Territorio
Rocco Naviglio, la #Educazione gelato artigianale e il piacere del gusto
Intervista a Rocco Naviglio, imprenditore, produttore e artigiano del gelato capace di avviare, in piena pandemia, una attività che, in poco tempo, si è attestata come punto di riferimento per gli amanti del freddo
Cerignola - venerdì 23 luglio 2021
10.56
Inseguire i propri sogni e mettercela tutta affinché si avverino, studiare incessantemente, migliorare la propria arte, investire in un momento delicato come quello cui stiamo vivendo, coinvolgere aziende locali per valorizzare i prodotti della nostra terra fino a creare impresa.
Quella di Rocco Naviglio, trentenne foggiano, è una storia che merita essere raccontata, un vissuto all'insegna del gusto, della scoperta del piacere che regala emozioni come quelle fresche di un buon gelato, che dona sorrisi come quelli che affiorano sui visini dei bambini nel momento in cui si affogano in un fresco gusto, che restituisce spensieratezza come quella di chi si abbandona in un fresco momento concentrandosi sul gusto.
Nato sotto il "Segno del gelato" e vissuto apprendendo ogni segreto per produrre un "nuovo gelato", cresciuto nell'elaborazione di progetti che amalgamano spezie e sapori e divenuto adulto avviando un'attività che, nel giro di poco, si è attestata come punto di riferimento per gli amanti del freddo, del gusto, del piacere, della scoperta, del sentimento… la
"Rocco Naviglio #Educazione gelato artigianale"
Quando è nata la tua passione per il gelato?
Diciamo che è un qualcosa che mi porto dentro da sempre, ti racconto questo piccolo aneddoto. Dico sempre di essere nato sotto il "Segno del Gelato" perché mia mamma, prima di arrivare in sala travaglio, mangiava un gelato. Con dolori e contrazioni andò la prima volta in ospedale, non essendo ancora il momento di partorire si fece accompagnare al bar "Sotto zero", il tempo di degustare un gelato e di nuovo dolori fortissimi, dopo circa un quarto d'ora nacqui io. La passione per il gelato l'ho riscoperta negli anni perché sin da piccolo ho sempre avuto la passione per i fornelli tanto da viaggiare e fare tante esperienza nella ristorazione fino a quando, poi, ho iniziato a studiare ed avvicinarmi al dolce appassionandomi in particola modo al gelato. Ho partecipato ai tanti "Festival del Gelato" ma ad Agugliano, vicino Senigallia, capii che produrre gustosissimi gelati sarebbe stata la cosa che avrei voluto fare da grande. Da quel momento ho iniziato a fare altre esperienze lavorative, a studiare, a fare corsi di formazione lavorando in varie gelaterie in giro per l'Italia. Sono stato per un paio d'anni a Roma in una gelateria tra le migliori del Lazio , facevo il pendolare Foggia – Roma, poi ho lavorato in una gelateria a Foggia, per due stagioni a Vieste e un'altra esperienza vicino Bari. Diciamo che questo è stato tutto il percorso lavorativo fino ad arrivare ad oggi.
Quando hai deciso di trasformare la tua passione in professione?
Prima facevo tutt'altro lavoro, ho lavorato per 10 anni come guardia giurata, un mestiere che in famiglia ci tramandiamo nel senso che la mia è la terza generazione. Il passaggio alla passione per il gelato, poi diventata professione, è avvenuto nel 2016, anno in cui lasciai la divisa della guardia giurata per inseguire il sogno del gelatiere. Un sogno che nel tempo è divenuto realtà con mille sacrifici, di notte facevo la guardia giurata, di giorno lavoravo in gelateria a Foggia.
Da dove nascono le tue ricette?
Sono un tipo molto sentimentale, molto passionale, quindi ci sono delle ricette che nascono da alcuni istinti, magari emozioni che in quel momento sto vivendo . Pensiamo al mio primo gelato, alla mia prima ricetta… la crema Charlotte. È stato un gelato creato in Accademia durante il mio percorso di studi. Dovevo fare un esame a fine corso e, appunto, dovevo creare una ricetta. In quel momento l'emozione, i sentimenti, le energie che provavo mi portarono su un determinato tipo di ingredienti… zafferano, cardamomo, caffè fino alla creazione della crema speziata che intitolai "Charlotte". Sono delle ricette che nascono senza una vera e propria programmazione a livello di ricerca di ingredienti, poi si cura l'aspetto tecnico che è programmato ma tante ricette nascono in base a quello che sto vivendo, sono ricette emozionali, sono ricette che nascono dal periodo, dallo stato d'animo, dai sentimenti. Sicuramente il filo conduttore che caratterizza il mio gelato è la spezia.
