Tommaso Sgarro «Che ama fè?»
Parte la campagna elettorale per le comunali del prossimo autunno a Cerignola e Tommaso Sgarro ufficializza la sua candidatura a sindaco
Cerignola - lunedì 14 giugno 2021
19.56
La camicia bianca è quella del manifesto elettorale di Bersani del 2011, l'uso di non nominare esplicitamente l'avversario è quello di Veltroni del 2008. Per il resto il comizio che Tommaso Sgarro, ex segretario cittadino del Partito Democratico, ha tenuto ieri sera davanti alla villa comunale e ha aperto la campagna elettorale per le amministrative del prossimo autunno a Cerignola, ufficializzando la sua candidatura a sindaco, ha marcato la distanza dell'ex-dem con il suo passato politico. Nel 2015 Sgarro correva per l'elezione a sindaco da segretario cittadino e candidato del PD, ieri ha iniziato la sua carriera politica da solista, come capita ai leader dei gruppi musicali dopo aver lasciato la band, anche se nel suo caso è stata la band a lasciare lui.
Nel comizio di chiusura della campagna elettorale del 2015 sul palco c'era lo stato maggiore dell'allora PD cerignolano con l'ex europarlamentare Elena Gentile, ieri a condividere l'inizio della nuova avventura politica, Anastasia Mancino e Luca Lombardi, due dei portavoce di "Noi comunità in movimento", l'associazione politica che esprime Sgarro candidato sindaco. Sul palco niente bandiere di partito ma solo il manifesto/stencil gialloblù col volto del candidato, e i soli pugni chiusi che si sono visti sono stati quelli in orizzontale per salutare qualche convenuto prima del comizio.
Sgarro ha deciso di candidarsi per rispondere ai tanti cittadini che quando lo incontravano per strada o al bar gli chiedevano: «Che ama fè, ama accumenzè?» (Che facciamo, iniziamo? ndr), un dovere a cui non si è sottratto, e prima di invitare i numerosi cittadini accorsi a «riaccendere la luce nella città», dopo il buio che attribuisce agli anni appena trascorsi che hanno portato al commissariamento del comune per infiltrazioni mafiose, il primo e doveroso pensiero della serata è stato per i cerignolani che non sono sopravvissuti alla pandemia.
La trasformazione "civica" si è compiuta quando ha dichiarato: «non sono io che mi candido a governare la città ma siamo tutti noi che ci candidiamo». Un'esortazione che ricorda il Movimento 5 Stelle dell'uno vale uno, così come l'annuncio di decurtarsi il 50% dello stipendio in caso di elezione e destinarlo a un fondo per l'infanzia. Anche se non li nomina mai è chiaro chi sono gli avversari che Sgarro ha individuato come quelli da battere nella corsa a palazzo di città. Il primo è l'ex-sindaco Franco Metta, che secondo Sgarro ha amministrato la cosa pubblica con più di un occhio di riguardo ai suoi sodali, il secondo è il suo ex-partito, colpevole di aver smarrito la propria identità e dimenticato l'insegnamento di Giuseppe Di Vittorio di non «togliersi mai il cappello davanti al padrone».
La parola guerriero è stata usata nei commenti al video della diretta del comizio su Facebook. Un accostamento non del tutto azzardato. Orfano di partito ma con tanti che hanno deciso di sposare la causa, con la grinta e il look, occhiali a parte, di Gerard Butler alias Leonida che in "300", film del 2007, urlava «Questa è Sparta», alla fine del comizio scandisce impetuoso: «Noi siamo il popolo di Cerignola» e inizia il viaggio verso le Termopili di autunno dove ad attenderlo non ci sarà il Dio Serse ma, per il momento, Franco Metta in attesa di altri combattenti.
Nel comizio di chiusura della campagna elettorale del 2015 sul palco c'era lo stato maggiore dell'allora PD cerignolano con l'ex europarlamentare Elena Gentile, ieri a condividere l'inizio della nuova avventura politica, Anastasia Mancino e Luca Lombardi, due dei portavoce di "Noi comunità in movimento", l'associazione politica che esprime Sgarro candidato sindaco. Sul palco niente bandiere di partito ma solo il manifesto/stencil gialloblù col volto del candidato, e i soli pugni chiusi che si sono visti sono stati quelli in orizzontale per salutare qualche convenuto prima del comizio.
Sgarro ha deciso di candidarsi per rispondere ai tanti cittadini che quando lo incontravano per strada o al bar gli chiedevano: «Che ama fè, ama accumenzè?» (Che facciamo, iniziamo? ndr), un dovere a cui non si è sottratto, e prima di invitare i numerosi cittadini accorsi a «riaccendere la luce nella città», dopo il buio che attribuisce agli anni appena trascorsi che hanno portato al commissariamento del comune per infiltrazioni mafiose, il primo e doveroso pensiero della serata è stato per i cerignolani che non sono sopravvissuti alla pandemia.
La trasformazione "civica" si è compiuta quando ha dichiarato: «non sono io che mi candido a governare la città ma siamo tutti noi che ci candidiamo». Un'esortazione che ricorda il Movimento 5 Stelle dell'uno vale uno, così come l'annuncio di decurtarsi il 50% dello stipendio in caso di elezione e destinarlo a un fondo per l'infanzia. Anche se non li nomina mai è chiaro chi sono gli avversari che Sgarro ha individuato come quelli da battere nella corsa a palazzo di città. Il primo è l'ex-sindaco Franco Metta, che secondo Sgarro ha amministrato la cosa pubblica con più di un occhio di riguardo ai suoi sodali, il secondo è il suo ex-partito, colpevole di aver smarrito la propria identità e dimenticato l'insegnamento di Giuseppe Di Vittorio di non «togliersi mai il cappello davanti al padrone».
La parola guerriero è stata usata nei commenti al video della diretta del comizio su Facebook. Un accostamento non del tutto azzardato. Orfano di partito ma con tanti che hanno deciso di sposare la causa, con la grinta e il look, occhiali a parte, di Gerard Butler alias Leonida che in "300", film del 2007, urlava «Questa è Sparta», alla fine del comizio scandisce impetuoso: «Noi siamo il popolo di Cerignola» e inizia il viaggio verso le Termopili di autunno dove ad attenderlo non ci sarà il Dio Serse ma, per il momento, Franco Metta in attesa di altri combattenti.