Attualità
Un cittadino scrive alla Rai dopo la trasmissione tv sulla mafia cerignolana
Pierluigi Lapollo ha invitato i giornalisti ad occuparsi anche delle eccellenze di Cerignola in vari settori
Cerignola - martedì 16 luglio 2024
11.31
E' andata in onda ieri, in seconda serata su Rai Uno, la trasmissione televisiva "Cose Nostre", in cui si è parlato della mafia cerignolana attraverso la cruda testimonianza di un vigilante assalito da un "commando cerignolano" armato nei pressi di Ravenna.
Il programma ha suscitato polemiche e sdegno nei cittadini "buoni" di Cerignola (e sono tanti), che non si riconoscono nel tessuto sociale che è emerso nel reportage televisivo.
Proprio uno di tali cittadini, Pierluigi Lapollo, ha inviato questa mattina una mail alla Rai in cui esprime il suo disappunto per le scelte giornalistiche di mettere in risalto le criticità di una città, Cerignola, che è invece patria di grandi personaggi storici e terra di origine di persone virtuose e impegnate sia nel sociale che nell'imprenditoria.
Riportiamo qui di seguito il testo integrale della sua lettera:
"Buongiorno, Vi scrivo da libero e comune cittadino di Cerignola (Fg) e da contribuente rai pagante il canone tv.
Vi scrivo perché ieri ho seguito attentamente la trasmissione andata in onda in seconda serata nella quale si è parlato della Mafia cerignolana: al netto della veridicità dei racconti e degli anni 90 protagonisti dei "fatti" e dei personaggi narrati, credo che il taglio, molto pesante, abbia ancora una volta gettato ombre su tutta la cittadinanza, soprattutto per delle dichiarazioni un attimo generalizzate di un Vostro ospite che ha sparato a zero sulla società civile.
Evidentemente conosce poco il tessuto sociale cerignolano.
Vi scrivo per farVi rendere conto che queste trasmissioni rischiano di demonizzare un intero territorio, ricco di storia, vissuto da gente laboriosa, culla di grandi talenti contemporanei e di illustri personaggi che hanno fatto l'Italia e non solo, cito "solo": Zingarelli, Di Vittorio e Pasquale Bona.
Mi auguro che la Rai, in quanto televisione pubblica e soprattutto da sempre scuola di grande giornalismo, si occupi anche dei lati positivi, tanti, di Cerignola e sarei onorato di farVi conoscere le eccellenze agroalimentari, industriali, commerciali, culturali e sportive perché dovete sapere, che storicamente, per colpa dei fatti criminosi che fanno sempre più notizia dei fatti e degli eventi positivi, noi cerignolani, dobbiamo lavorare il doppio se non il triplo per meritarci la stima e la credibilità di chiunque, in Italia e nel Mondo, vedono tali trasmissioni.
Sono certo che il mio invito sarà accolto, perché la lotta alla Mafia passa dagli esempi buoni, dall'esaltazione che esista un'altra prospettiva per i giovani di territori come questi.
Confido nella bontà delle Vostre redazioni.
Vi lascio i miei estremi per qualsiasi contatto: xxxxxxxxxxx / xxxxxxxxxxxxxx oltre alla presente pec.
Con rinnovata stima, cordialmente saluto"
Il programma ha suscitato polemiche e sdegno nei cittadini "buoni" di Cerignola (e sono tanti), che non si riconoscono nel tessuto sociale che è emerso nel reportage televisivo.
Proprio uno di tali cittadini, Pierluigi Lapollo, ha inviato questa mattina una mail alla Rai in cui esprime il suo disappunto per le scelte giornalistiche di mettere in risalto le criticità di una città, Cerignola, che è invece patria di grandi personaggi storici e terra di origine di persone virtuose e impegnate sia nel sociale che nell'imprenditoria.
Riportiamo qui di seguito il testo integrale della sua lettera:
"Buongiorno, Vi scrivo da libero e comune cittadino di Cerignola (Fg) e da contribuente rai pagante il canone tv.
Vi scrivo perché ieri ho seguito attentamente la trasmissione andata in onda in seconda serata nella quale si è parlato della Mafia cerignolana: al netto della veridicità dei racconti e degli anni 90 protagonisti dei "fatti" e dei personaggi narrati, credo che il taglio, molto pesante, abbia ancora una volta gettato ombre su tutta la cittadinanza, soprattutto per delle dichiarazioni un attimo generalizzate di un Vostro ospite che ha sparato a zero sulla società civile.
Evidentemente conosce poco il tessuto sociale cerignolano.
Vi scrivo per farVi rendere conto che queste trasmissioni rischiano di demonizzare un intero territorio, ricco di storia, vissuto da gente laboriosa, culla di grandi talenti contemporanei e di illustri personaggi che hanno fatto l'Italia e non solo, cito "solo": Zingarelli, Di Vittorio e Pasquale Bona.
Mi auguro che la Rai, in quanto televisione pubblica e soprattutto da sempre scuola di grande giornalismo, si occupi anche dei lati positivi, tanti, di Cerignola e sarei onorato di farVi conoscere le eccellenze agroalimentari, industriali, commerciali, culturali e sportive perché dovete sapere, che storicamente, per colpa dei fatti criminosi che fanno sempre più notizia dei fatti e degli eventi positivi, noi cerignolani, dobbiamo lavorare il doppio se non il triplo per meritarci la stima e la credibilità di chiunque, in Italia e nel Mondo, vedono tali trasmissioni.
Sono certo che il mio invito sarà accolto, perché la lotta alla Mafia passa dagli esempi buoni, dall'esaltazione che esista un'altra prospettiva per i giovani di territori come questi.
Confido nella bontà delle Vostre redazioni.
Vi lascio i miei estremi per qualsiasi contatto: xxxxxxxxxxx / xxxxxxxxxxxxxx oltre alla presente pec.
Con rinnovata stima, cordialmente saluto"