Turismo
Turismo in Puglia: meno russi, più americani, europei e turisti dell’Est
Anche il settore turistico rispecchia le conflittualità in atto
Cerignola - lunedì 15 agosto 2022
10.24
La Puglia si difende, stando ai dati elaborati dalla Coldiretti, per quanto riguarda il comparto turistico, ma nei flussi di stranieri che visitano la nostra regione qualcosa è cambiato.
Lo chiamano Soft Power ed è la strumentalizzazione del settore turistico come strumento di "rispettabilità internazionale".
Il messaggio è abbastanza chiaro. Fino al periodo pre-pandemia era facile notare nel capoluogo di regione, Bari, una considerevole presenza di turisti russi, "caratterizzati da una elevata capacità di spesa".
La nostra Regione aveva, infatti, stabilito "forti rapporti con la Russia", suggellati dalla visita dello Zar alla città di Bari nel 2007, dopo che nel 2003 Putin aveva donato la statua di San Nicola, patrono della città venerato da oltre due milioni di fedeli in Russia, con una targa che richiama i "legami plurisecolari" con Mosca.
L'assenza dei russi si è fatta sentire, eccome, ma non solo sul territorio pugliese.
Trenta mila in meno le presenze dei russi, solo da noi, in Puglia. Una bella fetta di economia che in qualche modo abbiamo compensato col prepotente ritorno degli stranieri da altri Paesi a partire dagli Stati Uniti avvantaggiati dal tasso di cambio particolarmente favorevole, dalla Germania, da Olanda e Belgio, Australia, Francia e Gran Bretagna, ma anche dai turisti dell'Est, da Polonia, Estonia e Lituania che hanno scelto il Mediterraneo impossibilitati a villeggiare nelle località classiche del mar Nero- ci riporta Coldiretti.
Uno spostamento di flussi turistici, che rispecchia fedelmente la conflittualità dei contesti geopolitici, perché anche il turismo è un fatto politico ed economico.
Guarda caso "nel 2022 la Puglia registra dati incoraggianti rispetto al mercato estero, con la forte ripresa degli arrivi dei turisti americani e nord american, oltre che australiani, certamente un mercato strategico per la destagionalizzazione". Certamente.
Con i flussi turistici si muovono flussi di persone, di idee, di culture a cui i Paesi ospitanti e le strutture devono dare risposte in termini di servizi, adeguando la loro offerta.
In un modo o nell'altro la Puglia salva la stagione turistica, potendo offrire una certa versatilità sia in termini paesaggistici che enogastronomici.
Conosceremo a fine stagione le stime effettive del settore.
Lo chiamano Soft Power ed è la strumentalizzazione del settore turistico come strumento di "rispettabilità internazionale".
Il messaggio è abbastanza chiaro. Fino al periodo pre-pandemia era facile notare nel capoluogo di regione, Bari, una considerevole presenza di turisti russi, "caratterizzati da una elevata capacità di spesa".
La nostra Regione aveva, infatti, stabilito "forti rapporti con la Russia", suggellati dalla visita dello Zar alla città di Bari nel 2007, dopo che nel 2003 Putin aveva donato la statua di San Nicola, patrono della città venerato da oltre due milioni di fedeli in Russia, con una targa che richiama i "legami plurisecolari" con Mosca.
L'assenza dei russi si è fatta sentire, eccome, ma non solo sul territorio pugliese.
Trenta mila in meno le presenze dei russi, solo da noi, in Puglia. Una bella fetta di economia che in qualche modo abbiamo compensato col prepotente ritorno degli stranieri da altri Paesi a partire dagli Stati Uniti avvantaggiati dal tasso di cambio particolarmente favorevole, dalla Germania, da Olanda e Belgio, Australia, Francia e Gran Bretagna, ma anche dai turisti dell'Est, da Polonia, Estonia e Lituania che hanno scelto il Mediterraneo impossibilitati a villeggiare nelle località classiche del mar Nero- ci riporta Coldiretti.
Uno spostamento di flussi turistici, che rispecchia fedelmente la conflittualità dei contesti geopolitici, perché anche il turismo è un fatto politico ed economico.
Guarda caso "nel 2022 la Puglia registra dati incoraggianti rispetto al mercato estero, con la forte ripresa degli arrivi dei turisti americani e nord american, oltre che australiani, certamente un mercato strategico per la destagionalizzazione". Certamente.
Con i flussi turistici si muovono flussi di persone, di idee, di culture a cui i Paesi ospitanti e le strutture devono dare risposte in termini di servizi, adeguando la loro offerta.
In un modo o nell'altro la Puglia salva la stagione turistica, potendo offrire una certa versatilità sia in termini paesaggistici che enogastronomici.
Conosceremo a fine stagione le stime effettive del settore.