Calcio
Audace Cerignola, mister Pazienza: «Abbiamo il dovere di lottare per la città»
Il nuovo tecnico interviene ai nostri microfoni per la prima volta dal suo approdo in gialloblù
Cerignola - giovedì 27 agosto 2020
9.46
Michele Pazienza, 38 anni il 5 agosto, vanta da calciatore, in qualità di centrocampista, ben 271 presenze in serie A, indossando le maglie prestigiose di Udinese, Fiorentina, Napoli, Bologna e Juventus, club con il quale ha conquistato la Supercoppa Italiana nella stagione 2012/2013. Terminata l'attività agonistica, nel 2017 comincia la sua carriera da allenatore al timone della Berretti del Pisa. Adesso, la nuova avventura alla guida dell'Audace Cerignola, con tanto entusiasmo e voglia di far bene. In questa intervista, il nuovo tecnico ofantino, racconta i suoi primi giorno in riva all'Ofanto.
- Cosa l'ha portata a scegliere il progetto Audace?
«Tutto è nato dal rapporto di amicizia e stima con il direttore sportivo Elio Di Toro che mi ha presentato il nuovo progetto, mi ha spiegato quali fossero le intenzioni della società. Un programma interessante con una prospettiva di lavoro seria e professionale che mi ha reso subito entusiasta».
- Primi giorni di preparazione: che gruppo si sta formando?
«C'è stata molto curiosità da parte dei giocatori soprattutto nei primi giorni, ma ora cominciano a conoscersi meglio. Si è accumulata un po' di fatica, ma è normale e fisiologico soprattutto per questo stop per via dell'emergenza Covid-19».
- Qual è l'idea di gioco di mister Pazienza?
«I miei riferimenti sono chiari. Voglio una difesa a tre e un centrocampo a quattro, poi in base alle opportunità di mercato ci muoveremo nel cercare ottimi riferimenti offensivi. L'idea di gioco deve rispecchiare il mio carattere. Non bisogna mai mollare e credere nello spirito di squadra, nel collettivo piuttosto che nel singolo. Quando parlo di attaccamento alla maglia e spirito di appartenenza, mi riferisco alla voglia di sacrificio e della consapevolezza del motivo per cui si lotta. Bisogna capire che il pubblico ci tiene tantissimo alla prestazione della squadra e sta a noi non deluderli per non influire in modo negativo sull'umore del tifoso che qui vive per il calcio. Quindi io e i miei ragazzi abbiamo una grossa responsabilità».
- Si parla di un cambio di girone, cosa ne pensa?
«Non è mai successa una cosa del genere quindi ci credo poco. Noi giochiamo in uno dei gironi più difficili, ma ciò non significa sottovalutare le squadre di altri gironi perché ci sono squadre davvero forti, ma dobbiamo concentrarci sempre sul nostro lavoro, sul nostro gioco, altrimenti si rischia di disperdere energie a noi necessarie».
- Una promessa a tutta la piazza cerignolana?
«In questo momento mi sento di promettere di trasmettere il più velocemente possibile ai miei giocatori quello che è lo spirito di squadra, a partire dagli allenamenti fino a quando non si scende sul rettangolo verde. Nel momento in cui si comincia a ragionare con l'io vengono evidenziati tutti i limiti che invece vengono meno lavorando con il noi».
- Cosa l'ha portata a scegliere il progetto Audace?
«Tutto è nato dal rapporto di amicizia e stima con il direttore sportivo Elio Di Toro che mi ha presentato il nuovo progetto, mi ha spiegato quali fossero le intenzioni della società. Un programma interessante con una prospettiva di lavoro seria e professionale che mi ha reso subito entusiasta».
- Primi giorni di preparazione: che gruppo si sta formando?
«C'è stata molto curiosità da parte dei giocatori soprattutto nei primi giorni, ma ora cominciano a conoscersi meglio. Si è accumulata un po' di fatica, ma è normale e fisiologico soprattutto per questo stop per via dell'emergenza Covid-19».
- Qual è l'idea di gioco di mister Pazienza?
«I miei riferimenti sono chiari. Voglio una difesa a tre e un centrocampo a quattro, poi in base alle opportunità di mercato ci muoveremo nel cercare ottimi riferimenti offensivi. L'idea di gioco deve rispecchiare il mio carattere. Non bisogna mai mollare e credere nello spirito di squadra, nel collettivo piuttosto che nel singolo. Quando parlo di attaccamento alla maglia e spirito di appartenenza, mi riferisco alla voglia di sacrificio e della consapevolezza del motivo per cui si lotta. Bisogna capire che il pubblico ci tiene tantissimo alla prestazione della squadra e sta a noi non deluderli per non influire in modo negativo sull'umore del tifoso che qui vive per il calcio. Quindi io e i miei ragazzi abbiamo una grossa responsabilità».
- Si parla di un cambio di girone, cosa ne pensa?
«Non è mai successa una cosa del genere quindi ci credo poco. Noi giochiamo in uno dei gironi più difficili, ma ciò non significa sottovalutare le squadre di altri gironi perché ci sono squadre davvero forti, ma dobbiamo concentrarci sempre sul nostro lavoro, sul nostro gioco, altrimenti si rischia di disperdere energie a noi necessarie».
- Una promessa a tutta la piazza cerignolana?
«In questo momento mi sento di promettere di trasmettere il più velocemente possibile ai miei giocatori quello che è lo spirito di squadra, a partire dagli allenamenti fino a quando non si scende sul rettangolo verde. Nel momento in cui si comincia a ragionare con l'io vengono evidenziati tutti i limiti che invece vengono meno lavorando con il noi».