Meteo & Dintorni
il punto
a cura di Digirolamo Antonio
mercoledì 1 novembre 2017
17.30
IL RISCHIO CONCLAMATO
Chi ci segue rammenterà un editoriale di qualche tempo fa dedicato specificatamente a eventuali rischi stagionali. Scrivemmo della possibilità di un passaggio repentino dal non autunno all'inverno. Or bene, tale ipotesi non è più così peregrina per il semplice fatto che i modelli matematici di previsione individuano un peggioramento novembrino - il primo dopo tantissimo tempo - dai connotati vagamente invernali. Potrebbe giungere dell'aria fredda nordica, capace di far precipitare le temperature su valori diffusamente inferiori alle medie stagionali.STREMI CLIMATICI
Possiamo parlare, a ragion veduta, di estremi climatici. Considerate una cosa: i primissimi giorni di novembre saranno miti, decisamente. Dopodiché dovrebbe subentrare l'aria fredda ed ecco che i termometri scenderanno di botto. Un'altalena termica che non ci aiuterà, questo è evidente, ma che ci ricorderà ancora una volta come le stagioni di una volta non esistono più.
VIA D'USCITA?
Viene da domandarsi se l'eventuale peggioramento della seconda metà di novembre rappresenterà effettivamente la svolta. Ce lo chiediamo per un semplice motivo: troppe volte, in un passato più o meno recente, è successo di osservare repentini ribaltoni modellistici. Ed è per questo, badate bene, che quando si ragiona a lungo termine dobbiamo necessariamente utilizzare il condizionale. In un periodo così difficilmente prevedibile è bene non dare nulla per scontato, certo è che i segnali modellistici odierni suggeriscono importanti cambiamenti meteo climatici su scala continentale. E tali cambiamenti potrebbero ripercuotersi, finalmente, anche sul Mediterraneo.
PRENDIAMOCI LE PIOGGE
Le piogge saranno il primo risultato utile ottenibile. Un risultato importante, il più importante. Non scordiamoci che stiamo vivendo un anno estremamente siccitoso e che rischia di risultare - da questo punto di vista - il peggiore della nostra storia.
Chi ci segue rammenterà un editoriale di qualche tempo fa dedicato specificatamente a eventuali rischi stagionali. Scrivemmo della possibilità di un passaggio repentino dal non autunno all'inverno. Or bene, tale ipotesi non è più così peregrina per il semplice fatto che i modelli matematici di previsione individuano un peggioramento novembrino - il primo dopo tantissimo tempo - dai connotati vagamente invernali. Potrebbe giungere dell'aria fredda nordica, capace di far precipitare le temperature su valori diffusamente inferiori alle medie stagionali.STREMI CLIMATICI
Possiamo parlare, a ragion veduta, di estremi climatici. Considerate una cosa: i primissimi giorni di novembre saranno miti, decisamente. Dopodiché dovrebbe subentrare l'aria fredda ed ecco che i termometri scenderanno di botto. Un'altalena termica che non ci aiuterà, questo è evidente, ma che ci ricorderà ancora una volta come le stagioni di una volta non esistono più.
VIA D'USCITA?
Viene da domandarsi se l'eventuale peggioramento della seconda metà di novembre rappresenterà effettivamente la svolta. Ce lo chiediamo per un semplice motivo: troppe volte, in un passato più o meno recente, è successo di osservare repentini ribaltoni modellistici. Ed è per questo, badate bene, che quando si ragiona a lungo termine dobbiamo necessariamente utilizzare il condizionale. In un periodo così difficilmente prevedibile è bene non dare nulla per scontato, certo è che i segnali modellistici odierni suggeriscono importanti cambiamenti meteo climatici su scala continentale. E tali cambiamenti potrebbero ripercuotersi, finalmente, anche sul Mediterraneo.
PRENDIAMOCI LE PIOGGE
Le piogge saranno il primo risultato utile ottenibile. Un risultato importante, il più importante. Non scordiamoci che stiamo vivendo un anno estremamente siccitoso e che rischia di risultare - da questo punto di vista - il peggiore della nostra storia.