Territorio
Un anno di emergenza sanitaria, pare che il tempo si sia fermato
Dai nuovi termini all’ inno d’Italia cantato al balcone, dal lockdown al libera tutti, dalla seconda ondata ai vaccini e alla terza ondata con la variante inglese. Dopo un anno si rischia di tornare indietro di un anno… pare che il tempo si sia fermato!
Cerignola - martedì 9 marzo 2021
20.27
Riduzione di contatti tra le persone mediante il rafforzamento delle zone gialle e, in casi più critici, attraverso misure più stringenti e severe, classico delle zone rosse in particolar modo nei fine settimana. Sono alcune delle indicazioni segnalate dagli esperti del Comitato Tecnico Scientifico vista la situazione attuale in cui si registra un aumento dei contagi. (Fonte ANSA).
E' quanto accade oggi, 9 marzo 2021, esattamente un anno dopo il primo lockdown. Ricorderemo tutti quel 9 marzo 2020 quando il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante una diretta TV irruppe, suo malgrado, nel fluire dei nostri giorni. Dopo quella diretta una miriade di conferenze stampa che introdussero una altrettanto variegata terminologia… lockdown, DPCM (prima la maggior parte degli italiani non sapeva neanche cosa fosse), tampone, asintomatico, RNA, distanziamento sociale, assembramenti, ingressi contingentati. E poi l'inno d'Italia cantato alla finestra, musicisti solisti che intrattenevano il vicinato con musiche che accapponavano la pelle, e poi "zona rossa", ordinanze, pareri, virologi in ogni talk show, ansie, divieto di abbraccio, divieto di stretta di mano, nuovi saluti gomito a gomito fino ad arrivare alla primavera in cui si ipotizzavano spiagge con ombrelloni separati da plexiglass, passerelle separate da metri di distanza, ombrelloni che sarebbero dovuti apparire come navicelle spaziali atterrate sulla sabbia fino ad arrivare al "libera tutti" estivo caratterizzato dal famoso tormentone "non ce n'è coviddi".
Il "libera tutti" fino alle regionali 2020… dovevamo per forza votare… per poi apprendere nuovi termini… DaD, DDI, Did, banchi a rotelle e poi colorazione dell'Italia… rosso… arancione… giallo, per cambiare i colori in ogni ordinanza con l'introduzione della zona bianca che, purtroppo, non ha avuto tanto successo.
Poi la seconda ondata e il periodo in cui si è parlato solo di vaccini, ogni italiano ha imparato a conoscere i marchi come quelli delle case di moda… AstraZeneca, Moderna, Pfizer, Curevac, Novavax. Vaccinazioni al personale sanitario,al personale scolastico, agli over 80.
Poi la terza ondata e l'introduzione del nuovo termine… contact tracing (tracciamento dei contatti).
Cosa è cambiato dopo un anno? Sicuramente la vita di noi tutti ma, nel contempo, il diffondersi del virus con le nuove varianti. Oggi la situazione è tornata più che allarmante.
I tecnici del Comitato Tecnico Scientifico sottolineano che occorre estendere la campagna vaccinale a più soggetti possibili e nei tempi più brevi possibili al fine di potenziare il sequenziamento del virus per individuare prima possibile le varianti. Il prof. Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, ha dichiarato nel corso della trasmissione "Agorà", in onda su Rai 3, "Non si vaccina quando c'è alta trasmissione del virus perché così facendo si favorisce l'emergere di varianti resistenti al vaccino. Per questo credo che il provvedimento sul tavolo del Cts vada nella direzione giusta, cercare di spegnere la trasmissione e cercare di vaccinare più persone possibili".
Vaccinare più persone possibili oggi, vaccinare l'intero personale scolastico in soli dieci giorni, vaccinare quanti più ultra ottantenni al fine di procedere con altre categorie, vaccinare presto e tanto. È la strada percorsa anche dal Dipartimento di Prevenzione di Cerignola, guidato dalla dott.ssa Viviana Balena, in piena osservanza di ciò che ha disposto la ASL.
E mentre ci si affanna per vaccinare si inizia a parlare di nuovo lockdown tale da bloccare sul nascere nuovi focolai, che potrebbero contagiare anche i bambini, innescati da varianti resistenti ai vaccini, un nuovo lockdown per evitare la regressione di un anno con il ritorno al 9 marzo 2020. Ha spiegato Crisanti: "Sulle varianti resistenti ai vaccini dobbiamo metterci in testa che serve tolleranza zero. Laddove si manifestano e c'è un focolaio, bisogna chiudere tutto, in stile Codogno, perché non possiamo permetterci che si diffondano nel paese. Significherebbe resettare l'orologio del paese un anno indietro. Con la prima i bambini avevano una resistenza da 20 a 30 volte maggiore di un adulto e questo ha permesso di lasciare aperte le scuole materne. La variante inglese, invece, ha rotto questa barriera e si diffonde bene anche in bambini fino a 5 anni".
