Attualità
Terremoto dell’Aquila, sentenza choc riconosce concorso di colpa alle vittime: i familiari pronti al ricorso
Nel violento sisma del 6 Aprile 2009 scampò miracolosamente alla morte una ragazza originaria di Cerignola
Cerignola - mercoledì 12 ottobre 2022
15.39
A volte si percepisce una spaccatura tra la giurisprudenza e la vita reale. Alcune sentenze sono destinate a far parlare più di altre, perché spesso urtano la sensibilità di chi ha vissuto sulla propria pelle un evento luttuoso o, come in questo caso, un vero e proprio disastro collettivo.
Come dimenticare il tremendo terremoto del 6 Aprile 2009, quello in cui persero la vita 309 persone, tra cui purtroppo molti giovani studenti fuori sede? Pur se a distanza, tutti abbiamo vissuto con i soccorritori gli attimi concitati del salvataggio dei superstiti e la dolorosa conta delle vittime, insieme ai familiari di tante giovani vite spezzate negli anni più belli.
Una recente sentenza emessa dal Tribunale Civile dell'Aquila ha accolto la richiesta di risarcimento da parte dell'Avvocatura di Stato nei confronti dei proprietari di appartamenti in cui morirono 27 persone. I giudici hanno riconosciuto un concorso di colpa dei ragazzi pari al 30% in quanto il loro comportamento è stato ritenuto imprudente. La motivazione è che, dopo la seconda forte scossa verificatasi in tarda serata, avrebbero dovuto lasciare la casa. Sulla base di ciò, taglia i risarcimenti ai parenti delle vittime.
I familiari delle vittime hanno definito la sentenza "vomitevole", e sono pronti ad impugnarla sulla base di alcune precise informazioni in loro possesso. Maria Grazia Piccinini, mamma di una giovane vittima del sisma, ha infatti dichiarato che i ragazzi dopo le prime due scosse furono rassicurati.
Piccinini, che è anche un avvocato, si è appellata ad una comunicazione inopportuna e "scorrettamente tranquillizzante" da parte degli organi preposti alla prevenzione dei rischi, che ha fuorviato il comportamento dei ragazzi.
Anche una ragazza di Cerignola, Raffaella Capotorto, ha vissuto la triste vicenda del sisma all'Aquila. Fu salvata dai soccorritori dopo ore, ed oggi è viva per miracolo. Qualche anno fa aveva raccontato la sua esperienza, e chissà ora cosa pensa di questo verdetto che suscita legittime polemiche e resistenze.
Come dimenticare il tremendo terremoto del 6 Aprile 2009, quello in cui persero la vita 309 persone, tra cui purtroppo molti giovani studenti fuori sede? Pur se a distanza, tutti abbiamo vissuto con i soccorritori gli attimi concitati del salvataggio dei superstiti e la dolorosa conta delle vittime, insieme ai familiari di tante giovani vite spezzate negli anni più belli.
Una recente sentenza emessa dal Tribunale Civile dell'Aquila ha accolto la richiesta di risarcimento da parte dell'Avvocatura di Stato nei confronti dei proprietari di appartamenti in cui morirono 27 persone. I giudici hanno riconosciuto un concorso di colpa dei ragazzi pari al 30% in quanto il loro comportamento è stato ritenuto imprudente. La motivazione è che, dopo la seconda forte scossa verificatasi in tarda serata, avrebbero dovuto lasciare la casa. Sulla base di ciò, taglia i risarcimenti ai parenti delle vittime.
I familiari delle vittime hanno definito la sentenza "vomitevole", e sono pronti ad impugnarla sulla base di alcune precise informazioni in loro possesso. Maria Grazia Piccinini, mamma di una giovane vittima del sisma, ha infatti dichiarato che i ragazzi dopo le prime due scosse furono rassicurati.
Piccinini, che è anche un avvocato, si è appellata ad una comunicazione inopportuna e "scorrettamente tranquillizzante" da parte degli organi preposti alla prevenzione dei rischi, che ha fuorviato il comportamento dei ragazzi.
Anche una ragazza di Cerignola, Raffaella Capotorto, ha vissuto la triste vicenda del sisma all'Aquila. Fu salvata dai soccorritori dopo ore, ed oggi è viva per miracolo. Qualche anno fa aveva raccontato la sua esperienza, e chissà ora cosa pensa di questo verdetto che suscita legittime polemiche e resistenze.