Storia, arte e cultura nel Presepe della Chiesa dell’Assunta a Cerignola
Il resoconto dell’incontro svoltosi il 27 Dicembre scorso promosso dall’associazione “Art&Fatti”
Cerignola - domenica 29 dicembre 2024
Riportiamo qui di seguito la nota riguardante un incontro molto interessante che si è svolto il 27 Dicembre scorso presso la Chiesa B.V.M. dell'Assunta di Cerignola, e che reca la firma di Domenico Carbone, ricercatore e cultore di storia locale.
"Il presepe della Chiesa dell'Assunta è un'opera d'arte , che quest'anno, dopo 75 anni, presenta una grande novità, costituita dalla presenza di pupi presepiali, nel frattempo restaurati. Alcuni di essi sono stati collocati fra i figuranti nella rappresentazione scenografica della Natività, altri si trovano sugli altarini laterali. In tutto 33 dei 36 manufatti d'argilla creati da artigiani locali, e appartenuti a Antonietta Rosati e alla sua famiglia. Furono esposti nel primo presepio dell'anno di fondazione della Parrocchia (1949).
A tale premessa, introdotta dal brillante Luca Gasparro, Presidente dell'Associazione "Art&Fatti" hanno fatto seguito relazioni di così alto spessore da disegnare uno spaccato della storia sociale, culturale, artistica e scolastica della città.
Mario Granata ha ricordato in modo a tratti commovente la figura di Antonietta Rosati, la fondatrice della scuola d'arte, poi Istituto statale d'arte, di cui egli stesso divenne preside. Le origini al primo piano di palazzo Palieri, le retribuzioni incerte, il reclutamento soprattutto delle ragazze, figlie di artigiani lavoranti nelle vecchie fornaci alla periferia della città, i pochi strumenti didattici a disposizione, la determinazione e la fede della Rosati sembravano romanzesche scene di un incredibile canovaccio.
Giuliana Colucci, attuale dirigente del Liceo Artistico, che ha mantenuto la stessa intitolazione al "Sacro Cuore", ha sottolineato la modernità del pensiero e dell'azione di Antonietta Rosati, nel contesto sociale, temporale e ambientale in cui ha dovuto operare per una intrapresa del genere.
Credere all'emancipazione di ragazze cresciute in un tempo e in un'atmosfera ostili alla loro formazione professionale, collegandola a un'attività gentile, raffinata come quella dell'ideazione e della preparazione di oggetti d'arte, fa della Rosati "una donna del futuro". Non ultimo, infine, l'intervento di Donato Alfonso, restauratore dei pupi. Conferma Alfonso, che, come spesso succede nelle operazioni di manutenzione o di riparazione di oggetti di valore, sono emerse tecniche di confezionamento geniali, considerati i pochi mezzi disponibili all'epoca del loro confezionamento.
Intagliati da "mani d'oro" i pupi lignei, costruiti con sola cartapesta o con la creta sovrapposta alla base di cartapesta, e ancora creta e cartapesta intorno a uno scheletro di fili d'alluminio o di zinco sono gli elementi di novità emersi dal pregevole restauro. Che dire? Il passato continua a restituire alla città, come pietre d'inciampo, testimonianze di un tempo su cui si poggia il presente e, con il nostro auspicio, il futuro".
"Il presepe della Chiesa dell'Assunta è un'opera d'arte , che quest'anno, dopo 75 anni, presenta una grande novità, costituita dalla presenza di pupi presepiali, nel frattempo restaurati. Alcuni di essi sono stati collocati fra i figuranti nella rappresentazione scenografica della Natività, altri si trovano sugli altarini laterali. In tutto 33 dei 36 manufatti d'argilla creati da artigiani locali, e appartenuti a Antonietta Rosati e alla sua famiglia. Furono esposti nel primo presepio dell'anno di fondazione della Parrocchia (1949).
A tale premessa, introdotta dal brillante Luca Gasparro, Presidente dell'Associazione "Art&Fatti" hanno fatto seguito relazioni di così alto spessore da disegnare uno spaccato della storia sociale, culturale, artistica e scolastica della città.
Mario Granata ha ricordato in modo a tratti commovente la figura di Antonietta Rosati, la fondatrice della scuola d'arte, poi Istituto statale d'arte, di cui egli stesso divenne preside. Le origini al primo piano di palazzo Palieri, le retribuzioni incerte, il reclutamento soprattutto delle ragazze, figlie di artigiani lavoranti nelle vecchie fornaci alla periferia della città, i pochi strumenti didattici a disposizione, la determinazione e la fede della Rosati sembravano romanzesche scene di un incredibile canovaccio.
Giuliana Colucci, attuale dirigente del Liceo Artistico, che ha mantenuto la stessa intitolazione al "Sacro Cuore", ha sottolineato la modernità del pensiero e dell'azione di Antonietta Rosati, nel contesto sociale, temporale e ambientale in cui ha dovuto operare per una intrapresa del genere.
Credere all'emancipazione di ragazze cresciute in un tempo e in un'atmosfera ostili alla loro formazione professionale, collegandola a un'attività gentile, raffinata come quella dell'ideazione e della preparazione di oggetti d'arte, fa della Rosati "una donna del futuro". Non ultimo, infine, l'intervento di Donato Alfonso, restauratore dei pupi. Conferma Alfonso, che, come spesso succede nelle operazioni di manutenzione o di riparazione di oggetti di valore, sono emerse tecniche di confezionamento geniali, considerati i pochi mezzi disponibili all'epoca del loro confezionamento.
Intagliati da "mani d'oro" i pupi lignei, costruiti con sola cartapesta o con la creta sovrapposta alla base di cartapesta, e ancora creta e cartapesta intorno a uno scheletro di fili d'alluminio o di zinco sono gli elementi di novità emersi dal pregevole restauro. Che dire? Il passato continua a restituire alla città, come pietre d'inciampo, testimonianze di un tempo su cui si poggia il presente e, con il nostro auspicio, il futuro".