del Cittadella, mi segue sempre e mi dà tanti suggerimenti e consigli preziosi"

Come vivi l'ambiente calcistico, la competizione e la pressione in campo?

"Nasco come mezz'ala, trequartista, ma riesco a giocare in tutti i ruoli, ho imparato a farlo sin da piccolo, mi adatto anche come mediano centrale e seconda punta, a seconda delle necessità. Avendo acquisito una discreta conoscenza tattica, so come muovermi in ogni zona del campo, e quindi non mi spaventa cambiare ruolo, se questo può servire alla squadra.

Proprio questa mia duttilità mi aiuta a giocare serenamente, perché sono sicuro di me stesso e di quello che valgo. La competizione, se gestita bene, è sicuramente positiva, perché ti spinge a non mollare, a dare sempre il meglio all'interno della squadra. Io non ho pressioni quando vado in campo, in genere non mi faccio prendere dall'ansia ma resto abbastanza lucido sia dentro che fuori dal campo"

Sabato c'è in ballo una partita importante: personalmente come stai vivendo questo pre-partita contro il Benevento, squadra capolista del girone?

"All'inizio dell'anno nessuno si aspettava che saremmo arrivati a questo punto, siamo secondi in classifica. E' chiaro che vogliamo prenderci il primo posto, quindi sabato faremo il possibile affinchè ciò avvenga. Poi chissà, può anche succedere che facciamo una grande partita ma perdiamo, però una cosa è certa: si entra in campo sempre pensando di vincere"

Come ti sembra la tifoseria del Cerignola?

"Penso che i tifosi siano contenti di quello che stiamo facendo, a parte qualche critica e polemica che non devono riguardarci. Se a me dicessero quello che hanno detto a Salvemini durante la partita della settimana scorsa al Monterisi, me lo lascerei scorrere addosso senza darci peso. Può succedere che l'adrenalina in circolo possa portare a compiere gesti poco piacevoli, ma è importante imparare a gestire le reazioni"

Quanto credi nella possibilità che il Cerignola possa arrivare in serie B?

"Noi ci crediamo sin dall'inizio del campionato, poi andando avanti con le partite ci renderemo conto se è davvero possibile fare il salto di categoria"

Quali sono i Mister che ti hanno lasciato un maggior segno sino ad ora?

"Sicuramente Scienza al Monopoli, mi ha dato fiducia e autostima, lui mi ha proposto di fare l'esperienza in Belgio. Mi sono trovato particolarmente bene anche con Toscano della Reggina, e Raffaele adesso sta dando un apporto importante alle mie qualità"

Quali sono i tuoi obiettivi personali e professionali per i prossimi 10/15 anni?

"Per altri dieci anni spero ancora di giocare a calcio, ma mi piacerebbe approfondire il campo della ristorazione. Insomma, trovare un impiego che mi dia la possibilità di fermarmi e non viaggiare più. A breve mi sposerò e andrò a vivere a Monopoli con la mia fidanzata, che è pugliese, di Palagianello (Taranto). La Puglia ha sempre occupato un posto importante nella mia vita"

Un cenno alla tua famiglia

"Nella mia famiglia sono tutti calciatori, sono cresciuto a pane e calcio. Si può dire che ho il calcio nel Dna. Persino mia sorella, di cinque anni più grande di me, ha cominciato a giocare a calcio. La mia è una famiglia numerosa e unita"

Cosa consiglieresti ad un giovane giocatore?

"E' importante acquisire una certa continuità nell'allenarsi, e nel guardare sempre avanti senza scoraggiarsi mai, imparando a gestire le situazioni e i conflitti che possono nascere dentro e fuori al campo"

Hai un obiettivo a breve scadenza?

"Anche se ho iniziato bene il Campionato, mi manca il gol. Devo lavorare in questa direzione, impegnarmi per raggiungere questo obiettivo sia personale che di squadra".
  • Audace Cerignola
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