Territorio
Una Capitanata violenta verso le Donne?
Una breve panoramica su un fenomeno in crescita in Capitanata e non solo: donne come oggetto di violenza
Foggia - martedì 8 marzo 2016
In Capitanata, così come nel resto del territorio, vi è stata e vi è una rapida crescita del deprecabile fenomeno della Violenza sulle Donne, che si estrinsechi su maltrattamenti fisici o psicologici o come riduzione della donna ad oggetto economico da sfruttare in attività lecite o illecite (guardasi la prostituzione).
I numeri parlano chiaro ed i casi di denuncia sono in aumento. Tale fenomeno della Violenza sulle Donne non è certo una novità ma, per varie ragioni, sta emergendo maggiormente negli ultimi anni: i mass-media vi danno più attenzione (anche se solo a fini meramente speculativi); vi è una maggiore predisposizione alla denuncia da parte delle vittime (con l'introduzione della fattispecie giuridica dello stalking); con l'aumento dell'immigrazione aumenta anche la presenza di donne sole in un paese sconosciuto, preda facile per aguzzini e traffici illegali.
Il fenomeno vede una percentuale maggioritaria delle situazioni di violenza all'interno del nucleo familiare da chi è, per le vittime, fidanzato o marito o convivente ma anche padre. Il più delle volte ciò è dovuto ad un "abbassamento della guardia" da parte della donna medesima, o meglio: nei primi episodi di violenza molte donne tendono a tralasciare non reagendo con forza in quanto legate a quest'uomini da rapporti profondamenti affettivi e dall'illusione che sia stato solo un caso. In quel momento la situazione può degenerare dato che tali soggetti, gli autori di questi reati, hanno, consciamente o inconsciamente, come obbiettivo annullare ogni volontà della donna oggetto della violenza e se sentono "l'odore" della paura o la debolezza caratteriale di questa non fanno altro che accelerare il loro intento. Quindi, come sempre, la miglior difesa per le donne che possono essere o sono oggetto di violenza sono loro stesse, meglio ancora il loro coraggio di reagire.
Diversa la situazione delle donne, per lo più straniere, oggetto di traffici umani a sfondo sessuale in quanto i loro aguzzini sono più che spietati o ancora gli episodi di violenza subiti da maschi sconosciuti in modo sporadico, che vedono come protagonisti stranieri sotto fumi di alcol o no e italiani sotto l'effetto di sostanze stupefacenti: qui è più che addebitabile la responsabilità di tali situazioni, più che nei casi precedenti, all'assenza dolosa di uno Stato che non è più in grado di assicurare un pur minimo livello di sicurezza per i propri cittadini, in primis le donne.
Da non dimenticare che una analisi concreta diventa anche difficile dato che il fenomeno sommerso, quello che non arriva nei tribunali o nelle questure, è di gran lunga più grande nei numeri e nella gravità.
Cerignola, ahimè, non si è distinta dalla situazione in Capitanata, guardasi gli arresti di Dicembre o dell'esempio della massima scelleratezza di questo mese, dove veniva finanche minacciata dall'ex convivente la vita della bambina della donna vittima di violenza ed estorsioni.
Ritorniamo a ripete che tale fenomeno può solo essere fermato con una manovra a "tenaglia": il coraggio delle donne da una parte e la presenza dello Stato dall'altra