A Ruota Libera
Il dilemma, ovviamente intrigante, del football
Anch’ io sono dell’ opinione che questo sport è molto più Scienza che Arte.
giovedì 17 novembre 2016
16.41
In questo periodo chi ha avuto occasione di imbattersi in disquisizioni riguardanti il calcio ad alto livello professionistico è venuto a sapere del fatto che il mondo della finanza sta condizionando di brutto ( = corrompendo ) questo sport. I più addentrati hanno sospettato infatti che < lo sterco del diavolo > può tentare di asservire campioni come l' argentino Messi inducendoli, ovviamente con i congrui contraccambi, a trovare la minima scusa per disertare il prossimo Campionato Mondiale delle Nazionali impedendo all' Argentina di fare sempre man bassa…. Anche sul caso della vendita a gruppi economici orientali dei due club milanesi, i tifosi di Milan e Inter si vedono sospinti a ridurre il proprio attaccamento ai propri beniamini.
Perdurando dunque il sopraindicato < pessimismo pallonaro >, e anche se in me s' insinua con una certa insistenza la disaffezione per tale sport, tuttavia mi sono sentito come per miracolo ripescato al vecchio amore giovanile perché colpito da un recente dibattito a più voci su questo sport. Si tratta di un dibattito più nobile rispetto a quello noioso, che ormai puzza di rancido !, collegato alla tirannia della finanza. Il tema che dunque mi ha positivamente e impetuosamente coinvolto è stato proposto dal Direttore di uno dei giornali sportivi : è il dilemma, ovviamente intrigante, del football.
Se cioè sia Arte oppure Scienza motoria. Dal mio angusto, modesto e nel tempo lontano, angolo di visuale avanzo le segg. due prime asserzioni :
I° ) Undici atleti esperti nel distribuire equamente nei 90 minuti le energie fisiche atletiche possono, nel più dei casi, sancire la loro supremazia sugli avversari anche quando questi ultimi sono dotati di tecnica
personale sopraffina ma sono < bacati > dal difetto congenito di non saper far gruppo in termini di stima e collaborazione reciproca; il fuoriclasse ( che nutre l' idea di ritenersi " il miglior campione della
squadra " ) affinchè porti l' opportuno rispetto verso i 10 compagni, dovrà subire dall' allenatore e dalla società lezioni di umiltà anche fuori dai campi. Egli deve operare giocate non individuali, che cioè
non siano mirate a deridere gli avversari con dribbling, tunnel < sombreri > e palleggi aerei improduttivi come da Circo Togni…
II° ) Il calcio è un gioco collettivo, non è un match di tennis. Il goal nel calcio è relativo o contingente, deve invece risultare costante cioè permanente, la tenuta atletica sia del singolo che del collettivo
intero. Quel che conta nell' intera durata della gara è la capacità di creare una qualità di azioni più incisive e pericolose di quelle realizzate dall' altra compagine.
Altre Libere Considerazioni sull' argomento, dedicate agli amici < calciofili > che vedo recarsi più numerosi nei campi di periferia a incoraggiare i talenti in erba. Anch' io sono dell' opinione che questo sport è molto più Scienza che Arte. Le trovate scientifiche diventano però arma vincente solo se viene riconosciuta dall' intera compagine. L' Arte resta abilità e magia : è una duplice virtù che si rivela preziosa soltanto se resta allo stato individuale. Anche se felicemente e sterilmente nostalgiche, le segg. altre divagazioni che elenco possono costituire un Pensiero Unico :
a ) Quando il Mago ( ? ) Helenio Herrera negli anni '60 ammoniva i suoi ragazzi titolari col grido da fondocampo " Taca la Bala " voleva invitarli a anticipare i diretti avversari nella conquista del pallone, a
catturare la sfera di cuoio soprattutto nella fase di difesa che deve tramutarsi in controffensiva tanto immediata e sorprendente quanto razionalmente programmata alle lavagne.
b ) Fu Arrigo Sacchi a pretendere si attuassero i faticosi e rigorosi metodi psicologici del basket ( disciplina fondata sul possesso palla per pochi secondi ) agli allenamenti e alle stesse gare ufficiali che
disputava il mitico Milan olandese di Gullit, Rijkaard, Van Basten, periodo 1986 / 1994 culminato con i trionfali 3 Scudetti consecutivi nazionali grazie alla maestria del subentrato mister Fabio Capello ).
c ) Forse meno scientifico, quindi con prevalenza delle capacità artistiche / individuali, si sta rivelando il ciclo delle vittorie, nel decennio in corso, delle due Juventus, di A. Conte prima e di
Massimiliano Allegri immediatamente dopo; ma tirare una simile sommatoria sembra prematura perché sta continuando a far faville – e alla grande !...– il nucleo dei < veci > ( Bonucci, Buffon etc..).
Ultime parole famose dopo le esperienze vissute a suo tempo sui campi delle tre Categorie Dilettanti : tra i ruoli occupati nel reparto arretrato, mi piaceva giocare da < libero nient'affatto
fluidificante >, cioè da ultimo uomo, anni '66 / '75 ).
Quel ruolo mi piaceva perché non mi sentivo quasi mai impegnato a dover entrare nel vivo delle azioni tra gli spazi dei due rettangoli del centro campo. Da libero fisso - cioè quasi pigro spettatore –
all' interno del campo ! – ero quasi più interessato a constatare come si snodavano le trame ed i fraseggi dei miei compagni e dei miei avversari nelle tre restanti parti del campo.
