Sierocoinvolt+- per abbattere lo stigma
Alla conclusione del mese della prevenzione, il resoconto di un progetto guidato dall'amore per la vita.
Cerignola - giovedì 29 dicembre 2016
19.37
di Maria Vasciaveo
Il mese di dicembre sta per chiudersi, portando con se le gioie o le disillusioni dell'anno che sta per terminare. È il mese dei bilanci, dei buoni propositi per il futuro, delle statistiche. Ma è anche il mese della prevenzione. Il primo dicembre, in particolare, è la giornata mondiale della lotta contro l'Hiv/AIDS.
In Italia il virus (Hiv) e la malattia (l'AIDS) forse non fanno più paura, ma non devono essere sottovalutate.
I dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità dicono che i giovani tra i 25 e i 29 anni sono i più interessati al contagio. Nel 2015 ci sono state 3444 segnalazioni di nuove diagnosi di infezione che collocano il nostro Paese al 13° posto in Europa per incidenza. L'85,5 % di queste diagnosi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, il 44,9% tra eterosessuali, il 40,6% tra omosessuali. Ma quello che più allarma è che le diagnosi purtroppo sono tardive.
Massimo Oldrini, presidente della Lila, la Lega Italiana per La Lotta contro l'AIDS, parla chiaro: "La comunicazione non c'è e quella che c'è è discriminatoria. Non basta dire alla gente, una volta l'anno, di usare il preservativo come precauzione. Bisogna parlare del TasP, il trattamento con antiretrovirali (che non hanno praticamente più effetti collaterali) come prevenzione, che permette di azzerare la carica virale. Bisogna parlare della Prep, la profillassi pre-esposizione, che consente alle persone ad alto rischio di contagio di prendere delle medicine per potersi proteggere in maniera preventiva. E bisogna farlo sempre, attraverso campagne mirate, protratte nel tempo e in più di un'occasione".
Bisogna parlarne e noi di CerignolaViva lo abbiamo fatto con Luigialberto Febbrile, in rappresentanza del gruppo arcigay "Le Bigotte" di Foggia e con Angelo Pantaleo dell'associazione Creo.
Abbiamo incontrato Luigialberto durante la mostra fotografica Sierocoinvolt+- che si è tenuta dal 9 all'11 dicembre presso la sede di Creo in via Lustro a Foggia. In esposizione abbiamo trovato dodici ritratti, dodici scatti in cui Luigialberto ha deciso di mettersi alla prova e in cui ha coinvolto un gruppo di soci e di socie dell'associazione lgbti che, con allegria e coraggio, hanno prestato i loro volti e i loro corpi alla campagna di sensibilizzazione per abbattere lo stigma verso le persone Hiv+ e favorire la prevenzione dalle infezioni sessualmente trasmissibili.
Abbiamo chiesto a Luigialberto come è nata l'idea della mostra fotografica e per quale scopo.
"L'iniziativa di rappresentare il tema della sieropositività parte da me -ci dice Luigialberto- ma è frutto di una serie di fortunate coincidenze. In associazione si discuteva sulla nuova campagna di prevenzione e sensibilizzazione contro la diffusione dell'Hiv e Angelo Pantaleo dell'associazione Creo ha proposto di utilizzare gli spazi della sua associazione. La fotografia è una mia passione, gli altri soci e le altre socie hanno accettato la sfida di mettersi in gioco ed eccoci qui."
La sieropositività si crede essere un fenomeno legato ai paesi in via di sviluppo o a certi settori della popolazione, ma le statistiche ci dicono il contrario. Perchè?
" Non si parla adeguatamente di educazione alla sessualità e dei sistemi di prevenzione, non solo dell'Hiv, ma anche delle altre malattie. Secondo gli ultimi dati la percentuale più alta degli infetti ha un orientamento eterosessuale, perchè in ambiente omosessuale lo stigma ha sempre tenuto viva l'attenzione e si è fatta maggiore informazione; si è diffusa maggiore cultura dei controlli e soprattutto dell'uso del preservativo, che, ancora oggi, rimane l'unico mezzo per evitare il contagio".
