Territorio
Rapporti tra Diocesi e Amministrazione Comunale Metta
A dipanare le ombre diffuse sull’operato della Diocesi di Cerignola - Ascoli Satriano sono stati Don Pasquale Cotugno e Gerardo Leone in conferenza stampa
Cerignola - lunedì 23 dicembre 2019
13.26
Questa mattina si è svolta la conferenza stampa per dipanare le ombre diffuse sull'operato dei sodalizi confraternali di Cerignola circa i rapporti con la Ditta Ge.Co.Ci., affidataria dei servizi cimiteriali, e per chiarire molti contenuti fuorvianti per quanto riguarda l'avviso pubblico che finanziò 12 progetti di attività oratoriali a parrocchie e confessioni non cattoliche destinate a realizzare strutture per il gioco e spazi per la socializzazione e definire i rapporti tra Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano con la Amministrazione Comunale guidata da Franco Metta. Sono intervenuti Don Pasquale Cotugno, vicario foraneo della Forania di San Pietro Apostolo, e Gerardo Leone, presidente del Coordinamento diocesano delle Confraternite.
«Cercheremo di restare in merito ad alcune questioni in relazione ai rapporti tra la Diocesi e la Amministrazione Comunale sciolta per mafia – sono state le parole di introduzione pronunciate da Don Pasquale COtugno - Le questioni sono tre essenzialmente, quella relativa alla confraternite, la relazione tra alcune Parrocchie e l'Assessorato alle Politiche Sociali relative al bando pubblico per gli oratori e la relazione tra Diocesi ed Amministrazione Comunale in relazione agli Ex Stalloni Pavoncelli».
RAPPORTI TRA CONFRATERNITE, GE.CO.CI E COMUNE DI CERIGNOLA
Gerardo Leone ha fatto una cronistoria di quanto accaduto nella gestione delle lampade votive ad opera delle Confraternite di Cerignola partendo dall'anno 1998, in cui il gestore di energia elettrica ENEL distaccò tutte le utenze private e confraternali riconoscendo un solo utente destinatario di tutto, il Comune di Cerignola.
«Consentitemi di fare un passo indietro nel tempo. Nel 1998 l'ENEL effettuava il distacco dell'energia elettrica all'interno del comparto cimiteriale perché decise di riconoscere un solo utente e quella miriade di utenti che attingevano energia elettrica per le tombe private e le cappelle confraternali. Iniziammo una serie di incontri con le amministrazioni comunali di allora che portarono ad un primo affidamento di servizio di riscossione delle lampade votive all'interno delle confraternite. Si è andato di proroga in proroga fino al 2017».
Il presidente Leone entra nel merito della gestione attuale partendo dal 2014, quando la ditta SCEAP si aggiudicò l'appalto con la Amministrazione Giannatempo.
«Intanto nel 2014 il Comune di Cerignola aggiudicava i lavori di ampliamento del cimitero e tutti i servizi connessi nel complesso del cimitero alla SCEAP che sottoscriverà la convenzione nel febbraio 2016 iniziando la sua attività ad ottobre 2016 costituendo una società nuova, la GE.CO.CI. Capite bene che la proroga e la richiesta del servizio di affidamento viene fatta alla GE.CO.CI. in quanto unico addetto alla fornitura della energia elettrica, l'ENEL riconosce in quella circostanza solo la GE.CO.CI. Ci siamo ritrovati ad interfacciarci con la GE.CO.CI., inizialmente nasce un contenzioso ma, attraverso vari incontri, troviamo una soluzione fino ad arrivare ad avere l'affidamento del servizio delle lampade votive. Firmata la convenzione ci siamo obbligati a rinunciare al ricorso al Presidente della Repubblica, rinunciamo agli impianti perché li abbiamo affidati alla GE.CO.CI., la quale si impegna a manutenerli, adeguarli e metterli in sicurezza. Si concorda con la GE.CO.CI che per l'anno 2018 si continuerà a pagare € 23, 20, per l'anno 2019 a pagare € 27,60 fino ad andare a regime, in quanto nelle cappelle private sin dal 2016 si pagava 31,50, cosa che accadrà dal 2020 anche per le cappelle confraternali.