In cosa trovi ispirazione?
Cerco di sfruttare il gelato, permettimi il termine "sfruttare" perché il gelato è un mezzo di comunicazione, il gelato non è un un bene di prima necessità in confronto al pane, al latte, alla pasta. Il gelato è qualcosa di diverso, qualcosa di non necessario che lo diventa perché regala sorrisi. I bambini sono quelli che ti regalano più emozioni, quando prepari il gelato a un bambino ti regala sorrisi e felicità perché in quel momento il gelato è quello che trasmette, momenti di felicità e spensieratezza. Il gelato non essendo un alimento indispensabile ti porta a recarti dal gelatiere in modo sbarazzino, scevro da pensieri e pronto ad accogliere le emozioni che ti sa trasmettere un buon gelato. Io mi ispiro tanto al territorio e creo delle collaborazioni con il territorio. Ad esempio l'anno scorso ho fatto la "Crema Josephie" con la collaborazione di "Borgo Turrito", un'azienda vinicola nella zona di Foggia, la stessa cosa con i prodotti caseari. Cerco sempre di usare tutti quelli che sono, per la maggior parte degli ingredienti per il mio gelato, prodotti territoriali proprio perché è un modo per creare comunicazioni, per valorizzare il territorio rivisitare le nostre ricette.
Come mai hai deciso di aprire una gelateria durante questo periodo di emergenza sanitaria?
Allora questa è una bella domanda, a volte me lo chiedo anche io. È una risposta che non riesco a dare. Senti che sia questo il momento giusto, che stai facendo qualcosa di importante e lo stai facendo in un periodo importante. Come dicevo prima il gelato è un mezzo di comunicazione.
Il prodotto che sto realizzando in questi anni è un prodotto di consapevolezza, in particolar modo negli ingredienti che si usano, ci sono gli ingredienti di provenienza eco solidale, ecosostenibile. Realizzo gelati per chi ha intolleranze alimentari, gelati per gli sportivi, ad esempio il gelato che ho creato oggi è al cioccolato senza zuccheri, fonte di proteine, fonte di fibre, senza glutine e senza lattosio.
Questo momento delicato, a mio avviso, è il momento giusto per comunicare consapevolezza tramite il gelato, in questo periodo molto critico il gelato è il mezzo giusto per abbandonarsi ad un momento di intimità e gusto, spensieratezza e divago, dolcezza e sorrisi.
Perché hai scelto di aprire la tua gelateria a Foggia?
Io ho sempre vissuto fuori Foggia, dall'età di 18anni ho vissuto tante esperienze in giro per l'Italia. Foggia l'ho vissuta sempre molto poco ma, nonostante questo, ho sempre avuto un forte legame con la mia terra. Se è vero che molti sono gli aspetti negativi legati a situazioni particolari è anche vero che la mia terra offre tante potenzialità, tante materie prime per la lavorazione del gelato.
Con Foggia ho sempre vissuto un grande contrasto, un forte conflitto ed è proprio in questa serie di sentimenti contrastanti che c'è state sempre un forte richiamo, un forte senso di appartenenza. Erano tanti i progetti che avrei potuto realizzare lontano da Foggia ma non sono andati a buon fine, quasi che Foggia mi chiamasse e mi attirasse per offrirmi la possibilità di aprire il mio locale, mi toccasse per offrire la mia realizzazione. Oggi sono onorato perchè riuscire a fare impresa a Foggia è un fortissimo banco di prova, se riesci a fare impresa a Foggia potrai riuscire a farla ovunque. È una sfida che ho accettato, mi è arrivata, l'ho presa di petto e la voglio affrontare e vincere.
Quali sono le tue aspettative, i tuoi progetti e sogni futuri?
