Teatro, il Maestro Mastroserio esce di scena. Perché?
Il pianista: “Avrei proseguito il mio lavoro, ma…”
Cerignola - martedì 10 gennaio 2017
13.55
Le dimissioni del Maestro Rosario Mastroserio da direttore artistico del Teatro Mercadante sono giunte inaspettate, anche alla luce dei passi in avanti compiuti dalla città dal punto di vista culturale. E' lo stesso Mastroserio che spiega perché si è arrivati a questa situazione.
Sicuramente c'erano dei punti di vista differenti in ordine alla organizzazione e conduzione della parte culturale, tant'è che negli ultimi tempi è circolata voce che io sostenessi che il teatro dialettale non è cultura – afferma il Maestro - Io ho sostenuto, invece, che il teatro, ad esempio di Eduardo e De Curtis, in quanto "espressione" autentica della cultura e storia di Napoli, è carico di una profonda "significazione" culturale e valoriale che il teatro dialettale locale, nostro malgrado, certamente non ha.
Il Sindaco afferma che il suo obiettivo è quello di tenere il teatro sempre aperto, anche per spettacoli di cabaret. E' stato anche questo uno dei motivi che hanno portato alla rottura?
Io credo che il teatro possa essere sempre aperto a prescindere della "disponibilità al cabaret". Ovviamente meglio, a mio parere, un concerto in più, un'educazione in più, e pertanto un'occasione di crescita da aggiungere. Mozart, Bach, Mascagni, Puccini, il jazz di qualità fanno seriamente la differenza. Diciamo che c'è stato in effetti, da parte mia, una qualche forma di lieve irrigidimento, senza secondi fini, anzi, il tutto mirato al riconoscimento dei "reali" valori della cultura. Da qui ad arrivare a un meccanismo dimissionario ce ne passa un bel po'…
Quanto ha inciso il fatto che non ci fosse un assessore alla cultura con cui interfacciarsi e trovare punti di intesa?
Forse il fatto di non aver avuto un assessore con cui confrontarmi con costanza, alla luce dei tanti impegni del Sindaco, può aver inciso. E' stata un po' difficile, comunque, la gestione di un incarico da me condotto, peraltro, a titolo gratuito. Sarebbe il caso di chiedersi come mai, nel giro di pochissimi giorni, il direttore artistico prima va benissimo e subito dopo non più. Qualcosa che non va e che mi è sfuggito di mano sicuramente c'è stato. Tuttavia vorrei chiarire una posizione importante: io ho rassegnato le mie dimissioni poiché sono stato "invitato" a farlo nel giro di 48 ore.
I progetti in cantiere su cui si stava lavorando, come il Settembre Mascagnano di carattere internazionale di cui si parlava, rimarranno progetti che non vedranno mai la luce?
Non mi è dato saperlo. Mi dispiace molto per la città, poiché stava crescendo parecchio e pertanto non posso sinceramente che augurarmi che le cose vadano sempre meglio. Si tratta, comunque, di un'importante occasione "persa".
Com'è stato possibile che non si sia riusciti ad arrivare a un punto di contatto?
Non è dipeso da me; il teatro è, istituzionalmente, appannaggio del primo cittadino, che può avere tutte le sue motivazioni per le proprie scelte, ma si poteva cercare di arrivare a un punto di contatto. Molto probabilmente le mie indicazioni e la mia chiara volontà di fare cultura vera sono state fraintese. Mi auguro soltanto che non abbiano prevalso le scelte della "politica", a me sempre poco congeniali. Adesso mi dedicherò di più alla mia professione, avendo più tempo a disposizione. In primavera, infatti, suonerò a Varsavia e a Parigi.
Nato 56 anni fa a San Giovanni Rotondo (Fg), Rosario Mastroserio si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Foggia con Rinalda Tassinari Skubikovsky, per poi perfezionarsi con maestri del calibro di Rodolfo Caporali, Michele Campanella e Malcom Frager. Tiene concerti in tutto il mondo, avendo suonato, tra le altre, a Berlino, Hannover, Vienna, Amsterdam, Stoccolma, San Pietroburgo, New York, Washington, Boston, Filadelfia, Abu Dhabi, Dubai, Singapore, Città del Messico, Buenos Aires, San Paolo del Brasile, Copenaghen, Budapest. Attualmente è ordinario di pianoforte principale presso il Conservatorio Piccinni di Bari e visiting professor di storia della musica all'Università di Middlebury (Usa).