Il sevizio di riscossione è stato affidato alla confraternite dietro un compenso pari a 5 euro per ogni lampada, all'interno delle tombe confraternali, a fronte di € 9,46 che l'Amministrazione Comunale dava alle confraternite per ogni lampada.
Conclude Gerardo Leone sottolineando che, se è vero che la somma per lampada votiva riscossa dalle confraternite è inferiore rispetto a quella percepita precedentemente quando la gestione della riscossione avveniva per conto del Comune di Cerignola , ci sono vantaggi, in ordine di impegni e responsabilità, a beneficio delle stesse Confraternite derivanti dal contratto stipulato con la GE.CO. CI:
Prima si andava avanti di tre anni in tre anni, di proroga in proroga mentre adesso la nostra convenzione con la GE.CO.CI. scade alla scadenza della loro gara, quindi tra 25 anni in cui gli impianti elettrici torneranno alla Confraternite che nulla daranno in cambio alla GE.CO.CI per averli messi in sicurezza e adeguati».
RAPPORTI TRA DIOCESI E AMMINISTRAZIONE METTA – bando di gara per oratori - ex Stalloni Pavoncelli
«Per gli oratori è stato fatto un bando pubblico dall'Assessorato alle Politiche Sociali dove quasi tutte le parrocchie hanno decisivo di parteciparvi. A noi interessava dotare la parrocchia di attrezzature utili per la pastorale giovanile – spiega Don Pasquale Cotugno - Per quanto riguarda invece gli Ex Stalloni Pavoncelli abbiamo avuto una opportunità collaborativa con Amministrazione Comunale, mediante un cofinanziamento, per avere degli spazi per la Parrcchia San Domenico, di cui era il parroco, e per la Diocesi. È chiaro che noi non possiamo entrare nel merito della ditta che ha svolto i lavori – noi aggiungiamo vincitrice di gara di appalto pubblico - Non dovevamo svolgere attività di monitoraggio o valutazione degli iter cui seguono i lavori».
L'AZIONE DELLA CHIESA IN MERITO ALLE INFILTRAZIONI MAFIOSE E ALL'ANTIMAFIA
«Tante inesattezze sono state scritte, le Confraternite non sono il braccio operativo della Diocesi e della Curia, hanno una propria personalità giuridica e sono autonome. Abbiamo sempre cercato di agire in totale trasparenza e siamo a diposizione di chiunque volesse accedere agli atti. Nessuno è venuto nei nostri Uffici a chiedere di far chiarezza o valutare le questioni - ha continuato don Pasquale Cotugno - In questi anni di azioni pastorali in merito alla legalità, alla trasperanza, al contrasto del disagio minorile e alla prevenzione sono veramente tante. La scuola di formazione socio politica, le settimane sociali con approfondimento del tema del contrasto alle mafie e legalità, economia trasparenti, siamo stati gli unici nel territorio a parlare di questo, gli unici a fare azione minuziosa nel territorio attraverso progetti di contrasto alla dispersione scolastica. Abbiamo contrastato la cultura mafiosa e più volte abbiamo denunciato. Ci sembra paradossale imputare al Vescovo silenzio e collusione quando in maniera esplicita più volte abbiamo denunciato.
Più volte il Vescovo in maniera esplicita ha parlato di collusione, infiltrazione, lo abbiamo fatto con manifestazioni anche in questo settore, organizzando incontri con Don Luigi Ciotti, abbiamo fatte tante cose in merito a questi argomenti, piuttosto chiediamoci perchè i giornali non abbiano dato abbastanza spazio ad approfondimenti su questi temi. I giornali pubblicano i nostri comunicati stampa ma senza mai approfondire la pastorale della nostra chiesa in materia di contrasto alla povertà, dispersione, legalità… nessuna si interroga su questo? Abbiamo fatto una miriade di progetti nei quartieri, ultimo a Torricelli, dove collaborano cooperative sociali e parrocchia. Questo per noi significa contrastare la cultura mafiose ed il Vescovo in più occasione lo ha ribadito attraverso le sue risposte – ha concluso don Pasquale prima delle domande dei giornalisti - C'è sicuramente un peccato originale in alcuni che fanno parte del mondo associazionistico ecclesiale i quali hanno avuto una parentesi di collaborazione con l'amministrazione pubblica, ma solo una parentesi, noi non possiamo impedire la militanza di alcune persone nei nostri percorsi. La riunione fatto col MEIC non era una riunioni segreta, chiunque voglia iscriversi alla Azione Cattolica o MEIC lo faccia. Accusarci di collusione mi sembra una cosa un po' troppo pesante e infondata».
