CALCIO A 5 FEMMINILE | L'intervista a Emilia Dilucia (Ceri Ascoli)

Dopo la pausa pasquale, abbiamo deciso di intervistare Emilia Dilucia, capitano del CeriAscoli. In questa 'chiacchierata' conosceremo meglio questa sportiva e scopriremo tutti i retroscena del mondo del calcio femminile.

INTERVISTA:

Ciao Emilia, cosa fai nella vita?
Ciao sono Emilia Dilucia e ho 23 anni. Dicono che io sia il capitano del Ceriascoli. Per mantenermi economicamente faccio la macellaia nell'attività di famiglia.
Hai detto che lavori in macelleria, lavoro impegnativo e che ti occupa gran parte della giornata. Dove trovi lo spirito giusto per affrontare gli allenamenti e le partite domenicali?
Devo ammetterlo, a volte non è molto facile conciliare il mio lavoro con gli allenamenti perché entrambi sono pesanti e per la verità non del tutto idonei in quanto donna. Però si sa', in certe occasioni la passione chiama e non c'è stanchezza fisica che ti frena.
Hai parlato di passione. Com'è nata la passione per uno sport come il Calcio?
Le passioni nascono con noi stessi, da noi stessi. Non saprei dirti quando e come mi sia nata ma posso affermarti che non riesco a ricordare un giorno della mia infanzia in cui non ho calciato un pallone insieme ai miei compagni di gioventù.
Com'è nato il CeriAscoli? Che fine ha fatto il Cerignola femminile?
In verita' è da molti anni che esiste la realtà del calcio femminile nel nostro paese, a Cerignola, ma purtroppo non tutti la conoscevano o non la conoscono tutt'ora. Non è stato facile trovare il sostegno economico per affrontare questa stagione, ma in fondo è proprio per questo che molte società calcistiche rinunciano alla propria squadra femminile. L'anno scorso, quando giocavo con il Cerignola Femminile, c'erano state fatte tante promesse da parte di chi pur di accaparrarsi voti ha promesso mari e monti ma poi, nulla. Questa persona è stata eletta e quelle promesse non sono state mantenute. Se c'è una persona a cui dire "Grazie ", quella è il mister Antonio Sciscio che ha fatto sì che il nostro sogno continuasse. È stato soprattutto grazie a lui che sono state trovate persone disposte a farci da sponsor. L'invenzione della lotteria a premi è stata molto utile, poichè con il ricavato abbiamo sostenuto le spese necessarie all'iscrizione al campionato "interprovinciale ACLI " e abbiamo acquistato le divise necessarie per l'allenamento e le partite ufficiali. Per questo motivo il mister e noi ragazze illuse da quelle false promesse, abbiamo deciso di fonderci con la squadra di calcio femminile di Ascoli Satriano, che come noi erano in difficoltà economiche. Per fortuna unendo le forze siamo riusciti a mettere su una squadra o meglio una "famiglia ".
Da questa fusione cosa è nato? Quali sacrifici fate per spostarvi da un paese all'altro?
L'aria della squadra è molto pacata. Amiamo quello che facciamo e nonostante questa fusione, la squadra esiste realmente. Si sono create delle amicizie intense tra noi. Siamo realmente una famiglia ed è bello ritrovarci anche nella vita, oltre il campo. Siamo unite, siamo un team. Il CeriAscoli ha la fortuna di essere formato da persone abbastanza diverse tra di loro. A partire dai mister Sciscio (la mente) e l'ascolano mister Marco Di Bitetto (il braccio) che uniti formano un' unica persona. Tra di noi, ci sono ragazze non ancora maggiorenni , c'è chi lavora e chi studia, e soprattutto chi fa la mamma. Ci sono state anche ragazze, come Alessandra Montemorra, che hanno rinunciato alla stagione perché in dolce attesa; eppure non mollano la presa presentandosi ogni domenica per fare il tifo alla propria squadra. Fare la calciatrice non è per niente facile se hai dei figli da accudire, il lavoro a cui pensare, casa, mariti e allenamenti. Sfiderei qualsiasi uomo a provarci per qualche giorno, sono sicura che non resisterebbe.
Dopo questa pausa pasquale, cosa ci dobbiamo aspettare dal CeriAscoli?
Domenica 3 Aprile ci aspetta una sfida importante contro il CalcioFoggia.it, non solo per i 3 punti in ballo, ma in gioco c'è l'intero campionato. A noi basterebbe anche un pareggio per aggiudicarci la vittoria. Non sarà semplice scontrarsi con la seconda in classifica. Dal mio punto di vista ne vedrete delle belle.
Hai detto che sei il Capitano del CeriAscoli. Come mai i Mister hanno scelto te?
Questa è una domanda che mi pongo sempre: come ho potuto convincere i mister e le ragazze della squadra a nominarmi capitano? Non so' ben rispondere a questa domanda. So solo di essere fiera della mia squadra e orgogliosa di farne parte, anche se essere il capitano comporta varie obblighi e priorita'.
In molti dicono che questo sport è prettamente maschile? Sei d'accordo?
Il calcio femminile è sempre stato visto con occhi differenti da parte di tutti perché è uno sport prettamente da "maschi". Ricevendo insulti e venendo derise da parte di chi guarda questo sport con superficialità, giudicando senza nemmeno conoscerlo. Tutte queste persone realmente non sanno cosa significhi essere una componente di una squadra di donne, non sanno i nostri sacrifici, non conoscono tutte le nostre realtà ma si soffermano solamente alla visione di una donna che tira un calcio ad un pallone.
Cosa rispondi a quelle persone che vi considerano "Maschiacce"?
Alle persone che ci definiscono "maschiacci " va' il mio invito a venirci a vedere almeno una volta. Son sicura che qualcuno cambierà idea! Il calcio femminile è pura passione. È una passione senza fini economici, è solo il cuore che comanda. Quelle che vengono considerate "maschiacce" ogni domenica si alzano presto pur di praticare lo sport da loro amato. Credetemi se vi dico che è solo cuore visto che noi non siamo pagate e ne' tanto meno sovvenzionate negli spostamenti.Mi chiedo: noi donne usiamo il cuore, l'uomo lo fa' realmente?
Cosa diresti a quelle ragazze che pur amando questo sport, hanno paura del giudizio della gente?
Inviterei le ragazze ad affacciarsi allo sport perché lo sport è vita. Al giorno d'oggi non bisogna pensare al giudizio della gente, siamo nel 2016 e queste cose non dovrebbero esistere. Non c'è scritto da nessuna parte che una donna non possa giocare a calcio, proprio come un'uomo non può fare il ballerino.