Il sistema sanitario nazionale offre servizi e sostegno?
"Sì. Il nostro SSN offre gratuitamente i controlli, anche in forma anonima. E in caso di positività l'ospedale offre un supporto psicologico e una guida per affrontare con consapevolezza la terapia che consente di tenere sotto controllo il virus e annulla le complicazioni derivanti dallo sviluppo dell'AIDS. Per fortuna oggi una persona sieropositiva in terapia ha la stessa aspettativa di vita di una persona non infetta e può avere una vita assolutamente normale".
Parliamo delle fotografie adesso. I ritratti ci rimandano i volti e i corpi di dodici persone. Alcuni sorridenti, alcuni con aria di sfida. In tutte le foto compaiono i simboli + e - , in molte il preservativo. Spiegaci il messaggio che avete voluto trasmettere con questa campagna:
" Ho voluto mantenere un clima giocoso per trasmettere un messaggio di serenità. Lo stato sierologico appartiene al privato di ognuno. I + e - in tutti gli scatti vuole essere un invito a vivere serenamente il proprio stato, perchè la positività al virus se opportunamente curata non impedisce una corretta vita sociale, familiare, di relazioni. Ma l'uso del preservativo è determinante per la sicurezza di tutti".
Abbiamo chiesto ad Angelo Pantaleo, curatore della mostra, il suo parere sul progetto.
"Nonostante sia un lavoro giovanile, perchè è alla sua prima mostra ed è un esordiente nelle arti figurative, Luigialberto ha rappresentato egregiamente il concetto dell'importanza della prevenzione. Alla base del progetto non c'è solo l'arte visiva, ma la forza di un intervento concettuale condiviso. Un progetto guidato da un grande senso ludico, che si rifà allo stile di Oliviero Toscani su una razza, su un popolo che ha ancora qualcosa da raccontare. I volti delle foto sono persone che mettono la faccia per un ideale e credo che proprio in questo mettere la faccia sia racchiusa tutta la bellezza della campagna di quest'anno. Vediamo persone che condividono idee e propositi con amore, che è il motore di tutto. Qui parliamo di giovani innamorati della vita e Luigialberto li ha saputi rappresentare al meglio".
Il mese di dicembre sta per chiudersi, portando con se le gioie o le disillusioni dell'anno che sta per terminare. È il mese dei bilanci, dei buoni propositi per il futuro, delle statistiche. Ma è anche il mese della prevenzione. Il primo dicembre, in particolare, è la giornata mondiale della lotta contro l'Hiv/AIDS.
In Italia il virus (Hiv) e la malattia (l'AIDS) forse non fanno più paura, ma non devono essere sottovalutate.
I dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità dicono che i giovani tra i 25 e i 29 anni sono i più interessati al contagio. Nel 2015 ci sono state 3444 segnalazioni di nuove diagnosi di infezione che collocano il nostro Paese al 13° posto in Europa per incidenza. L'85,5 % di queste diagnosi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, il 44,9% tra eterosessuali, il 40,6% tra omosessuali. Ma quello che più allarma è che le diagnosi purtroppo sono tardive.
Massimo Oldrini, presidente della Lila, la Lega Italiana per La Lotta contro l'AIDS, parla chiaro: "La comunicazione non c'è e quella che c'è è discriminatoria. Non basta dire alla gente, una volta l'anno, di usare il preservativo come precauzione. Bisogna parlare del TasP, il trattamento con antiretrovirali (che non hanno praticamente più effetti collaterali) come prevenzione, che permette di azzerare la carica virale. Bisogna parlare della Prep, la profillassi pre-esposizione, che consente alle persone ad alto rischio di contagio di prendere delle medicine per potersi proteggere in maniera preventiva. E bisogna farlo sempre, attraverso campagne mirate, protratte nel tempo e in più di un'occasione".
Bisogna parlarne e noi di CerignolaViva lo abbiamo fatto con Luigialberto Febbrile, in rappresentanza del gruppo arcigay "Le Bigotte" di Foggia e con Angelo Pantaleo dell'associazione Creo.