«Cercheremo di restare in merito ad alcune questioni in relazione ai rapporti tra la Diocesi e la Amministrazione Comunale sciolta per mafia – sono state le parole di introduzione pronunciate da Don Pasquale COtugno - Le questioni sono tre essenzialmente, quella relativa alla confraternite, la relazione tra alcune Parrocchie e l'Assessorato alle Politiche Sociali relative al bando pubblico per gli oratori e la relazione tra Diocesi ed Amministrazione Comunale in relazione agli Ex Stalloni Pavoncelli».
RAPPORTI TRA CONFRATERNITE, GE.CO.CI E COMUNE DI CERIGNOLA
Gerardo Leone ha fatto una cronistoria di quanto accaduto nella gestione delle lampade votive ad opera delle Confraternite di Cerignola partendo dall'anno 1998, in cui il gestore di energia elettrica ENEL distaccò tutte le utenze private e confraternali riconoscendo un solo utente destinatario di tutto, il Comune di Cerignola.
«Consentitemi di fare un passo indietro nel tempo. Nel 1998 l'ENEL effettuava il distacco dell'energia elettrica all'interno del comparto cimiteriale perché decise di riconoscere un solo utente e quella miriade di utenti che attingevano energia elettrica per le tombe private e le cappelle confraternali. Iniziammo una serie di incontri con le amministrazioni comunali di allora che portarono ad un primo affidamento di servizio di riscossione delle lampade votive all'interno delle confraternite. Si è andato di proroga in proroga fino al 2017».
Il presidente Leone entra nel merito della gestione attuale partendo dal 2014, quando la ditta SCEAP si aggiudicò l'appalto con la Amministrazione Giannatempo.
«Intanto nel 2014 il Comune di Cerignola aggiudicava i lavori di ampliamento del cimitero e tutti i servizi connessi nel complesso del cimitero alla SCEAP che sottoscriverà la convenzione nel febbraio 2016 iniziando la sua attività ad ottobre 2016 costituendo una società nuova, la GE.CO.CI. Capite bene che la proroga e la richiesta del servizio di affidamento viene fatta alla GE.CO.CI. in quanto unico addetto alla fornitura della energia elettrica, l'ENEL riconosce in quella circostanza solo la GE.CO.CI. Ci siamo ritrovati ad interfacciarci con la GE.CO.CI., inizialmente nasce un contenzioso ma, attraverso vari incontri, troviamo una soluzione fino ad arrivare ad avere l'affidamento del servizio delle lampade votive. Firmata la convenzione ci siamo obbligati a rinunciare al ricorso al Presidente della Repubblica, rinunciamo agli impianti perché li abbiamo affidati alla GE.CO.CI., la quale si impegna a manutenerli, adeguarli e metterli in sicurezza. Si concorda con la GE.CO.CI che per l'anno 2018 si continuerà a pagare € 23, 20, per l'anno 2019 a pagare € 27,60 fino ad andare a regime, in quanto nelle cappelle private sin dal 2016 si pagava 31,50, cosa che accadrà dal 2020 anche per le cappelle confraternali.
Il sevizio di riscossione è stato affidato alla confraternite dietro un compenso pari a 5 euro per ogni lampada, all'interno delle tombe confraternali, a fronte di € 9,46 che l'Amministrazione Comunale dava alle confraternite per ogni lampada.
