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Sgarro (PD): «Per il Tatarella si è scelta la via dell’eutanasia»

Il commento alle ultime decisioni dell’ASL FG in merito alla sorte dell’Ospedale di Cerignola del Segretario cittadino del Partito Democratico


«Non serve a nulla mantenere lo standard di ospedale di primo livello se, di fatto, si procede al suo progressivo e silenzioso smantellamento, determinandone la fine. Se l'intenzione era quella di smantellare l'ospedale optando per la sua eutanasia, si è scelta la via più subdola: svuotarlo dall'interno, asportarne gli organi, lasciando solo inalterata la classificazione. Ogni atto della Direzione Generale dell'ASL va in questa direzione», così Tommaso Sgarro, consigliere e segretario del PD di Cerignola, a commento delle ultime decisioni dell'ASL FG in merito alla sorte dell'Ospedale di Cerignola.

«Il ricorso alla reperibilità è stato l'unico strumento possibile per non causare interruzioni di pubblico servizio, per non ritrovarsi nella condizione di chiudere reparti come Pediatria, Fibrosi Cistica, Urologia e altri. Una questione da tempo nota ma che sembra uscire a orologeria. Difficile ipotizzare che la ASL non si sia accorta di nulla... La scelta di non ricorrere più alla "pronta disponibilità" mette in serio pericolo il nostro nosocomio. Nella prospettiva delle ferie estive si procederà all'accorpamento funzionale dei reparti di Urologia e Chirurgia, e alla netta riduzione di posti letto in Cardiologia, ma a nessuno sembra interessare dei conseguenti problemi per l'utenza del Tatarella. Tutto questo – fa sapere Sgarro – quando è proprio l'ASL FG che sembra essere inadempiente, non avendo provveduto, come stabilito dalla legge, al "Piano Annuale delle Urgenze-Emergenze" che regolamenta proprio la pronta disponibilità. In assenza del Piano i responsabili surrogano il vuoto della Direzione Generale evitando l'interruzione di pubblico servizio».

«Si azzerano tutte le posizioni organizzative e di coordinamento, senza individuare alcuna soluzione alternativa: un' operazione che dovrebbe servire a risolvere il problema legato alle carenti dotazioni organiche favorendo l'inserimento del personale nella normale turnazione, ma che in pratica potrebbe causare disorganizzazione in tutte le UU.OO. interessate»

«Che strategia aziendale è quella che trasforma il costo di 7 operatori socio sanitari per pagare l'indennità dei nuovi 2 direttori sanitari facenti funzioni di Manfredonia e Cerignola? Si toglie personale dalle corsie per pagare i manager, parliamo di 224mila euro! A Cerignola, credo caso unico in Italia, si è sostituito un direttore sanitario facente funzioni senza indennità e cerignolano, con tre direttori facenti funzioni con indennità e non cerignolani, con turnazione mensile. Quindi un direttore al mese, con buona pace della continuità amministrativa. L'aspetto più strano di tutta la faccenda poi, è che si fa un Avviso interno per individuare il nuovo Direttore di presidio. Si presentano in 7, ma secondo l'ASL tutti inammissibili perché non in possesso dei requisiti. Quindi per Cerignola nominano tre nuovi direttori facenti funzioni: la dott.ssa Costantino, il dott. Vocino e il dott. Fida. Proprio quest'ultimo era tra i 7 partecipanti all'avviso pubblico da cui era stato escluso».

«Più che direttori sanitari ff – conclude Sgarro – si ha la sensazione di essere dinanzi a tre commissari liquidatori – certamente non per volontà propria – che hanno l'obiettivo di azzerare indiscriminatamente i costi del nosocomio con inevitabili conseguenze sul piano del servizio, lasciando l'amara sensazione di una sorta di accanimento terapeutico su una struttura già gravemente colpita sul piano delle risorse disponibili. Adesso attendiamo un parola da parte di coloro i quali in questi anni hanno gridato spesso "al lupo al lupo" sulla chiusura dell'Ospedale di Cerignola soprattutto per furia iconoclasta contro il precedente Direttore sanitario e contro l'allora governance politica. Allora, pur nel complicato quadro del Piano di rientro, l'ospedale è stato potenziato e grandi sacrifici sono stati fatti per mantenere intatta la sua operatività. Oggi il Tatarella rischia per davvero la chiusura, ma qualcuno si affanna sempre nella stessa furia o nel deviare l'attenzione dal rischio concreto di annichilimento della struttura. Ci aspettiamo allora altri "sguardi intensi" tra sindaco e Presidente Emiliano, evidentemente poi non molto intensi qualche mese fa, se di fatto questa città oggi vede sfilarsi da sotto al naso il proprio presidio sanitario».


  • Tommaso Sgarro
  • Ospedale Giuseppe Tatarella Cerignola
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