Abbiamo incontrato Luigialberto durante la mostra fotografica Sierocoinvolt+- che si è tenuta dal 9 all'11 dicembre presso la sede di Creo in via Lustro a Foggia. In esposizione abbiamo trovato dodici ritratti, dodici scatti in cui Luigialberto ha deciso di mettersi alla prova e in cui ha coinvolto un gruppo di soci e di socie dell'associazione lgbti che, con allegria e coraggio, hanno prestato i loro volti e i loro corpi alla campagna di sensibilizzazione per abbattere lo stigma verso le persone Hiv+ e favorire la prevenzione dalle infezioni sessualmente trasmissibili.
Abbiamo chiesto a Luigialberto come è nata l'idea della mostra fotografica e per quale scopo.
"L'iniziativa di rappresentare il tema della sieropositività parte da me -ci dice Luigialberto- ma è frutto di una serie di fortunate coincidenze. In associazione si discuteva sulla nuova campagna di prevenzione e sensibilizzazione contro la diffusione dell'Hiv e Angelo Pantaleo dell'associazione Creo ha proposto di utilizzare gli spazi della sua associazione. La fotografia è una mia passione, gli altri soci e le altre socie hanno accettato la sfida di mettersi in gioco ed eccoci qui."
La sieropositività si crede essere un fenomeno legato ai paesi in via di sviluppo o a certi settori della popolazione, ma le statistiche ci dicono il contrario. Perchè?
" Non si parla adeguatamente di educazione alla sessualità e dei sistemi di prevenzione, non solo dell'Hiv, ma anche delle altre malattie. Secondo gli ultimi dati la percentuale più alta degli infetti ha un orientamento eterosessuale, perchè in ambiente omosessuale lo stigma ha sempre tenuto viva l'attenzione e si è fatta maggiore informazione; si è diffusa maggiore cultura dei controlli e soprattutto dell'uso del preservativo, che, ancora oggi, rimane l'unico mezzo per evitare il contagio".
Il sistema sanitario nazionale offre servizi e sostegno?
"Sì. Il nostro SSN offre gratuitamente i controlli, anche in forma anonima. E in caso di positività l'ospedale offre un supporto psicologico e una guida per affrontare con consapevolezza la terapia che consente di tenere sotto controllo il virus e annulla le complicazioni derivanti dallo sviluppo dell'AIDS. Per fortuna oggi una persona sieropositiva in terapia ha la stessa aspettativa di vita di una persona non infetta e può avere una vita assolutamente normale".
Parliamo delle fotografie adesso. I ritratti ci rimandano i volti e i corpi di dodici persone. Alcuni sorridenti, alcuni con aria di sfida. In tutte le foto compaiono i simboli + e - , in molte il preservativo. Spiegaci il messaggio che avete voluto trasmettere con questa campagna:
" Ho voluto mantenere un clima giocoso per trasmettere un messaggio di serenità. Lo stato sierologico appartiene al privato di ognuno. I + e - in tutti gli scatti vuole essere un invito a vivere serenamente il proprio stato, perchè la positività al virus se opportunamente curata non impedisce una corretta vita sociale, familiare, di relazioni. Ma l'uso del preservativo è determinante per la sicurezza di tutti".
Abbiamo chiesto ad Angelo Pantaleo, curatore della mostra, il suo parere sul progetto.
"Nonostante sia un lavoro giovanile, perchè è alla sua prima mostra ed è un esordiente nelle arti figurative, Luigialberto ha rappresentato egregiamente il concetto dell'importanza della prevenzione. Alla base del progetto non c'è solo l'arte visiva, ma la forza di un intervento concettuale condiviso. Un progetto guidato da un grande senso ludico, che si rifà allo stile di Oliviero Toscani su una razza, su un popolo che ha ancora qualcosa da raccontare. I volti delle foto sono persone che mettono la faccia per un ideale e credo che proprio in questo mettere la faccia sia racchiusa tutta la bellezza della campagna di quest'anno. Vediamo persone che condividono idee e propositi con amore, che è il motore di tutto. Qui parliamo di giovani innamorati della vita e Luigialberto li ha saputi rappresentare al meglio".