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Riordino Ospedaliero, Ugl Foggia: "Nei prossimi giorni ci attiveremo per mettere in atto una serie di iniziative"
"Occorre discutere a 360 gradi delle problematiche della sanità pubblica e privata della nostra Regione "
Foggia - lunedì 29 febbraio 2016
Comunicato Stampa
"Come Segreteria sindacale provinciale dell'Ugl Foggia non intendiamo ripercorrere le tappe, che hanno determinato criticità di vario genere del sistema sanitario pugliese, sia a livello regionale che provinciale. Né tantomeno soffermarci sui dettagli, data la complessità del piano di riordino ospedaliero. Piano che, stando alle dichiarazioni del Governatore Michele Emiliano, sta prendendo forma in via del tutto generale come richiesto dalla legge in termini cogenti. Dichiarazioni che, va dato atto, rassicurano ed aprirebbero a nuove e future possibilità di intervento delle parti sociali. Nei prossimi giorni ci attiveremo insieme alla Segreteria regionale del sindacato per mettere in atto una serie di iniziative che guarderanno a quei distretti sanitari dove si sono evidenziate criticità".
"Tuttavia, bisogna riprendere almeno parzialmente il filo del discorso che configura l'esclusione delle organizzazioni sindacali da questo processo decisionale. Si fa strada la sensazione che il piano di riordino sia stato percepito dai sindacati più come una forzatura perché non preventivamente consultati. Si parla della formulazione di una proposta di razionalizzazione delle reti ospedaliere trasmessa a stretto giro, a pochi giorni dal voto di Giunta, così da giustificare, o almeno rendere intelligibile, un certo senso di indeterminatezza e spaesamento. Un passaggio argomentativo non di poco conto, che suggerirebbe un'attenta riflessione quando si va a decidere - ne siamo tutti consapevoli - della salute dei cittadini".
"In questa prospettiva è legittimo domandarsi che incisività può avere un rappresentante dei lavoratori chiamato in causa di fronte a decisioni già prese. Ma soprattutto che consapevolezza potrà mai avere chi, in pochissimo tempo, è chiamato a valutare il grado di funzionalità della stessa proposta, insieme alle sue ricadute potenzialmente positive".
"Non si tratta di mettere in dubbio la buona fede del Presidente regionale tesa al bene dei pugliesi. Quanto piuttosto la reale capacità del piano di riordino di intervenire sulla effettiva e duratura riduzione della spesa sanitaria, senza diminuire o depotenziare i servizi, senza aumentare i costi a carico dell'utenza e la mobilità passiva, o il perdurare del blocco dei turnover del personale. Il riferimento specifico va proprio al passaggio di riconversione da strutture ospedaliere a strutture sociosanitarie e da ospedali di I livello a ospedali base, nonostante bacini d'utenza territoriali rispondenti ai parametri indicati dal governo. Ragion per cui, diventa cruciale conoscere nei dettagli qual è il piano di ricollocamento dei lavoratori preventivato, come si intende gestire i trasferimenti, ed il relativo aumento del pendolarismo. In un contesto simile sembrerebbe utopico solo accennare a un rinnovo dei contratti, allo sblocco del turnover, il dire no ai tagli delle prestazioni e all'aumento della spesa dei ticket sanitari. Una situazione paradossale e paralizzante".
"Come più volte evidenziato dagli stessi addetti ai lavori, nel corso di incontri e consigli comunali monotematici, esiste una peculiarità legata strettamente alla conformazione del territorio provinciale, che rendono strategici i servizi di primo livello garantiti per l'Alto Tavoliere e i 5 Reali Siti rispettivamente dagli ospedali di San Severo e Cerignola. In vista di un'ulteriore razionalizzazione dell'ex nosocomio di Lucera, già plesso del Teresa-Masselli dal 2012, si penalizzerà ulteriormente l'utenza proveniente dai Monti Dauni. Potremmo assistere ad un aumento complessivo della mobilità passiva sia extra-provinciale, sia inter-provinciale, determinando il sovraffollamento, e quindi una perdita di efficienza nella qualità del servizio, di Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo e degli Ospedali Riuniti di Foggia. Viaggi della salute che in questa zona pesano sul SSN per più di 200 milioni di euro l'anno".
"Occorre discutere a 360 gradi delle problematiche della sanità pubblica e privata della nostra Regione concedendo margini di tempo adeguati al fine di vedere attuati provvedimenti concreti, volti a salvare le prestazioni, oltre che gli Ospedali di San Severo e Cerignola, veri e propri punti di riferimento per i cittadini, che oggi vedono messi a rischio servizi e occupazione. Perché parlare di piano di riordino ospedaliero significa anche parlare di un processo di modifica culturale che richiederà un dibattito e un confronto pubblico tra le parti dai tempi lunghi, in quanto dovrà emergere e consolidarsi la consapevolezza di una quota di pluralismo ragionevole nell'interpretazione della salute sia individuale che collettiva. Tendere a semplificare la complessità dei problemi è un rischio, che in quanto tale andrebbe evitato per non compromettere il concetto stesso di salute".