Vita di città
Serena Carella, da Cerignola a New York passando per Amici21
L’intervista all’insegnante di danza, Maria Rosa Carretta: “Alle critiche ha risposto con il lavoro e con il sorriso”
Cerignola - lunedì 5 dicembre 2022
14.56
Una bambina di 4 anni entrò per la prima volta a "Scarpette Rosa Cerignola" accompagnata dalla sua mamma, dicendo "sono ancora piccola per stare qui, devo crescere". L'anno dopo, la stessa bambina tornò nella scuola di danza di sua sponte, affermando di sentirsi grande e pronta per cominciare il suo percorso. Oggi quella bambina di nome Serena Carella ha 20 anni e studia nell'Alvin Ailey di New York, dopo una parentesi alla 21esima edizione di "Amici di Maria de Filippi".
La redazione di "CerignolaViva" ha incontrato l'insegnante di danza di Serena, Maria Rosa Carretta, che ha raccontato il percorso della ballerina tra passione e sacrificio.
Ha notato subito del potenziale in Serena?
«Serena ha cominciato a studiare danza quando aveva 5 anni e ha continuato fino all'ingresso ad Amici. Si è iscritta di sua iniziativa e, dal primo giorno, non si è mai fermata. A soli 9 anni ha vinto la sua prima coppa per il primo posto in un concorso. Questa è stata la spinta ad accanirsi nello studio sempre di più. Non è mai mancata alle lezioni, quando la mamma Ottina non poteva accompagnarla, la sostituiva nonno Carmine. Non importava se c'era la neve oppure l'afa: Serena era sempre presente in sala».
Che bambina è stata Serena?
«Una bambina determinata e ambiziosa. Durante stage e concorsi, Serena era sempre molto organizzata. Si svegliava presto al mattino ed era puntuale agli appuntamenti, con il borsone pronto e lo chignon ben curato. La stessa cosa in sala: una personalità da leader amata e a tratti odiata, ma indispensabile per una ballerina. Serena non si è mai arresa di fronte a niente. Quando le facevo notare che non riusciva a eseguire correttamente un passo, lei mi rispondeva "io ci provo" e il giorno dopo tornava in sala per dimostrarmi che a casa aveva studiato e aveva imparato a farlo. Non ha mai accettato i "no": ha sempre trasformato i limiti in consapevolezze e opportunità».
Com' è stato il suo percorso fino al banco di Amici 21?
«Il percorso di Serena è stato una crescita costante, seppur con gli alti e i bassi naturali per ogni essere umano. Non sono mancati i momenti di sconforto, le delusioni e le difficoltà, ma lei ha saputo superare ogni ostacolo. Questo non solo grazie alla sua maturità, ma anche al sostegno della sua famiglia, che è stata ed è ancora per lei un punto di riferimento saldo. Per chi insegue il sogno di fare della danza il proprio lavoro, essere forte come persona è fondamentale per essere forte come ballerino. La sua famiglia ha saputo trasmetterle questi valori sin da quando era piccola. Come insegnante di danza, io credo sia fondamentale che i bambini ricevano un'educazione solida in ogni fase d'età. Lavoro in questa scuola da 30 anni e il mio compito è sempre stato quello di essere un punto di riferimento per i miei allievi. Ci troviamo in un punto strategico della città, la scuola è facilmente raggiungibile da tutti gli istituti scolastici. Chi vuole fare danza sul serio esce da scuola, pranza qui per allenarsi fino alle 17:30, per poi tornare a casa a studiare. Serena è solo uno dei casi di ottimi risultati sia nel mondo della danza sia nel mondo della scuola». Da insegnante, come ha vissuto lei il percorso di Serena nel talent di Maria de Filippi?
«Ero restia a indirizzare Serena verso i talent perché credo che il ballerino lavori nei teatri. Le trasmissioni televisive sono una vetrina importante, ma le possibilità che portino in alto una persona e le possibilità che possano abbatterla sono pari e l'esito di un'esperienza in tv è imprevedibile. Quando Serena ha ottenuto il banco da Raimondo Todaro, era stata già chiamata da una compagnia francese, la "Giovanni Mattinat", per alcuni spettacoli. Lei è stata determinata anche in questo: voleva entrare nella scuola di "Amici" e ci è rimasta fino all'ultimo giorno. Ai miei dubbi iniziali, rispondeva "sono sicura che non mi manderanno a casa". La sua caparbietà è entrata nelle case italiane grazie al piccolo schermo e Serena ha conquistato tutti con il suo temperamento. Non si è lasciata abbattere neanche dalle critiche della maestra Alessandra Celentano, con cui condivido l'idea della danza come precisione, tecnica e rigore. Serena alle critiche ha sempre risposto con il lavoro e con il sorriso».
Dopo la finale del talent, l'Alvin Ailey di New York ha accolto Serena da settembre. Cosa pensa di questa opportunità?
«Serena era destinata a questo. Da adolescente ha ricevuto diverse opportunità negli USA, ma era troppo piccola per lasciare tutto e partire. Adesso, invece, è pronta a vivere il suo sogno e io la sto seguendo passo dopo passo. Si è ambientata a meraviglia, ha conosciuto delle splendide amiche con cui condivide la sua passione. Le manca la Puglia, ma sente di trovarsi nel posto giusto. Studia ogni giorno in questo immenso grattacielo che è l'Alvin Ailey, una delle scuole più prestigiose al mondo in cui ogni piano è dedicato alla danza. Un luogo cui aspirano tutti i ballerini e che Serena sta frequentando grazie al suo impegno e alla sua determinazione».