Sono un sognatore e di sogni ne ho tanti, sogno e creo progetti, sono super ambizioso e forse è proprio questo mio continuo sognare che mi ha portato a prendere la decisione di aprire una gelateria a Foggia.
Le mie aspettative sono quelle di arrivare a più persone possibili, di non essere solo un punto di nicchia, come si suol dire, ma di arrivare a tutti. Il gelato non deve essere solo per pochi ma per tutti. Quindi la mia aspettativa è la speranza che il mio prodotto piaccia a più ampio numero di persone possibili.
Per il momento tutto quello che sto facendo mi rende felicissimo, sono orgoglioso di quello che sto facendo.
La gelateria si chiama "Rocco Naviglio #Educazione gelato artigianale", il motto infatti di questa gelaterie è l'educazione al gelato artigianale quindi educare la gente a riconoscere il gelato artigianale che negli anni, a causa di innumerevoli fattori, è davvero difficile trovarlo. Questo è il mio obbiettivo, educare la gente a riconoscere il gelato e la granita artigianale. In collegamento a questo c'è il gelato consapevole, la costola di gelato artigianale nato dalla collaborazione con la dottoressa Chiara Ghiron, Gabriele Toralbo e io Rocco Naviglio. Il gelato consapevole è la parte etica di educazione del gelato artigianale. Il gelato artigianale è la parte più diretta, il gelato consapevole è la parte più etica, la parte dove c'è esperienza, consulenza medica, scientifica, dove si sviluppano ricette funzionali per vegani, intolleranti a lattosio è la parte etica di gelato artigianale.
Quali sono i servizi di questo progetto?
Il locale nasce come laboratorio delle consegne a domicilio, in più quest'anno ho aperto un angolo delle vendite al dettaglio per chi vorrà passare e prendersi un cono. Principalmente sarà vendita a domicilio su Foggia e provincia. Quest'anno ho allestito il trasporto di gelato soprattutto nella provincia con attrezzature innovative, ho ampliato il servizio e l'ho migliorato, soprattutto per garantire il trasporto, la qualità. Il prodotto sarà come appena uscito dalla macchina per arrivare direttamente sulle tavole dei clienti. Un altra novità di quest'anno sarà la vera granita siciliana servita nel pozzetto, come la radizione Siciliana ci insegna. Solo granita siciliana fatta dalla materia prima come limone, frutta di stagione, granita al pistacchio, al cioccolato, ci saranno delle belle novità!
Quella di Rocco Naviglio, trentenne foggiano, è una storia che merita essere raccontata, un vissuto all'insegna del gusto, della scoperta del piacere che regala emozioni come quelle fresche di un buon gelato, che dona sorrisi come quelli che affiorano sui visini dei bambini nel momento in cui si affogano in un fresco gusto, che restituisce spensieratezza come quella di chi si abbandona in un fresco momento concentrandosi sul gusto.
Nato sotto il "Segno del gelato" e vissuto apprendendo ogni segreto per produrre un "nuovo gelato", cresciuto nell'elaborazione di progetti che amalgamano spezie e sapori e divenuto adulto avviando un'attività che, nel giro di poco, si è attestata come punto di riferimento per gli amanti del freddo, del gusto, del piacere, della scoperta, del sentimento… la
"Rocco Naviglio #Educazione gelato artigianale"
Quando è nata la tua passione per il gelato?
Diciamo che è un qualcosa che mi porto dentro da sempre, ti racconto questo piccolo aneddoto. Dico sempre di essere nato sotto il "Segno del Gelato" perché mia mamma, prima di arrivare in sala travaglio, mangiava un gelato. Con dolori e contrazioni andò la prima volta in ospedale, non essendo ancora il momento di partorire si fece accompagnare al bar "Sotto zero", il tempo di degustare un gelato e di nuovo dolori fortissimi, dopo circa un quarto d'ora nacqui io. La passione per il gelato l'ho riscoperta negli anni perché sin da piccolo ho sempre avuto la passione per i fornelli tanto da viaggiare e fare tante esperienza nella ristorazione fino a quando, poi, ho iniziato a studiare ed avvicinarmi al dolce appassionandomi in particola modo al gelato. Ho partecipato ai tanti "Festival del Gelato" ma ad Agugliano, vicino Senigallia, capii che produrre gustosissimi gelati sarebbe stata la cosa che avrei voluto fare da grande. Da quel momento ho iniziato a fare altre esperienze lavorative, a studiare, a fare corsi di formazione lavorando in varie gelaterie in giro per l'Italia. Sono stato per un paio d'anni a Roma in una gelateria tra le migliori del Lazio , facevo il pendolare Foggia – Roma, poi ho lavorato in una gelateria a Foggia, per due stagioni a Vieste e un'altra esperienza vicino Bari. Diciamo che questo è stato tutto il percorso lavorativo fino ad arrivare ad oggi.