L' accenno positivo finale va al Grande ex calciatore poi tecnico, arcinoto anche agli incompetenti per la questione dello spargimento del sale nel corso di alcune partite disputate < alla
morte >, dr. TRAP ( v. nota 1 ) che qualche anno fa ha reso più attuale che mai il calcio anglo tedesco. E' infatti sua la formula scientifica dello studio delle " soluzioni di gioco a palla ferma ".
( 1 ) Giovanni Trapattoni, classe '39, mediano di contenimento
e riproposizione, riuscì a francobollare Pelè do Nascimento in
una match Italia / Brasile coll' esito, perfetto, di 0 - 0.
Perdurando dunque il sopraindicato < pessimismo pallonaro >, e anche se in me s' insinua con una certa insistenza la disaffezione per tale sport, tuttavia mi sono sentito come per miracolo ripescato al vecchio amore giovanile perché colpito da un recente dibattito a più voci su questo sport. Si tratta di un dibattito più nobile rispetto a quello noioso, che ormai puzza di rancido !, collegato alla tirannia della finanza. Il tema che dunque mi ha positivamente e impetuosamente coinvolto è stato proposto dal Direttore di uno dei giornali sportivi : è il dilemma, ovviamente intrigante, del football.
Se cioè sia Arte oppure Scienza motoria. Dal mio angusto, modesto e nel tempo lontano, angolo di visuale avanzo le segg. due prime asserzioni :
I° ) Undici atleti esperti nel distribuire equamente nei 90 minuti le energie fisiche atletiche possono, nel più dei casi, sancire la loro supremazia sugli avversari anche quando questi ultimi sono dotati di tecnica
personale sopraffina ma sono < bacati > dal difetto congenito di non saper far gruppo in termini di stima e collaborazione reciproca; il fuoriclasse ( che nutre l' idea di ritenersi " il miglior campione della
squadra " ) affinchè porti l' opportuno rispetto verso i 10 compagni, dovrà subire dall' allenatore e dalla società lezioni di umiltà anche fuori dai campi. Egli deve operare giocate non individuali, che cioè
non siano mirate a deridere gli avversari con dribbling, tunnel < sombreri > e palleggi aerei improduttivi come da Circo Togni…
II° ) Il calcio è un gioco collettivo, non è un match di tennis. Il goal nel calcio è relativo o contingente, deve invece risultare costante cioè permanente, la tenuta atletica sia del singolo che del collettivo
intero. Quel che conta nell' intera durata della gara è la capacità di creare una qualità di azioni più incisive e pericolose di quelle realizzate dall' altra compagine.
Altre Libere Considerazioni sull' argomento, dedicate agli amici < calciofili > che vedo recarsi più numerosi nei campi di periferia a incoraggiare i talenti in erba. Anch' io sono dell' opinione che questo sport è molto più Scienza che Arte. Le trovate scientifiche diventano però arma vincente solo se viene riconosciuta dall' intera compagine. L' Arte resta abilità e magia : è una duplice virtù che si rivela preziosa soltanto se resta allo stato individuale. Anche se felicemente e sterilmente nostalgiche, le segg. altre divagazioni che elenco possono costituire un Pensiero Unico :
a ) Quando il Mago ( ? ) Helenio Herrera negli anni '60 ammoniva i suoi ragazzi titolari col grido da fondocampo " Taca la Bala " voleva invitarli a anticipare i diretti avversari nella conquista del pallone, a
catturare la sfera di cuoio soprattutto nella fase di difesa che deve tramutarsi in controffensiva tanto immediata e sorprendente quanto razionalmente programmata alle lavagne.
b ) Fu Arrigo Sacchi a pretendere si attuassero i faticosi e rigorosi metodi psicologici del basket ( disciplina fondata sul possesso palla per pochi secondi ) agli allenamenti e alle stesse gare ufficiali che
disputava il mitico Milan olandese di Gullit, Rijkaard, Van Basten, periodo 1986 / 1994 culminato con i trionfali 3 Scudetti consecutivi nazionali grazie alla maestria del subentrato mister Fabio Capello ).
c ) Forse meno scientifico, quindi con prevalenza delle capacità artistiche / individuali, si sta rivelando il ciclo delle vittorie, nel decennio in corso, delle due Juventus, di A. Conte prima e di
Massimiliano Allegri immediatamente dopo; ma tirare una simile sommatoria sembra prematura perché sta continuando a far faville – e alla grande !...– il nucleo dei < veci > ( Bonucci, Buffon etc..).
Ultime parole famose dopo le esperienze vissute a suo tempo sui campi delle tre Categorie Dilettanti : tra i ruoli occupati nel reparto arretrato, mi piaceva giocare da < libero nient'affatto
fluidificante >, cioè da ultimo uomo, anni '66 / '75 ).
Quel ruolo mi piaceva perché non mi sentivo quasi mai impegnato a dover entrare nel vivo delle azioni tra gli spazi dei due rettangoli del centro campo. Da libero fisso - cioè quasi pigro spettatore –
all' interno del campo ! – ero quasi più interessato a constatare come si snodavano le trame ed i fraseggi dei miei compagni e dei miei avversari nelle tre restanti parti del campo.
L' accenno positivo finale va al Grande ex calciatore poi tecnico, arcinoto anche agli incompetenti per la questione dello spargimento del sale nel corso di alcune partite disputate < alla
morte >, dr. TRAP ( v. nota 1 ) che qualche anno fa ha reso più attuale che mai il calcio anglo tedesco. E' infatti sua la formula scientifica dello studio delle " soluzioni di gioco a palla ferma ".
( 1 ) Giovanni Trapattoni, classe '39, mediano di contenimento
e riproposizione, riuscì a francobollare Pelè do Nascimento in
una match Italia / Brasile coll' esito, perfetto, di 0 - 0.