Rino Pezzano, Avanti Cerignola: “Dal Sindaco Bonito affermazioni gravissime”
Nel comunicato il consigliere fa riferimento ad una violazione del Testo Unico degli Enti Locali e della Legge Bassanini
Cerignola - giovedì 24 agosto 2023
14.48 Comunicato Stampa
Nel pieno della bagarre politica scatenata a seguito di alcune dichiarazioni rese dal primo cittadino, il consigliere comunale di opposizione e provinciale Rino Pezzano ha reso pubblico il comunicato che pubblichiamo integralmente qui di seguito:
"Al Comune di Cerignola da tempo sta accadendo qualcosa di gravissimo, che viene tra l'altro rivendicato pubblicamente come un titolo di merito, mentre in realtà si tratta di comportamenti che, se confermati, configurerebbero una palese violazione del Testo Unico degli Enti Locali e della Legge "Bassanini".
Mi riferisco all'abitudine del Sindaco Francesco Bonito di informare la comunità del suo interessarsi in prima persona di processi e procedure amministrative a cui la legge assegna natura totalmente ed esclusivamente gestionale.
Appena poche ore fa abbiamo letto che una procedura concorsuale "è stata curata direttamente dal Sindaco". Nei mesi scorsi lo avevamo ascoltato affermare di "controllare le gare una ad una" ed annunciare il nome di tecnici prima ancora del formale conferimento dell'incarico.
Sono circostanze allarmanti. Sì, allarmanti. Tanto più perché riguardano un Sindaco che a giorni alterni ricorda a tutti i suoi "45 anni di onorato servizio nella magistratura italiana".
Fa specie che ad un ex magistrato sfugga che la norma assegna al Sindaco e agli assessori compiti di semplice "indirizzo politico", rimandando alla sfera di competenza della dirigenza ogni atto o procedura di carattere gestionale.
In altri termini un Sindaco non può "curare direttamente" una procedura concorsuale, non può "guardare una ad una" le gare, non può annunciare il nome di tecnici prima che sia loro conferito ufficialmente un incarico. E non perché sia inopportuno, ma perché si tratta di una ingerenza espressamente vietata dalla legge.
Eppure il Sindaco, con una leggerezza a tratti disarmante, lo ripete in continuazione in Consiglio comunale e alla stampa come se fosse una cosa normale e lecita.
Purtroppo, però, non è né normale né lecita. Un Sindaco non può occuparsi in prima persona di chi vince o perde un concorso, di chi vince o perde una gara. Un Sindaco non può conoscere quali tecnici saranno chiamati a svolgere incarichi per conto dell'Amministrazione comunale prima che la tecnostruttura abbia completato i preliminari passaggi amministrativi.
No, un Sindaco non può farlo. Che si chiami Bonito, Metta, Pezzano o Sgarro. Non esistono norme la cui efficacia sia sospesa se ad indossare la fascia tricolore è un ex magistrato. La legge vale per tutti.
Ecco, sarebbe utile che questo aspetto, che non esitiamo a definire inquietante, fosse oggetto di una discussione pubblica, anche in Consiglio comunale. A prescindere dal fatto che si faccia parte della maggioranza o della minoranza.
Parliamo infatti di un tema che riguarda la trasparenza e la legalità. Cioè valori che dovrebbero essere difesi al di là dei colori e delle appartenenze politiche.
Il Comune di Cerignola, qualunque cosa ne pensi il Sindaco Bonito, non è una Repubblica indipendente in cui le norme che sono in vigore in ogni altro Comune d'Italia diventino magicamente carta straccia".
"Al Comune di Cerignola da tempo sta accadendo qualcosa di gravissimo, che viene tra l'altro rivendicato pubblicamente come un titolo di merito, mentre in realtà si tratta di comportamenti che, se confermati, configurerebbero una palese violazione del Testo Unico degli Enti Locali e della Legge "Bassanini".
Mi riferisco all'abitudine del Sindaco Francesco Bonito di informare la comunità del suo interessarsi in prima persona di processi e procedure amministrative a cui la legge assegna natura totalmente ed esclusivamente gestionale.
Appena poche ore fa abbiamo letto che una procedura concorsuale "è stata curata direttamente dal Sindaco". Nei mesi scorsi lo avevamo ascoltato affermare di "controllare le gare una ad una" ed annunciare il nome di tecnici prima ancora del formale conferimento dell'incarico.
Sono circostanze allarmanti. Sì, allarmanti. Tanto più perché riguardano un Sindaco che a giorni alterni ricorda a tutti i suoi "45 anni di onorato servizio nella magistratura italiana".
Fa specie che ad un ex magistrato sfugga che la norma assegna al Sindaco e agli assessori compiti di semplice "indirizzo politico", rimandando alla sfera di competenza della dirigenza ogni atto o procedura di carattere gestionale.
In altri termini un Sindaco non può "curare direttamente" una procedura concorsuale, non può "guardare una ad una" le gare, non può annunciare il nome di tecnici prima che sia loro conferito ufficialmente un incarico. E non perché sia inopportuno, ma perché si tratta di una ingerenza espressamente vietata dalla legge.
Eppure il Sindaco, con una leggerezza a tratti disarmante, lo ripete in continuazione in Consiglio comunale e alla stampa come se fosse una cosa normale e lecita.
Purtroppo, però, non è né normale né lecita. Un Sindaco non può occuparsi in prima persona di chi vince o perde un concorso, di chi vince o perde una gara. Un Sindaco non può conoscere quali tecnici saranno chiamati a svolgere incarichi per conto dell'Amministrazione comunale prima che la tecnostruttura abbia completato i preliminari passaggi amministrativi.
No, un Sindaco non può farlo. Che si chiami Bonito, Metta, Pezzano o Sgarro. Non esistono norme la cui efficacia sia sospesa se ad indossare la fascia tricolore è un ex magistrato. La legge vale per tutti.
Ecco, sarebbe utile che questo aspetto, che non esitiamo a definire inquietante, fosse oggetto di una discussione pubblica, anche in Consiglio comunale. A prescindere dal fatto che si faccia parte della maggioranza o della minoranza.
Parliamo infatti di un tema che riguarda la trasparenza e la legalità. Cioè valori che dovrebbero essere difesi al di là dei colori e delle appartenenze politiche.
Il Comune di Cerignola, qualunque cosa ne pensi il Sindaco Bonito, non è una Repubblica indipendente in cui le norme che sono in vigore in ogni altro Comune d'Italia diventino magicamente carta straccia".