Quando hai deciso di trasformare la tua passione in professione?
Prima facevo tutt'altro lavoro, ho lavorato per 10 anni come guardia giurata, un mestiere che in famiglia ci tramandiamo nel senso che la mia è la terza generazione. Il passaggio alla passione per il gelato, poi diventata professione, è avvenuto nel 2016, anno in cui lasciai la divisa della guardia giurata per inseguire il sogno del gelatiere. Un sogno che nel tempo è divenuto realtà con mille sacrifici, di notte facevo la guardia giurata, di giorno lavoravo in gelateria a Foggia.
Da dove nascono le tue ricette?
Sono un tipo molto sentimentale, molto passionale, quindi ci sono delle ricette che nascono da alcuni istinti, magari emozioni che in quel momento sto vivendo . Pensiamo al mio primo gelato, alla mia prima ricetta… la crema Charlotte. È stato un gelato creato in Accademia durante il mio percorso di studi. Dovevo fare un esame a fine corso e, appunto, dovevo creare una ricetta. In quel momento l'emozione, i sentimenti, le energie che provavo mi portarono su un determinato tipo di ingredienti… zafferano, cardamomo, caffè fino alla creazione della crema speziata che intitolai "Charlotte". Sono delle ricette che nascono senza una vera e propria programmazione a livello di ricerca di ingredienti, poi si cura l'aspetto tecnico che è programmato ma tante ricette nascono in base a quello che sto vivendo, sono ricette emozionali, sono ricette che nascono dal periodo, dallo stato d'animo, dai sentimenti. Sicuramente il filo conduttore che caratterizza il mio gelato è la spezia.
In cosa trovi ispirazione?
Cerco di sfruttare il gelato, permettimi il termine "sfruttare" perché il gelato è un mezzo di comunicazione, il gelato non è un un bene di prima necessità in confronto al pane, al latte, alla pasta. Il gelato è qualcosa di diverso, qualcosa di non necessario che lo diventa perché regala sorrisi. I bambini sono quelli che ti regalano più emozioni, quando prepari il gelato a un bambino ti regala sorrisi e felicità perché in quel momento il gelato è quello che trasmette, momenti di felicità e spensieratezza. Il gelato non essendo un alimento indispensabile ti porta a recarti dal gelatiere in modo sbarazzino, scevro da pensieri e pronto ad accogliere le emozioni che ti sa trasmettere un buon gelato. Io mi ispiro tanto al territorio e creo delle collaborazioni con il territorio. Ad esempio l'anno scorso ho fatto la "Crema Josephie" con la collaborazione di "Borgo Turrito", un'azienda vinicola nella zona di Foggia, la stessa cosa con i prodotti caseari. Cerco sempre di usare tutti quelli che sono, per la maggior parte degli ingredienti per il mio gelato, prodotti territoriali proprio perché è un modo per creare comunicazioni, per valorizzare il territorio rivisitare le nostre ricette.
Come mai hai deciso di aprire una gelateria durante questo periodo di emergenza sanitaria?
Allora questa è una bella domanda, a volte me lo chiedo anche io. È una risposta che non riesco a dare. Senti che sia questo il momento giusto, che stai facendo qualcosa di importante e lo stai facendo in un periodo importante. Come dicevo prima il gelato è un mezzo di comunicazione.
Il prodotto che sto realizzando in questi anni è un prodotto di consapevolezza, in particolar modo negli ingredienti che si usano, ci sono gli ingredienti di provenienza eco solidale, ecosostenibile. Realizzo gelati per chi ha intolleranze alimentari, gelati per gli sportivi, ad esempio il gelato che ho creato oggi è al cioccolato senza zuccheri, fonte di proteine, fonte di fibre, senza glutine e senza lattosio.
