Calcio
Audace Cerignola, Coletti: «Meritiamo il ripescaggio in C»
«Mi auguro che si facciano almeno i playoff per decretare la classifica ripescaggi»
Cerignola - lunedì 27 aprile 2020
12.06
In questi giorni di quarantena e di confusione generale sul da farsi per la sospensione o il prosieguo dei campionati, in casa Audace Cerignola torna a parlare capitan Coletti che, in questa intervista, fa il punto sulla situazione e spiega le ragioni per cui, secondo il suo punto di vista, è giusto provare a disputare almeno i playoff.
Tommaso Coletti. Le chiedo, immediatamente, come sta passando questi giorni difficili dovuti al Coronavirus?
«Mi dedico a mio figlio e mi alleno. La mattina facciamo i compiti, guardiamo film, mentre il pomeriggio lo dedichiamo al lavoro. Mi alleno con lui giù in cortile. Fortunatamente ho un po' di spazio dove potermi muovere e ne approfitto per fargli anche un po' di scuola calcio. Comunque ci si allena tutti i giorni, al di là della forma fisica e calcistica. Ci si allena soprattutto per non prendere peso, dato che qui si mangia bene e tanto. Si rischia di prendere un chilo al giorno (ride, ndr)».
Un'idea sulla ripresa dei campionati? Vi sono i presupposti per proseguire la stagione?
«Non lo so. Spero si trovino questi presupposti, perché io ho voglia e bisogno di rientrare. L'idea di restare 4/5 mesi fermo, senza giocare, non è mai esistita in tutta la mia vita. Almeno per finire questo campionato. Questo stop è un trauma per tutti. Forse pesa meno a chi ha la fortuna di poter lavorare, ma rimanere sempre in casa è davvero difficile. Ora mi sono abituato, ma il primo mese è stato tremendo. Questa situazione ci fa capire quanto siamo impotenti, tutti senza distinzioni. In queste situazioni si cambia, si riflette molto e si rivalutano tante cose che, con la quotidianità , si erano perse un po' di vista. Si riscopre il piacere dello stare insieme in famiglia».
Si è parlato anche di promozioni in caso il campionato non riprenda. Che idea si è fatto?
«Io mi auguro che si facciano almeno i playoff. Per decretare la classifica per i ripescaggi, almeno per la nostra situazione. Non voglio il male di nessuna squadra di serie C, ma io ovviamente tifo per il Cerignola. Dobbiamo essere ripescati in qualche modo, perché ce lo meritiamo, la società se lo merita. I conti sono a posto, la società è seria e sana. Noi poi abbiamo dimostrato a 360 gradi di meritare la promozione, nonostante un piccolo periodo negativo. Anche la gente di Cerignola se lo merita».
Questa situazione può essere l'ideale per pensare ad una riforma dei campionati? Cosa modificherebbe Coletti dell'attuale sistema?
«Io sono sempre stato uno drastico. A me piacerebbe ci sia un calcio di élite a tutti i livelli, ma capisco benissimo che non è possibile. C'è una situazione difficile perché si rischia di avere squadre in fallimento, iscrizioni senza fideiussioni, si finirebbe nel caos più totale. Magari è il caso di fare una scrematura naturale tra le squadre che possono fare calcio. Ripeto che non ce l'ho con nessuno, ma credo che il calcio lo debba fare chi ha possibilità di farlo. Intraprendere una stagione, prendere degli impegni con i calciatori, con la Lega, con i dipendenti. Mantenere questi impegni non è facile. Si rischia di avere società insolventi. Non è bello».
Tommaso Coletti. Le chiedo, immediatamente, come sta passando questi giorni difficili dovuti al Coronavirus?
«Mi dedico a mio figlio e mi alleno. La mattina facciamo i compiti, guardiamo film, mentre il pomeriggio lo dedichiamo al lavoro. Mi alleno con lui giù in cortile. Fortunatamente ho un po' di spazio dove potermi muovere e ne approfitto per fargli anche un po' di scuola calcio. Comunque ci si allena tutti i giorni, al di là della forma fisica e calcistica. Ci si allena soprattutto per non prendere peso, dato che qui si mangia bene e tanto. Si rischia di prendere un chilo al giorno (ride, ndr)».
Un'idea sulla ripresa dei campionati? Vi sono i presupposti per proseguire la stagione?
«Non lo so. Spero si trovino questi presupposti, perché io ho voglia e bisogno di rientrare. L'idea di restare 4/5 mesi fermo, senza giocare, non è mai esistita in tutta la mia vita. Almeno per finire questo campionato. Questo stop è un trauma per tutti. Forse pesa meno a chi ha la fortuna di poter lavorare, ma rimanere sempre in casa è davvero difficile. Ora mi sono abituato, ma il primo mese è stato tremendo. Questa situazione ci fa capire quanto siamo impotenti, tutti senza distinzioni. In queste situazioni si cambia, si riflette molto e si rivalutano tante cose che, con la quotidianità , si erano perse un po' di vista. Si riscopre il piacere dello stare insieme in famiglia».
Si è parlato anche di promozioni in caso il campionato non riprenda. Che idea si è fatto?
«Io mi auguro che si facciano almeno i playoff. Per decretare la classifica per i ripescaggi, almeno per la nostra situazione. Non voglio il male di nessuna squadra di serie C, ma io ovviamente tifo per il Cerignola. Dobbiamo essere ripescati in qualche modo, perché ce lo meritiamo, la società se lo merita. I conti sono a posto, la società è seria e sana. Noi poi abbiamo dimostrato a 360 gradi di meritare la promozione, nonostante un piccolo periodo negativo. Anche la gente di Cerignola se lo merita».
Questa situazione può essere l'ideale per pensare ad una riforma dei campionati? Cosa modificherebbe Coletti dell'attuale sistema?
«Io sono sempre stato uno drastico. A me piacerebbe ci sia un calcio di élite a tutti i livelli, ma capisco benissimo che non è possibile. C'è una situazione difficile perché si rischia di avere squadre in fallimento, iscrizioni senza fideiussioni, si finirebbe nel caos più totale. Magari è il caso di fare una scrematura naturale tra le squadre che possono fare calcio. Ripeto che non ce l'ho con nessuno, ma credo che il calcio lo debba fare chi ha possibilità di farlo. Intraprendere una stagione, prendere degli impegni con i calciatori, con la Lega, con i dipendenti. Mantenere questi impegni non è facile. Si rischia di avere società insolventi. Non è bello».