Vita di città
Teresa, mamma coraggio di Cerignola, accanto a suo figlio dopo un grave incidente stradale
Il ragazzo è in ospedale a Imola in un reparto specializzato: “Il mio Andrea c’è e non c’è”
Cerignola - domenica 14 maggio 2023
Cinque mesi fa Teresa A, 48enne di Cerignola, riceve la telefonata che nessuna madre al mondo vorrebbe mai ricevere: quella in cui le viene comunicato che il figlio è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale. Nella sua mente, in quel momento, si agita un vortice di sensazioni ed emozioni difficili e forse impossibili da descrivere.
A Dicembre scorso la vita di Teresa e della sua famiglia è stata a dir poco sconvolta. Andrea, 24 anni, è il primogenito di tre figli, un ragazzo affettuoso, generoso, con tante aspettative per il futuro e profondamente legato a sua mamma, soprattutto dopo la recente separazione dei genitori.
Nello scontro con una vettura guidata da una donna, Andrea riporta gravi lesioni: entra in coma e viene subito trasportato all'ospedale di Foggia. Qui viene ricoverato in terapia intensiva, fino al trasferimento successivo al nosocomio di San Giovanni Rotondo.
E' il periodo di Natale, e per Teresa comincia un doloroso calvario fatto di corsie di ospedale, diagnosi, medici da rincorrere, incognite sul futuro e preghiere, tante preghiere. Intanto pensa: "mio figlio non è morto, è ancora qui", e si fa forza per affrontare giorni interminabili e caratterizzati da emozioni contrastanti.
Dopo qualche tempo- come succede spesso in questi casi di giovani vittime di incidenti stradali- i medici decidono di trasferire Andrea nel centro di riabilitazione di Montecatone (Imola), convenzionato con annessa residenza per i caregiver.
Teresa è qui da quando ci è arrivato anche suo figlio, segue le terapie farmacologiche e le cure riabilitative che i medici stanno effettuando e non si allontana mai da lui. "Il mio Andrea c'è e non c'è. Ogni suo piccolo progresso mi rende felice, è come quando hai un bambino piccolo e lo segui mentre cresce. Purtroppo il futuro è una grande incognita, i medici stanno facendo il possibile e anche di più, ma il cervello è una macchina assai complicata, e al momento non è facile capire quali sono le parti che hanno subito lesioni a causa dell'impatto. Forse il mio Andrea un giorno riuscirà ad alzarsi, a restare seduto, o forse un giorno se Dio vorrà tornerà a camminare.
Ma comunque vada, io sarò sempre al suo fianco. Questa tragedia mi ha fatto comprendere quanto possa essere grande e forte l'amore di una mamma, e di come ognuno di noi dovrebbe imparare a vivere il presente, senza grandi aspettative per il futuro. Per me essere qui, vedere ogni mio figlio, poterlo toccare, è già un miracolo, e voglio concentrarmi su ogni singolo momento. Certo non è affatto facile, ma la forza viene dal legame ancestrale e viscerale che lega una mamma al suo figlio sin dal concepimento, e che niente e nessuno potrà mai scalfire".
Le parole di Teresa fanno venire i brividi, le sue parole vibrano di una forza incredibile. Le chiediamo come trascorre le sue giornate, come e quanto è cambiata la sua vita.
"Non ho esitato un solo attimo a lasciare tutto (lavoravo a Cerignola) per seguire mio figlio a Imola. Qui alloggio nella residenza annessa alla struttura sanitaria: ho conosciuto tante donne nella mia stessa situazione, con alcune, in particolare, è nato un bel rapporto.
Ci incontriamo, parliamo, ci sosteniamo nei giorni difficili, a volte riusciamo anche a ridere e a trascorrere momenti spensierati tra una terapia e l'altra. L'energia vitale delle donne è incredibile, abbiamo sempre tante risorse, io stessa a volte non so dove trovi la forza di guardare avanti al futuro senza abbattermi", è la risposta di Teresa.
Per lei si prospettano altri mesi ad Imola, poi il ritorno a Cerignola. "Andrò a vivere con Andrea e i miei due altri figli, ho bisogno di pianificare tutto in modo da poterlo aiutare concretamente nella riabilitazione che i medici mi diranno di seguire.
Il mio amore e la mia dedizione possono aiutare Andrea a fare progressi, a recuperare ciò che ha perso, a farlo sentire accolto e protetto. A volte, quando gli chiedo di darmi la mano, lui fa un gesto come se mi capisse, ma non sappiamo se è solo un movimento di riflesso o è cosciente. Io però lo abbraccio, lo tengo stretto a me, come ho sempre fatto sin da piccolo. L'amore di una mamma può salvare la vita, io almeno ci sto provando".
