Attualità
Renè Angeramo, psicoterapeuta originario di Cerignola: “Ho spiegato a Gambero Rosso il perché delle code mangerecce nei locali”
Il fenomeno, piuttosto diffuso in Italia, è stato analizzato dal punto di vista sociologico e psicologico
Cerignola - lunedì 24 giugno 2024
15.24
Nel settore della ristorazione è facile imbattersi in locali che, per motivi diversi (prezzi particolarmente accessibili o specialità goderecce rare) hanno la fila di persone che attendono di entrare.
Nell'era dei social, poi, il fenomeno assume proporzioni ancora maggiori, tanto che-in alcuni casi-viene spontaneo chiedersi se sia tutto vero, o piuttosto non si tratti di una strategia di marketing ben studiata a tavolino.
Dal punto di vista empirico, però, è facile sperimentare che solitamente quando un locale è pieno di persone o vi è la fila all'entrata significa che si mangia bene e non si rischia di prosciugare il portafoglio.
Sul perché "la gente va dove c'è altra gente" la famosa rivista enogastronomica Gambero Rosso ha chiesto il parere di Renè Angeramo, psicoterapeuta di origine cerignolana che vive e svolge la professione a Roma.
«Le persone spesso tendono a seguire il comportamento delle masse: gli individui si sentono più sicuri nelle scelte che fanno se vedono che gli altri hanno fatto la stessa scelta prima di loro. Il fenomeno è noto come effetto del gregge. In contesti come ristoranti o bar, se un luogo è affollato, ciò può essere interpretato come un segnale di qualità superiore o più desiderabile, indipendentemente dalla sua effettiva qualità», ha spiegato Angeramo.
Generalmente un locale vuoto viene considerato "triste", e considerato per questo meno desiderabile o inferiore, rispetto ad un ristorante in cui vi è la fila per entrare.
E' quella che Angeramo definisce "percezione del valore", che però a quanto pare non è oggettiva e uguale per tutti. Ci sono locali, infatti, che stanno optando per una tendenza inversa: evitare la fila perché ritengono che crei rumore e caos, ed anche per rispetto del vicinato.
La prenotazione è senz'altro lo strumento migliore per evitare la fila: serve inoltre ad ottenere una maggiore selezione e scrematura della clientela e ad ottimizzare il target che frequenta il locale.
Nell'era dei social, poi, il fenomeno assume proporzioni ancora maggiori, tanto che-in alcuni casi-viene spontaneo chiedersi se sia tutto vero, o piuttosto non si tratti di una strategia di marketing ben studiata a tavolino.
Dal punto di vista empirico, però, è facile sperimentare che solitamente quando un locale è pieno di persone o vi è la fila all'entrata significa che si mangia bene e non si rischia di prosciugare il portafoglio.
Sul perché "la gente va dove c'è altra gente" la famosa rivista enogastronomica Gambero Rosso ha chiesto il parere di Renè Angeramo, psicoterapeuta di origine cerignolana che vive e svolge la professione a Roma.
«Le persone spesso tendono a seguire il comportamento delle masse: gli individui si sentono più sicuri nelle scelte che fanno se vedono che gli altri hanno fatto la stessa scelta prima di loro. Il fenomeno è noto come effetto del gregge. In contesti come ristoranti o bar, se un luogo è affollato, ciò può essere interpretato come un segnale di qualità superiore o più desiderabile, indipendentemente dalla sua effettiva qualità», ha spiegato Angeramo.
Generalmente un locale vuoto viene considerato "triste", e considerato per questo meno desiderabile o inferiore, rispetto ad un ristorante in cui vi è la fila per entrare.
E' quella che Angeramo definisce "percezione del valore", che però a quanto pare non è oggettiva e uguale per tutti. Ci sono locali, infatti, che stanno optando per una tendenza inversa: evitare la fila perché ritengono che crei rumore e caos, ed anche per rispetto del vicinato.
La prenotazione è senz'altro lo strumento migliore per evitare la fila: serve inoltre ad ottenere una maggiore selezione e scrematura della clientela e ad ottimizzare il target che frequenta il locale.