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Rifiuti, Fratelli d'Italia Cerignola: “Tre emergenze che hanno un solo nome”

Il presidente del Consorzio continua a dire che l'Ager deve esercitare i poteri sostitutivi di firma dei contratti, a nome dei Comuni che lui etichetta come “inadempienti”.

CERIGNOLA – Il presidente del Consorzio Bacino Fg 4 continua a sbraitare soluzioni per salvare Sia Srl dal tracollo a cui l'ha portata scientificamente il sindaco di Cerignola. Eppure, anche se depista tutti con continue inversioni di tendenza e sdoppiamenti, sono la stessa persona.
Il presidente del Consorzio continua a dire che l'Ager deve esercitare i poteri sostitutivi di firma dei contratti, a nome dei Comuni che lui etichetta come "inadempienti". Le cose l'Ager le ha chiarite già il 23 marzo, anche se né il sindaco di Cerignola né il presidente del Consorzio se ne capacitano, alla ricerca di capri espiatori a cui addossare le responsabilità per le criticità di Sia. Occorrerebbe chiedere al presidente dell'Udas se ha colto la questione.
I NUOVI CONTRATTI NON BASTANO | La sottoscrizione dei 9 contratti d'Aro ed i relativi flussi finanziari non salverebbero Sia. Gianfranco Grandaliano dell'Ager ha analizzato le "problematiche che gravano sull'impianto": "alla società occorrono circa 17 milioni di euro annui", ma solo 14 verrebbero dalla firma novennale dei contratti. Restano fuori 3 milioni di euro all'anno, che "dovrebbero rinvenire dalla gestione dell'impianto". Quegli impianti che sindaco di Cerignola e presidente del Consorzio sono stati d'accordo a non avviare per 3 anni, rinunciando a sfruttare l'Aia 66/2014 che prevedeva VI lotto di discarica, compostaggio e 16 biocelle, che solo di recente si avviano al funzionamento, sebbene tra troppe ombre. Di chi è la colpa se Sia dal 2015 ad oggi si è trovata ad avere costi e non entrate?
IL DISCO ROTTO DEI POTERI SOSTITUTIVI | Perchè Ager non esercita i poteri sostitutivi? Perchè gli altri Comuni non firmano? Cosa firmerebbero con Sia se non si sa (e la Sia stessa lo ammette) se ci potrà essere continuità aziendale? Mancano 6 milioni di euro per chiudere l'esercizio 2017. Questa è la sfida del "nuovo" amministratore unico Francesco Vasciaveo. Finchè non si sarà compresa la reale possibilità di sopravviovenza di Sia Srl, che senso ha incantare il disco sui contratti che comunque non risolvono i problemi? Che senso ha aizzare sindacati e lavoratori verso altri? Fino a capire quale potrà essere il destino di Sia, si faccia lavorare serenamente l'amministratore unico.
Sono nate così le mergenze di questi giorni: una ambientale, l'altra aziendale e sociale, l'ultima gestionale.
EMERGENZA AMBIENTALE| Quella ambientale vede 9 Comuni pieni di rifiuti per strada, il V lotto di discarica abbandonato a Forcone Cafiero, senza il trattamento post mortem e con 12 metri di percolato in più, certificati dai Carabinieri del Noe, rispetto ai limiti consentiti: quindi, inquinamento delle falde acquifere, perchè il sindaco di Cerignola doveva perpetrare il suo no al VI lotto sbandierato in campagna elettorale.
EMERGENZA AZIENDALE E SOCIALE | L'altra emergenza è aziendale e sociale, con 300 lavoratori che non sanno cosa sarà domani, con gli stipendi in ritardo e interminabili assemblee in cui si riesce solo a spostare l'attenzione, senza produrre proposte reali. A loro ed alle loro famiglie, va vicinanza e solidarietà, con pazienza e comprensione per i disservizi di queste ore.
EMERGENZA GESTIONALE | L'ultima è l'emergenza gestionale: l'ordinanza regionale 1/2017 è in scadenza e non ancora si sa quale sarà il rapporto di Aseco Spa con Sia e Comuni del Consorzio. La Spa portata da Emiliano con una ordinanza di 6 mesi (scade il 20 giugno) ha investito il 25% (1,5 su 6 milioni, la differenza a carico di Sia) dell'intera somma per le 16 biocelle e già fa sapere che le capienze non sono quelle preventivate: dall'Aseco riferiscono che l'impianto "ha la capacità tecnica di trattare solamente 160 ton/die rispetto alle 312ton/die di cui all'Aia rilasciata" . Quindi collaudo, funzionamento e monetizzazione non arriverebbero subito. Aseco come si riprenderà i soldi investiti? Impadronendosi degli impianti a danno dei Comuni? Quanto farà pagare la biostabilizzazione ai Comuni? E il sindaco di Cerignola, dapprima sostenitore della privatizzazione, poi sostenitore di Emiliano, solo ora si accorge che è tutto un eneorme danno?
DANNI CHE RESTANO | Tra polverose rototatorie e figure barbine, gli ultimi 3 anni sono dannosi e i danni resteranno alle future generazioni. Allora l'invito è che dopo le dimissioni del presidente del Consorzio arrivino anche quelle del sindaco di Cerignola, la cui evidente inadeguatezza ha generato sin troppi danni. Tanto resta sempre presidente dell'Udas.
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