Riforma? NO, grazie
Un incontro del Comitato Di Terre Di Cerignola Per Il No Al Referendum per illustrare i contenuti della riforma Boschi
Cerignola - domenica 31 luglio 2016
10.52
Venerdi 29 Luglio presso la sede Cowork in Corso Aldo Moro a Cerignola si è tenuto un incontro del Comitato di Terre di Cerignola per Il NO Al Referendum sulle modifiche alla Costituzione.
L'incontro tenuto da Enzo De Robertis, del Comitato del no di Bari, davanti ad una platea che comprendeva attivisti cittadini del M5S, Rifondazione Comunista e Pci, uniti nello scopo comune di bocciare la riforma, ha toccato i vari aspetti del provvedimento contestandone impianto e intenti.
Questo referendum, di cui si aspetta la data certa perché la Corte di Cassazione si deve ancora pronunciare sull'ammissibilità del quesito che sembra tuttavia scontata, secondo l'attivista barese é da bocciare in toto poiché la deriva verso una repubblica "governativa" che accentra il potere nelle mani del premier è un aspetto che condiziona in negativo tutte le modifiche alla carta costituzionale che la riforma propone.
Gli aspetti positivi più sbandierati dai sostenitori del sì, quali il risparmio economico, lo snellimento del processo legislativo e il maggiore peso delle regioni in parlamento, sono proprio quelli che, secondo De Robertis, questa riforma non garantirebbe.
La spesa del senato, che non è abolito, non sta tanto negli stipendi che i senatori percepiscono ma in tutto l'apparato di immobili e personale che resta in piedi oltre ai rimborsi di trasferta per i senatori. La ragioneria dello stato ha calcolato nel 20% il risparmio complessivo.
Per quel che riguarda la semplificazione del processo legislativo De Robertis ha ricordato come l'Italia sia in media europea per quantità di leggi approvate all'anno, il vero rallentamento del processo è dovuto non al bicameralismo paritario, che secondo il relatore, consente comunque un controllo di qualità sulle leggi, ma dalla volontà dei deputati e senatori di favorire o meno un provvedimento.
In sostanza il nuovo senato si limiterebbe solo a funzioni consultive e non propriamente decisionali. Emblematico e a questo proposito l'articolo 70 che attualmente recita: "La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere" e che nella modifica diventa un testo di 439 parole di difficile comprensione.
In conclusione la tesi di De Robertis, che ha accennato anche ad alcune anomalie della riforma della legge elettorale al vaglio della consulta; capilista bloccati e premio di maggioranza, è che riforme di questo tipo tendono si a favorire la governabilità ma a scapito della rappresentatività popolare.
L'attivista ipotizza che ciò sia dovuto all'influenza che un certo capitalismo internazionale opera sui governi nazionali che risulterebbero in questo modo più manipolabili.
A questo primo incontro ne seguiranno altri tra i quali probabilmente anche un confronto tra le due posizioni.
L'incontro tenuto da Enzo De Robertis, del Comitato del no di Bari, davanti ad una platea che comprendeva attivisti cittadini del M5S, Rifondazione Comunista e Pci, uniti nello scopo comune di bocciare la riforma, ha toccato i vari aspetti del provvedimento contestandone impianto e intenti.
Questo referendum, di cui si aspetta la data certa perché la Corte di Cassazione si deve ancora pronunciare sull'ammissibilità del quesito che sembra tuttavia scontata, secondo l'attivista barese é da bocciare in toto poiché la deriva verso una repubblica "governativa" che accentra il potere nelle mani del premier è un aspetto che condiziona in negativo tutte le modifiche alla carta costituzionale che la riforma propone.
Gli aspetti positivi più sbandierati dai sostenitori del sì, quali il risparmio economico, lo snellimento del processo legislativo e il maggiore peso delle regioni in parlamento, sono proprio quelli che, secondo De Robertis, questa riforma non garantirebbe.
La spesa del senato, che non è abolito, non sta tanto negli stipendi che i senatori percepiscono ma in tutto l'apparato di immobili e personale che resta in piedi oltre ai rimborsi di trasferta per i senatori. La ragioneria dello stato ha calcolato nel 20% il risparmio complessivo.
Per quel che riguarda la semplificazione del processo legislativo De Robertis ha ricordato come l'Italia sia in media europea per quantità di leggi approvate all'anno, il vero rallentamento del processo è dovuto non al bicameralismo paritario, che secondo il relatore, consente comunque un controllo di qualità sulle leggi, ma dalla volontà dei deputati e senatori di favorire o meno un provvedimento.
In sostanza il nuovo senato si limiterebbe solo a funzioni consultive e non propriamente decisionali. Emblematico e a questo proposito l'articolo 70 che attualmente recita: "La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere" e che nella modifica diventa un testo di 439 parole di difficile comprensione.
In conclusione la tesi di De Robertis, che ha accennato anche ad alcune anomalie della riforma della legge elettorale al vaglio della consulta; capilista bloccati e premio di maggioranza, è che riforme di questo tipo tendono si a favorire la governabilità ma a scapito della rappresentatività popolare.
L'attivista ipotizza che ciò sia dovuto all'influenza che un certo capitalismo internazionale opera sui governi nazionali che risulterebbero in questo modo più manipolabili.
A questo primo incontro ne seguiranno altri tra i quali probabilmente anche un confronto tra le due posizioni.