Altri sport
La palla ovale si fa spazio per diventare protagonista
Intervista a Luigi Martiradonna, l'uomo che ha portato il rugby a Cerignola
Cerignola - sabato 23 gennaio 2016
21.38
Luigi Martiradonna è il vice-presidente dell'Asd Cerignola Rugby, la realtà locale appena nata che si propone di promuovere nel nostro territorio il nobile sport del rugby, nato nell'omonima cittadina inglese nella seconda metà dell'800 e che, negli ultimi anni, sta assistendo a una sensibile crescita di popolarità anche nel nostro Paese. Lo abbiamo contattato o, volendo usare un termine del gergo rugbystico, "placcato" per concederci questa intervista.
D: Luigi, com'è nata questa passione per il rugby?
R: La passione è nata quando mi sono iscritto al corso di laurea in Scienze Motorie a Campobasso. Il mio professore, che poi ho scelto anche come relatore, ci faceva fare pratica nel gioco del rugby. Lì ho capito che anche una persona come me, che da bambino veniva scartato oppure doveva fare la riserva della riserva negli sport di squadra quali il calcio o la pallavolo, poteva essere utile in uno sport come il rugby.
D: In cosa consiste esattamente l'attività agonistica del Cerignola Rugby?
R: L'attività che sto svolgendo è, per ora, un'attività di propaganda del rugby a Cerignola. Stiamo cercando di far avvicinare i ragazzi, ma anche le ragazze, a questo meraviglioso sport. Di grande aiuto è la collaborazione con il Liceo Scientifico A.Einstein di Cerignola che quest'anno ha deciso di inserire, tra le varie attività dei "giochi sportivi studenteschi", anche la pratica del rugby. Per il momento, ho due gruppi di ragazzi che si allenano con me: un gruppo "under" e un gruppo "senior". Siamo ospiti della parrocchia di San Trifone Martire, la quale ci ha concesso l'utilizzo del campetto per gli allenamenti. Devo, infatti, ringraziare Don Claudio (Barboni, ndr) per la disponibilità. Spero in un futuro florido per il rugby qui a Cerignola, così come nella creazione di un campo idoneo alla pratica di questo sport.
D: Esiste un luogo comune sul fatto che il rugby sia uno sport un po' violento. Cosa senti di dire al riguardo?
R: Tutti lo definiscono tale, ma è appunto solo un luogo comune. Uno sport diventa violento quando non vengono rispettate le regole. Posso garantire che nel rugby è l'ultima cosa che un giocatore sogna di fare. Il rugby è definito dalla bibliografia uno sport di contatto e di continua opposizione, ma una squadra di rugby onora e rispetta gli avversari perché proprio grazie alla loro presenza si può disputare una partita, altrimenti sarebbe una gara podistica con un pallone in mano. Per quanto riguarda la violenza, basterebbe chiedere ai ragazzi che hanno appena cominciato ad allenarsi con me se si sono fatti mai male, oppure chiederlo ai ragazzi delle classi prime del Liceo Scientifico che quest'anno con me hanno fatto una settimana di rugby a scuola. Si sono divertiti da matti e nessuno s'è fatto male, e quando parlo di ragazzi intendo sia maschi che femmine. E' naturale, poi, che se noi tutti guardiamo una partita in TV dove il livello è altissimo, una persona che non ha mai praticato rugby crederà che quei 30 "energumeni" in campo se le stiano dando di santa ragione. Io vi invito a vedere una partita di bambini under 6: c'è solo da divertirsi, perché i primi a divertirsi sono i bambini in campo.
D: Insomma, il rugby è uno sport che insegna il rispetto degli avversari?
R: Proprio così, e dopo il rispetto degli avversari c'è il rispetto dell'arbitro e del regolamento e infine si rispettano i compagni di squadra. Proprio per questo il rugby è lo sport di squadra per eccellenza dove non esiste l'individualismo, altrimenti sarebbe un 15 vs 1. Il rugby nei Paesi di cultura anglosassone è utilizzato come sport formativo, e viene proposto già dai primissimi anni di scuola. Infatti, il gioco del rugby è nato in una scuola ed è per la scuola.
