Meteo & Dintorni
il punto
a cura di Antonio Digirolamo
giovedì 15 marzo 2018
14.26
Tale scenario è supportato, come scriviamo da giorni, dalle complesse dinamiche atmosferiche realizzatesi a seguito dello sconquasso di febbraio.
Tra l'altro potrebbe ripresentarsi l'Anticiclone delle Azzorre, non in Italia bensì più a ovest e con voglia di spingersi verso nord. Pulsazioni che, ovviamente se confermate, porterebbero il freddo Artico sul Mediterraneo.
Stiamo parlando di un trend evolutivo - non di una previsione, sia chiaro - a 2 settimane. Ciò premesso, le dinamiche atmosferiche potrebbero esaltare gli scambi meridiani tipicamente primaverili. Che vuol dire? Semplice, che l'aria fredda avrà modo di piombare a latitudini temperate, mentre i flussi d'aria mite punteranno verso nord.
Non è un caso se febbraio, per l'Artico, è stato un mese a dir poco anomalo. Le temperature, pensate un po', hanno registrato scostamenti dalle medie anche di 20-30°C! E le ripercussioni sulla superficie del ghiaccio marino non si sono fatte attendere, con valori decisamente bassi.
Che l'inverno si protragga sino a Pasqua non deve stupirci. Anche in passato ci sono stati numerosi episodi di neve a bassa quota ad aprile inoltrato.
Ciò che deve far riflettere è un altro elemento: in passato erano episodi isolati, stavolta si rischia una ripetizione di certe dinamiche proprio a causa del profondo cambiamento circolatorio intervenuto il mese scorso.
Volendo stilare un trend evolutivo che possa rispecchiare al meglio certe dinamiche, ci aspettiamo un'ultima decade di marzo realmente perturbata, a tratti invernale.
Chiaro pertanto attendersi precipitazioni localmente abbondanti, persistenti, e viste le temperature potremmo assistere a nevicate a bassa quota. Probabilmente addirittura sulle colline, specie nelle regioni del Centro Nord.
IN CONCLUSIONE
La primavera può attendere, lo ripetiamo.
Poi, che l'inverno sia in grado di protrarsi sino ad aprile ci sta, ma ripetute ondate di freddo - se confermate - andrebbero a certificare anomalie negative presenti già da febbraio.
Tra l'altro potrebbe ripresentarsi l'Anticiclone delle Azzorre, non in Italia bensì più a ovest e con voglia di spingersi verso nord. Pulsazioni che, ovviamente se confermate, porterebbero il freddo Artico sul Mediterraneo.
Stiamo parlando di un trend evolutivo - non di una previsione, sia chiaro - a 2 settimane. Ciò premesso, le dinamiche atmosferiche potrebbero esaltare gli scambi meridiani tipicamente primaverili. Che vuol dire? Semplice, che l'aria fredda avrà modo di piombare a latitudini temperate, mentre i flussi d'aria mite punteranno verso nord.
Non è un caso se febbraio, per l'Artico, è stato un mese a dir poco anomalo. Le temperature, pensate un po', hanno registrato scostamenti dalle medie anche di 20-30°C! E le ripercussioni sulla superficie del ghiaccio marino non si sono fatte attendere, con valori decisamente bassi.
Che l'inverno si protragga sino a Pasqua non deve stupirci. Anche in passato ci sono stati numerosi episodi di neve a bassa quota ad aprile inoltrato.
Ciò che deve far riflettere è un altro elemento: in passato erano episodi isolati, stavolta si rischia una ripetizione di certe dinamiche proprio a causa del profondo cambiamento circolatorio intervenuto il mese scorso.
Volendo stilare un trend evolutivo che possa rispecchiare al meglio certe dinamiche, ci aspettiamo un'ultima decade di marzo realmente perturbata, a tratti invernale.
Chiaro pertanto attendersi precipitazioni localmente abbondanti, persistenti, e viste le temperature potremmo assistere a nevicate a bassa quota. Probabilmente addirittura sulle colline, specie nelle regioni del Centro Nord.
IN CONCLUSIONE
La primavera può attendere, lo ripetiamo.
Poi, che l'inverno sia in grado di protrarsi sino ad aprile ci sta, ma ripetute ondate di freddo - se confermate - andrebbero a certificare anomalie negative presenti già da febbraio.