
Calcio
L’Audace Cerignola rallenta nella sua cavalcata verso la serie B: la tifoseria si spacca
I tifosi più fedeli non perdono la speranza, altri invece hanno lasciato lo stadio prima che finisse la partita
Cerignola - martedì 15 aprile 2025
11.40
Dopo la gara disputata in casa contro il Benevento, in cui l'Audace Cerignola ha perso per 4 gol a 2, in città aleggia un'atmosfera strana, rarefatta, un misto tra meraviglia, delusione e speranza.
Sarebbe interessante provare a spiegarla, anche perché-si sa-il calcio è spesso una metafora della vita.
C'è meraviglia perché, nella giornata PRO Audace di domenica scorsa, che ha portato allo stadio anche i tifosi più tiepidi o quelli più abituati al divano, la squadra gialloblù ha obiettivamente giocato una delle partite meno coinvolgenti dell'intero Campionato. La prestazione sottotono della squadra di Raffaele ha meravigliato tutti, anche i seguaci più accaniti e motivati.
C'è delusione soprattutto nei tifosi più proiettati a salire sul "carro del vincitore" con la promozione diretta. In realtà questi dovrebbero fermarsi un attimo a pensare che già essere arrivati a questo punto del Campionato è un traguardo da festeggiare. E comunque, non si lascia lo stadio al 70esimo minuto perché le cose non si mettono bene. O meglio, non lo fa un tifoso con la "T" maiuscola.
C'è speranza tra chi-guardando avanti-intravede una fase altrettanto coinvolgente ed entusiasmante, che è quella dei Playoff. L'Audace Cerignola può ancora giocarsi il sogno di arrivare in serie B, prendendo una via indiretta e sicuramente più faticosa.
Le varie tipologie di tifosi incarnano le persone che incontriamo nella vita di tutti i giorni: il disfattista, il realista, l'ottimista ad oltranza, il sognatore, il fedelissimo, il "voltabandiera". Chi tifa per la squadra del cuore dovrebbe però essere motivato a seguirla e sostenerla "nella buona e nella cattiva sorte", un po' come accade nel matrimonio.
C'è tanta strada da fare per diventare un tifoso vero, e chi segue il Cerignola da quando giocava nei campi più polverosi della Puglia lo sa bene.
Non ci si può improvvisare sugli spalti, e bisogna percorrere la strada sterrata per poter apprezzare pienamente quella comoda e asfaltata, priva di buche e dossi.
E comunque, il tifoso che snobba la squadra che ha un percorso ancora tutto da giocare è colui che tende a non valorizzare tante altre realtà virtuose presenti in città, che siano sportive, culturali o di altro tipo.
La comunità cerignolana è fatta di gente che si infiamma facilmente, ma che altrettanto facilmente disprezza o si gira dall'altra parte quando i risultati non arrivano. Inoltre "Nemo profeta in patria" è uno degli adagi che più si adatta al tessuto sociale cerignolano.
E se il calcio fosse metafora della vita, allora noi cerignolani dovremmo imparare dai gialloblù un'importante lezione di vita a base di umiltà e resilienza. Forza Audace Cerignola!
Sarebbe interessante provare a spiegarla, anche perché-si sa-il calcio è spesso una metafora della vita.
C'è meraviglia perché, nella giornata PRO Audace di domenica scorsa, che ha portato allo stadio anche i tifosi più tiepidi o quelli più abituati al divano, la squadra gialloblù ha obiettivamente giocato una delle partite meno coinvolgenti dell'intero Campionato. La prestazione sottotono della squadra di Raffaele ha meravigliato tutti, anche i seguaci più accaniti e motivati.
C'è delusione soprattutto nei tifosi più proiettati a salire sul "carro del vincitore" con la promozione diretta. In realtà questi dovrebbero fermarsi un attimo a pensare che già essere arrivati a questo punto del Campionato è un traguardo da festeggiare. E comunque, non si lascia lo stadio al 70esimo minuto perché le cose non si mettono bene. O meglio, non lo fa un tifoso con la "T" maiuscola.
C'è speranza tra chi-guardando avanti-intravede una fase altrettanto coinvolgente ed entusiasmante, che è quella dei Playoff. L'Audace Cerignola può ancora giocarsi il sogno di arrivare in serie B, prendendo una via indiretta e sicuramente più faticosa.
Le varie tipologie di tifosi incarnano le persone che incontriamo nella vita di tutti i giorni: il disfattista, il realista, l'ottimista ad oltranza, il sognatore, il fedelissimo, il "voltabandiera". Chi tifa per la squadra del cuore dovrebbe però essere motivato a seguirla e sostenerla "nella buona e nella cattiva sorte", un po' come accade nel matrimonio.
C'è tanta strada da fare per diventare un tifoso vero, e chi segue il Cerignola da quando giocava nei campi più polverosi della Puglia lo sa bene.
Non ci si può improvvisare sugli spalti, e bisogna percorrere la strada sterrata per poter apprezzare pienamente quella comoda e asfaltata, priva di buche e dossi.
E comunque, il tifoso che snobba la squadra che ha un percorso ancora tutto da giocare è colui che tende a non valorizzare tante altre realtà virtuose presenti in città, che siano sportive, culturali o di altro tipo.
La comunità cerignolana è fatta di gente che si infiamma facilmente, ma che altrettanto facilmente disprezza o si gira dall'altra parte quando i risultati non arrivano. Inoltre "Nemo profeta in patria" è uno degli adagi che più si adatta al tessuto sociale cerignolano.
E se il calcio fosse metafora della vita, allora noi cerignolani dovremmo imparare dai gialloblù un'importante lezione di vita a base di umiltà e resilienza. Forza Audace Cerignola!