Indubbiamente le premesse per questa iniziativa sono decisamente positive, e tutti gli sportivi di Cerignola non possono non augurarsi che il rugby possa "segnare una meta" nel cuore dei ragazzi e delle ragazze che si avvicineranno a questo sport.
D: Luigi, com'è nata questa passione per il rugby?
R: La passione è nata quando mi sono iscritto al corso di laurea in Scienze Motorie a Campobasso. Il mio professore, che poi ho scelto anche come relatore, ci faceva fare pratica nel gioco del rugby. Lì ho capito che anche una persona come me, che da bambino veniva scartato oppure doveva fare la riserva della riserva negli sport di squadra quali il calcio o la pallavolo, poteva essere utile in uno sport come il rugby.
D: In cosa consiste esattamente l'attività agonistica del Cerignola Rugby?
R: L'attività che sto svolgendo è, per ora, un'attività di propaganda del rugby a Cerignola. Stiamo cercando di far avvicinare i ragazzi, ma anche le ragazze, a questo meraviglioso sport. Di grande aiuto è la collaborazione con il Liceo Scientifico A.Einstein di Cerignola che quest'anno ha deciso di inserire, tra le varie attività dei "giochi sportivi studenteschi", anche la pratica del rugby. Per il momento, ho due gruppi di ragazzi che si allenano con me: un gruppo "under" e un gruppo "senior". Siamo ospiti della parrocchia di San Trifone Martire, la quale ci ha concesso l'utilizzo del campetto per gli allenamenti. Devo, infatti, ringraziare Don Claudio (Barboni, ndr) per la disponibilità. Spero in un futuro florido per il rugby qui a Cerignola, così come nella creazione di un campo idoneo alla pratica di questo sport.
D: Esiste un luogo comune sul fatto che il rugby sia uno sport un po' violento. Cosa senti di dire al riguardo?
R: Tutti lo definiscono tale, ma è appunto solo un luogo comune. Uno sport diventa violento quando non vengono rispettate le regole. Posso garantire che nel rugby è l'ultima cosa che un giocatore sogna di fare. Il rugby è definito dalla bibliografia uno sport di contatto e di continua opposizione, ma una squadra di rugby onora e rispetta gli avversari perché proprio grazie alla loro presenza si può disputare una partita, altrimenti sarebbe una gara podistica con un pallone in mano. Per quanto riguarda la violenza, basterebbe chiedere ai ragazzi che hanno appena cominciato ad allenarsi con me se si sono fatti mai male, oppure chiederlo ai ragazzi delle classi prime del Liceo Scientifico che quest'anno con me hanno fatto una settimana di rugby a scuola. Si sono divertiti da matti e nessuno s'è fatto male, e quando parlo di ragazzi intendo sia maschi che femmine. E' naturale, poi, che se noi tutti guardiamo una partita in TV dove il livello è altissimo, una persona che non ha mai praticato rugby crederà che quei 30 "energumeni" in campo se le stiano dando di santa ragione. Io vi invito a vedere una partita di bambini under 6: c'è solo da divertirsi, perché i primi a divertirsi sono i bambini in campo.
D: Insomma, il rugby è uno sport che insegna il rispetto degli avversari?
R: Proprio così, e dopo il rispetto degli avversari c'è il rispetto dell'arbitro e del regolamento e infine si rispettano i compagni di squadra. Proprio per questo il rugby è lo sport di squadra per eccellenza dove non esiste l'individualismo, altrimenti sarebbe un 15 vs 1. Il rugby nei Paesi di cultura anglosassone è utilizzato come sport formativo, e viene proposto già dai primissimi anni di scuola. Infatti, il gioco del rugby è nato in una scuola ed è per la scuola.
Indubbiamente le premesse per questa iniziativa sono decisamente positive, e tutti gli sportivi di Cerignola non possono non augurarsi che il rugby possa "segnare una meta" nel cuore dei ragazzi e delle ragazze che si avvicineranno a questo sport.