Sicuramente c'erano dei punti di vista differenti in ordine alla organizzazione e conduzione della parte culturale, tant'è che negli ultimi tempi è circolata voce che io sostenessi che il teatro dialettale non è cultura – afferma il Maestro - Io ho sostenuto, invece, che il teatro, ad esempio di Eduardo e De Curtis, in quanto "espressione" autentica della cultura e storia di Napoli, è carico di una profonda "significazione" culturale e valoriale che il teatro dialettale locale, nostro malgrado, certamente non ha.
Il Sindaco afferma che il suo obiettivo è quello di tenere il teatro sempre aperto, anche per spettacoli di cabaret. E' stato anche questo uno dei motivi che hanno portato alla rottura?
Io credo che il teatro possa essere sempre aperto a prescindere della "disponibilità al cabaret". Ovviamente meglio, a mio parere, un concerto in più, un'educazione in più, e pertanto un'occasione di crescita da aggiungere. Mozart, Bach, Mascagni, Puccini, il jazz di qualità fanno seriamente la differenza. Diciamo che c'è stato in effetti, da parte mia, una qualche forma di lieve irrigidimento, senza secondi fini, anzi, il tutto mirato al riconoscimento dei "reali" valori della cultura. Da qui ad arrivare a un meccanismo dimissionario ce ne passa un bel po'…
Quanto ha inciso il fatto che non ci fosse un assessore alla cultura con cui interfacciarsi e trovare punti di intesa?
Forse il fatto di non aver avuto un assessore con cui confrontarmi con costanza, alla luce dei tanti impegni del Sindaco, può aver inciso. E' stata un po' difficile, comunque, la gestione di un incarico da me condotto, peraltro, a titolo gratuito. Sarebbe il caso di chiedersi come mai, nel giro di pochissimi giorni, il direttore artistico prima va benissimo e subito dopo non più. Qualcosa che non va e che mi è sfuggito di mano sicuramente c'è stato. Tuttavia vorrei chiarire una posizione importante: io ho rassegnato le mie dimissioni poiché sono stato "invitato" a farlo nel giro di 48 ore.
I progetti in cantiere su cui si stava lavorando, come il Settembre Mascagnano di carattere internazionale di cui si parlava, rimarranno progetti che non vedranno mai la luce?
Non mi è dato saperlo. Mi dispiace molto per la città, poiché stava crescendo parecchio e pertanto non posso sinceramente che augurarmi che le cose vadano sempre meglio. Si tratta, comunque, di un'importante occasione "persa".
Com'è stato possibile che non si sia riusciti ad arrivare a un punto di contatto?
Non è dipeso da me; il teatro è, istituzionalmente, appannaggio del primo cittadino, che può avere tutte le sue motivazioni per le proprie scelte, ma si poteva cercare di arrivare a un punto di contatto. Molto probabilmente le mie indicazioni e la mia chiara volontà di fare cultura vera sono state fraintese. Mi auguro soltanto che non abbiano prevalso le scelte della "politica", a me sempre poco congeniali. Adesso mi dedicherò di più alla mia professione, avendo più tempo a disposizione. In primavera, infatti, suonerò a Varsavia e a Parigi.
Nato 56 anni fa a San Giovanni Rotondo (Fg), Rosario Mastroserio si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Foggia con Rinalda Tassinari Skubikovsky, per poi perfezionarsi con maestri del calibro di Rodolfo Caporali, Michele Campanella e Malcom Frager. Tiene concerti in tutto il mondo, avendo suonato, tra le altre, a Berlino, Hannover, Vienna, Amsterdam, Stoccolma, San Pietroburgo, New York, Washington, Boston, Filadelfia, Abu Dhabi, Dubai, Singapore, Città del Messico, Buenos Aires, San Paolo del Brasile, Copenaghen, Budapest. Attualmente è ordinario di pianoforte principale presso il Conservatorio Piccinni di Bari e visiting professor di storia della musica all'Università di Middlebury (Usa).