Stando a quanto dichiarato dal dott. Pier Paolo Sileri, Sottosegretario alla Salute, occorre intervenire con lockdown ma non generalizzati: "Non sono favorevole a un lockdown generalizzato ma a misure chirurgiche più o meno ampie a seconda delle aree, aspetterei che si pronunci il Cts. Un rafforzamento in alcune aree del Paese vi è già stato con le nuove Regioni che hanno cambiato colore".
Dopo un anno si rischia di tornare indietro di un anno… pare che il tempo si sia fermato!
E' quanto accade oggi, 9 marzo 2021, esattamente un anno dopo il primo lockdown. Ricorderemo tutti quel 9 marzo 2020 quando il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante una diretta TV irruppe, suo malgrado, nel fluire dei nostri giorni. Dopo quella diretta una miriade di conferenze stampa che introdussero una altrettanto variegata terminologia… lockdown, DPCM (prima la maggior parte degli italiani non sapeva neanche cosa fosse), tampone, asintomatico, RNA, distanziamento sociale, assembramenti, ingressi contingentati. E poi l'inno d'Italia cantato alla finestra, musicisti solisti che intrattenevano il vicinato con musiche che accapponavano la pelle, e poi "zona rossa", ordinanze, pareri, virologi in ogni talk show, ansie, divieto di abbraccio, divieto di stretta di mano, nuovi saluti gomito a gomito fino ad arrivare alla primavera in cui si ipotizzavano spiagge con ombrelloni separati da plexiglass, passerelle separate da metri di distanza, ombrelloni che sarebbero dovuti apparire come navicelle spaziali atterrate sulla sabbia fino ad arrivare al "libera tutti" estivo caratterizzato dal famoso tormentone "non ce n'è coviddi".
Il "libera tutti" fino alle regionali 2020… dovevamo per forza votare… per poi apprendere nuovi termini… DaD, DDI, Did, banchi a rotelle e poi colorazione dell'Italia… rosso… arancione… giallo, per cambiare i colori in ogni ordinanza con l'introduzione della zona bianca che, purtroppo, non ha avuto tanto successo.
Poi la seconda ondata e il periodo in cui si è parlato solo di vaccini, ogni italiano ha imparato a conoscere i marchi come quelli delle case di moda… AstraZeneca, Moderna, Pfizer, Curevac, Novavax. Vaccinazioni al personale sanitario,al personale scolastico, agli over 80.
Poi la terza ondata e l'introduzione del nuovo termine… contact tracing (tracciamento dei contatti).
Cosa è cambiato dopo un anno? Sicuramente la vita di noi tutti ma, nel contempo, il diffondersi del virus con le nuove varianti. Oggi la situazione è tornata più che allarmante.
I tecnici del Comitato Tecnico Scientifico sottolineano che occorre estendere la campagna vaccinale a più soggetti possibili e nei tempi più brevi possibili al fine di potenziare il sequenziamento del virus per individuare prima possibile le varianti. Il prof. Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, ha dichiarato nel corso della trasmissione "Agorà", in onda su Rai 3, "Non si vaccina quando c'è alta trasmissione del virus perché così facendo si favorisce l'emergere di varianti resistenti al vaccino. Per questo credo che il provvedimento sul tavolo del Cts vada nella direzione giusta, cercare di spegnere la trasmissione e cercare di vaccinare più persone possibili".
Vaccinare più persone possibili oggi, vaccinare l'intero personale scolastico in soli dieci giorni, vaccinare quanti più ultra ottantenni al fine di procedere con altre categorie, vaccinare presto e tanto. È la strada percorsa anche dal Dipartimento di Prevenzione di Cerignola, guidato dalla dott.ssa Viviana Balena, in piena osservanza di ciò che ha disposto la ASL.
E mentre ci si affanna per vaccinare si inizia a parlare di nuovo lockdown tale da bloccare sul nascere nuovi focolai, che potrebbero contagiare anche i bambini, innescati da varianti resistenti ai vaccini, un nuovo lockdown per evitare la regressione di un anno con il ritorno al 9 marzo 2020. Ha spiegato Crisanti: "Sulle varianti resistenti ai vaccini dobbiamo metterci in testa che serve tolleranza zero. Laddove si manifestano e c'è un focolaio, bisogna chiudere tutto, in stile Codogno, perché non possiamo permetterci che si diffondano nel paese. Significherebbe resettare l'orologio del paese un anno indietro. Con la prima i bambini avevano una resistenza da 20 a 30 volte maggiore di un adulto e questo ha permesso di lasciare aperte le scuole materne. La variante inglese, invece, ha rotto questa barriera e si diffonde bene anche in bambini fino a 5 anni".
Stando a quanto dichiarato dal dott. Pier Paolo Sileri, Sottosegretario alla Salute, occorre intervenire con lockdown ma non generalizzati: "Non sono favorevole a un lockdown generalizzato ma a misure chirurgiche più o meno ampie a seconda delle aree, aspetterei che si pronunci il Cts. Un rafforzamento in alcune aree del Paese vi è già stato con le nuove Regioni che hanno cambiato colore".
Dopo un anno si rischia di tornare indietro di un anno… pare che il tempo si sia fermato!