Conclude Gerardo Leone sottolineando che, se è vero che la somma per lampada votiva riscossa dalle confraternite è inferiore rispetto a quella percepita precedentemente quando la gestione della riscossione avveniva per conto del Comune di Cerignola , ci sono vantaggi, in ordine di impegni e responsabilità, a beneficio delle stesse Confraternite derivanti dal contratto stipulato con la GE.CO. CI:
Prima si andava avanti di tre anni in tre anni, di proroga in proroga mentre adesso la nostra convenzione con la GE.CO.CI. scade alla scadenza della loro gara, quindi tra 25 anni in cui gli impianti elettrici torneranno alla Confraternite che nulla daranno in cambio alla GE.CO.CI per averli messi in sicurezza e adeguati».
RAPPORTI TRA DIOCESI E AMMINISTRAZIONE METTA – bando di gara per oratori - ex Stalloni Pavoncelli
«Per gli oratori è stato fatto un bando pubblico dall'Assessorato alle Politiche Sociali dove quasi tutte le parrocchie hanno decisivo di parteciparvi. A noi interessava dotare la parrocchia di attrezzature utili per la pastorale giovanile – spiega Don Pasquale Cotugno - Per quanto riguarda invece gli Ex Stalloni Pavoncelli abbiamo avuto una opportunità collaborativa con Amministrazione Comunale, mediante un cofinanziamento, per avere degli spazi per la Parrcchia San Domenico, di cui era il parroco, e per la Diocesi. È chiaro che noi non possiamo entrare nel merito della ditta che ha svolto i lavori – noi aggiungiamo vincitrice di gara di appalto pubblico - Non dovevamo svolgere attività di monitoraggio o valutazione degli iter cui seguono i lavori».
L'AZIONE DELLA CHIESA IN MERITO ALLE INFILTRAZIONI MAFIOSE E ALL'ANTIMAFIA
«Tante inesattezze sono state scritte, le Confraternite non sono il braccio operativo della Diocesi e della Curia, hanno una propria personalità giuridica e sono autonome. Abbiamo sempre cercato di agire in totale trasparenza e siamo a diposizione di chiunque volesse accedere agli atti. Nessuno è venuto nei nostri Uffici a chiedere di far chiarezza o valutare le questioni - ha continuato don Pasquale Cotugno - In questi anni di azioni pastorali in merito alla legalità, alla trasperanza, al contrasto del disagio minorile e alla prevenzione sono veramente tante. La scuola di formazione socio politica, le settimane sociali con approfondimento del tema del contrasto alle mafie e legalità, economia trasparenti, siamo stati gli unici nel territorio a parlare di questo, gli unici a fare azione minuziosa nel territorio attraverso progetti di contrasto alla dispersione scolastica. Abbiamo contrastato la cultura mafiosa e più volte abbiamo denunciato. Ci sembra paradossale imputare al Vescovo silenzio e collusione quando in maniera esplicita più volte abbiamo denunciato.
Più volte il Vescovo in maniera esplicita ha parlato di collusione, infiltrazione, lo abbiamo fatto con manifestazioni anche in questo settore, organizzando incontri con Don Luigi Ciotti, abbiamo fatte tante cose in merito a questi argomenti, piuttosto chiediamoci perchè i giornali non abbiano dato abbastanza spazio ad approfondimenti su questi temi. I giornali pubblicano i nostri comunicati stampa ma senza mai approfondire la pastorale della nostra chiesa in materia di contrasto alla povertà, dispersione, legalità… nessuna si interroga su questo? Abbiamo fatto una miriade di progetti nei quartieri, ultimo a Torricelli, dove collaborano cooperative sociali e parrocchia. Questo per noi significa contrastare la cultura mafiose ed il Vescovo in più occasione lo ha ribadito attraverso le sue risposte – ha concluso don Pasquale prima delle domande dei giornalisti - C'è sicuramente un peccato originale in alcuni che fanno parte del mondo associazionistico ecclesiale i quali hanno avuto una parentesi di collaborazione con l'amministrazione pubblica, ma solo una parentesi, noi non possiamo impedire la militanza di alcune persone nei nostri percorsi. La riunione fatto col MEIC non era una riunioni segreta, chiunque voglia iscriversi alla Azione Cattolica o MEIC lo faccia. Accusarci di collusione mi sembra una cosa un po' troppo pesante e infondata».