La storia di Serena è un esempio di dedizione: in qualsiasi campo, per arrivare in alto basta lavorare sodo e perseverare.
La redazione di "CerignolaViva" ha incontrato l'insegnante di danza di Serena, Maria Rosa Carretta, che ha raccontato il percorso della ballerina tra passione e sacrificio.
Ha notato subito del potenziale in Serena?
«Serena ha cominciato a studiare danza quando aveva 5 anni e ha continuato fino all'ingresso ad Amici. Si è iscritta di sua iniziativa e, dal primo giorno, non si è mai fermata. A soli 9 anni ha vinto la sua prima coppa per il primo posto in un concorso. Questa è stata la spinta ad accanirsi nello studio sempre di più. Non è mai mancata alle lezioni, quando la mamma Ottina non poteva accompagnarla, la sostituiva nonno Carmine. Non importava se c'era la neve oppure l'afa: Serena era sempre presente in sala».
Che bambina è stata Serena?
«Una bambina determinata e ambiziosa. Durante stage e concorsi, Serena era sempre molto organizzata. Si svegliava presto al mattino ed era puntuale agli appuntamenti, con il borsone pronto e lo chignon ben curato. La stessa cosa in sala: una personalità da leader amata e a tratti odiata, ma indispensabile per una ballerina. Serena non si è mai arresa di fronte a niente. Quando le facevo notare che non riusciva a eseguire correttamente un passo, lei mi rispondeva "io ci provo" e il giorno dopo tornava in sala per dimostrarmi che a casa aveva studiato e aveva imparato a farlo. Non ha mai accettato i "no": ha sempre trasformato i limiti in consapevolezze e opportunità».
Com' è stato il suo percorso fino al banco di Amici 21?
«Il percorso di Serena è stato una crescita costante, seppur con gli alti e i bassi naturali per ogni essere umano. Non sono mancati i momenti di sconforto, le delusioni e le difficoltà, ma lei ha saputo superare ogni ostacolo. Questo non solo grazie alla sua maturità, ma anche al sostegno della sua famiglia, che è stata ed è ancora per lei un punto di riferimento saldo. Per chi insegue il sogno di fare della danza il proprio lavoro, essere forte come persona è fondamentale per essere forte come ballerino. La sua famiglia ha saputo trasmetterle questi valori sin da quando era piccola. Come insegnante di danza, io credo sia fondamentale che i bambini ricevano un'educazione solida in ogni fase d'età. Lavoro in questa scuola da 30 anni e il mio compito è sempre stato quello di essere un punto di riferimento per i miei allievi. Ci troviamo in un punto strategico della città, la scuola è facilmente raggiungibile da tutti gli istituti scolastici. Chi vuole fare danza sul serio esce da scuola, pranza qui per allenarsi fino alle 17:30, per poi tornare a casa a studiare. Serena è solo uno dei casi di ottimi risultati sia nel mondo della danza sia nel mondo della scuola». Da insegnante, come ha vissuto lei il percorso di Serena nel talent di Maria de Filippi?
«Ero restia a indirizzare Serena verso i talent perché credo che il ballerino lavori nei teatri. Le trasmissioni televisive sono una vetrina importante, ma le possibilità che portino in alto una persona e le possibilità che possano abbatterla sono pari e l'esito di un'esperienza in tv è imprevedibile. Quando Serena ha ottenuto il banco da Raimondo Todaro, era stata già chiamata da una compagnia francese, la "Giovanni Mattinat", per alcuni spettacoli. Lei è stata determinata anche in questo: voleva entrare nella scuola di "Amici" e ci è rimasta fino all'ultimo giorno. Ai miei dubbi iniziali, rispondeva "sono sicura che non mi manderanno a casa". La sua caparbietà è entrata nelle case italiane grazie al piccolo schermo e Serena ha conquistato tutti con il suo temperamento. Non si è lasciata abbattere neanche dalle critiche della maestra Alessandra Celentano, con cui condivido l'idea della danza come precisione, tecnica e rigore. Serena alle critiche ha sempre risposto con il lavoro e con il sorriso».
Dopo la finale del talent, l'Alvin Ailey di New York ha accolto Serena da settembre. Cosa pensa di questa opportunità?
«Serena era destinata a questo. Da adolescente ha ricevuto diverse opportunità negli USA, ma era troppo piccola per lasciare tutto e partire. Adesso, invece, è pronta a vivere il suo sogno e io la sto seguendo passo dopo passo. Si è ambientata a meraviglia, ha conosciuto delle splendide amiche con cui condivide la sua passione. Le manca la Puglia, ma sente di trovarsi nel posto giusto. Studia ogni giorno in questo immenso grattacielo che è l'Alvin Ailey, una delle scuole più prestigiose al mondo in cui ogni piano è dedicato alla danza. Un luogo cui aspirano tutti i ballerini e che Serena sta frequentando grazie al suo impegno e alla sua determinazione».
La storia di Serena è un esempio di dedizione: in qualsiasi campo, per arrivare in alto basta lavorare sodo e perseverare.