Questo momento delicato, a mio avviso, è il momento giusto per comunicare consapevolezza tramite il gelato, in questo periodo molto critico il gelato è il mezzo giusto per abbandonarsi ad un momento di intimità e gusto, spensieratezza e divago, dolcezza e sorrisi.
Perché hai scelto di aprire la tua gelateria a Foggia?
Io ho sempre vissuto fuori Foggia, dall'età di 18anni ho vissuto tante esperienze in giro per l'Italia. Foggia l'ho vissuta sempre molto poco ma, nonostante questo, ho sempre avuto un forte legame con la mia terra. Se è vero che molti sono gli aspetti negativi legati a situazioni particolari è anche vero che la mia terra offre tante potenzialità, tante materie prime per la lavorazione del gelato.
Con Foggia ho sempre vissuto un grande contrasto, un forte conflitto ed è proprio in questa serie di sentimenti contrastanti che c'è state sempre un forte richiamo, un forte senso di appartenenza. Erano tanti i progetti che avrei potuto realizzare lontano da Foggia ma non sono andati a buon fine, quasi che Foggia mi chiamasse e mi attirasse per offrirmi la possibilità di aprire il mio locale, mi toccasse per offrire la mia realizzazione. Oggi sono onorato perchè riuscire a fare impresa a Foggia è un fortissimo banco di prova, se riesci a fare impresa a Foggia potrai riuscire a farla ovunque. È una sfida che ho accettato, mi è arrivata, l'ho presa di petto e la voglio affrontare e vincere.
Quali sono le tue aspettative, i tuoi progetti e sogni futuri?
Sono un sognatore e di sogni ne ho tanti, sogno e creo progetti, sono super ambizioso e forse è proprio questo mio continuo sognare che mi ha portato a prendere la decisione di aprire una gelateria a Foggia.
Le mie aspettative sono quelle di arrivare a più persone possibili, di non essere solo un punto di nicchia, come si suol dire, ma di arrivare a tutti. Il gelato non deve essere solo per pochi ma per tutti. Quindi la mia aspettativa è la speranza che il mio prodotto piaccia a più ampio numero di persone possibili.
Per il momento tutto quello che sto facendo mi rende felicissimo, sono orgoglioso di quello che sto facendo.
La gelateria si chiama "Rocco Naviglio #Educazione gelato artigianale", il motto infatti di questa gelaterie è l'educazione al gelato artigianale quindi educare la gente a riconoscere il gelato artigianale che negli anni, a causa di innumerevoli fattori, è davvero difficile trovarlo. Questo è il mio obbiettivo, educare la gente a riconoscere il gelato e la granita artigianale. In collegamento a questo c'è il gelato consapevole, la costola di gelato artigianale nato dalla collaborazione con la dottoressa Chiara Ghiron, Gabriele Toralbo e io Rocco Naviglio. Il gelato consapevole è la parte etica di educazione del gelato artigianale. Il gelato artigianale è la parte più diretta, il gelato consapevole è la parte più etica, la parte dove c'è esperienza, consulenza medica, scientifica, dove si sviluppano ricette funzionali per vegani, intolleranti a lattosio è la parte etica di gelato artigianale.
Quali sono i servizi di questo progetto?
Il locale nasce come laboratorio delle consegne a domicilio, in più quest'anno ho aperto un angolo delle vendite al dettaglio per chi vorrà passare e prendersi un cono. Principalmente sarà vendita a domicilio su Foggia e provincia. Quest'anno ho allestito il trasporto di gelato soprattutto nella provincia con attrezzature innovative, ho ampliato il servizio e l'ho migliorato, soprattutto per garantire il trasporto, la qualità. Il prodotto sarà come appena uscito dalla macchina per arrivare direttamente sulle tavole dei clienti. Un altra novità di quest'anno sarà la vera granita siciliana servita nel pozzetto, come la radizione Siciliana ci insegna. Solo granita siciliana fatta dalla materia prima come limone, frutta di stagione, granita al pistacchio, al cioccolato, ci saranno delle belle novità!