Il racconto di Teresa finisce qui, ma il suo sorriso e la sua straordinaria forza sono fari che illuminano il buio, e che sicuramente stanno portando luce anche nella vita del suo Andrea.
A Dicembre scorso la vita di Teresa e della sua famiglia è stata a dir poco sconvolta. Andrea, 24 anni, è il primogenito di tre figli, un ragazzo affettuoso, generoso, con tante aspettative per il futuro e profondamente legato a sua mamma, soprattutto dopo la recente separazione dei genitori.
Nello scontro con una vettura guidata da una donna, Andrea riporta gravi lesioni: entra in coma e viene subito trasportato all'ospedale di Foggia. Qui viene ricoverato in terapia intensiva, fino al trasferimento successivo al nosocomio di San Giovanni Rotondo.
E' il periodo di Natale, e per Teresa comincia un doloroso calvario fatto di corsie di ospedale, diagnosi, medici da rincorrere, incognite sul futuro e preghiere, tante preghiere. Intanto pensa: "mio figlio non è morto, è ancora qui", e si fa forza per affrontare giorni interminabili e caratterizzati da emozioni contrastanti.
Dopo qualche tempo- come succede spesso in questi casi di giovani vittime di incidenti stradali- i medici decidono di trasferire Andrea nel centro di riabilitazione di Montecatone (Imola), convenzionato con annessa residenza per i caregiver.
Teresa è qui da quando ci è arrivato anche suo figlio, segue le terapie farmacologiche e le cure riabilitative che i medici stanno effettuando e non si allontana mai da lui. "Il mio Andrea c'è e non c'è. Ogni suo piccolo progresso mi rende felice, è come quando hai un bambino piccolo e lo segui mentre cresce. Purtroppo il futuro è una grande incognita, i medici stanno facendo il possibile e anche di più, ma il cervello è una macchina assai complicata, e al momento non è facile capire quali sono le parti che hanno subito lesioni a causa dell'impatto. Forse il mio Andrea un giorno riuscirà ad alzarsi, a restare seduto, o forse un giorno se Dio vorrà tornerà a camminare.
Ma comunque vada, io sarò sempre al suo fianco. Questa tragedia mi ha fatto comprendere quanto possa essere grande e forte l'amore di una mamma, e di come ognuno di noi dovrebbe imparare a vivere il presente, senza grandi aspettative per il futuro. Per me essere qui, vedere ogni mio figlio, poterlo toccare, è già un miracolo, e voglio concentrarmi su ogni singolo momento. Certo non è affatto facile, ma la forza viene dal legame ancestrale e viscerale che lega una mamma al suo figlio sin dal concepimento, e che niente e nessuno potrà mai scalfire".
Le parole di Teresa fanno venire i brividi, le sue parole vibrano di una forza incredibile. Le chiediamo come trascorre le sue giornate, come e quanto è cambiata la sua vita.
"Non ho esitato un solo attimo a lasciare tutto (lavoravo a Cerignola) per seguire mio figlio a Imola. Qui alloggio nella residenza annessa alla struttura sanitaria: ho conosciuto tante donne nella mia stessa situazione, con alcune, in particolare, è nato un bel rapporto.
Ci incontriamo, parliamo, ci sosteniamo nei giorni difficili, a volte riusciamo anche a ridere e a trascorrere momenti spensierati tra una terapia e l'altra. L'energia vitale delle donne è incredibile, abbiamo sempre tante risorse, io stessa a volte non so dove trovi la forza di guardare avanti al futuro senza abbattermi", è la risposta di Teresa.
Per lei si prospettano altri mesi ad Imola, poi il ritorno a Cerignola. "Andrò a vivere con Andrea e i miei due altri figli, ho bisogno di pianificare tutto in modo da poterlo aiutare concretamente nella riabilitazione che i medici mi diranno di seguire.
Il mio amore e la mia dedizione possono aiutare Andrea a fare progressi, a recuperare ciò che ha perso, a farlo sentire accolto e protetto. A volte, quando gli chiedo di darmi la mano, lui fa un gesto come se mi capisse, ma non sappiamo se è solo un movimento di riflesso o è cosciente. Io però lo abbraccio, lo tengo stretto a me, come ho sempre fatto sin da piccolo. L'amore di una mamma può salvare la vita, io almeno ci sto provando".
Il racconto di Teresa finisce qui, ma il suo sorriso e la sua straordinaria forza sono fari che illuminano il buio, e che sicuramente stanno portando luce anche nella vita del suo Andrea.