Quando Cerignola accolse Totò. La storia di Gambe d’oro
Michele Dell’anno ha presentato il libro sul film che nel ‘58 coinvolse tutta la città
Cerignola - venerdì 29 dicembre 2023
21.42
C'è stato un momento nella storia di Cerignola in cui la città si trasformò in un set cinematografico. Successe nell'aprile del 1958 quando fu girato Gambe d'oro, il film diretto da Turi Vasile e sceneggiato dallo stesso regista e da Antonio Margheriti con le musiche di Lelio Luttazzi. Ne parla Michele dell'Anno nel suo libro omonimo edito dall'Associazione Cultura e Ambiente Editore – Foggia, presentato questa sera a Palazzo Fornari a Cerignola.
In quel periodo, passeggiando per la città sarebbe stato facile incontrare i protagonisti del film che assieme a Totò arrivarono a Cerignola. Un cast di attori che all'epoca erano tra i più noti al pubblico cinematografico: Memmo Carotenuto, Dolores Palumbo, Paolo Ferrari, Elsa Merlini e il cerignolano Rosario Borrelli.
Il libro di dell'Anno si concentra proprio sulla Cerignola che fu protagonista di quel film. Borrelli che in arte modificò il suo cognome Borelli fu solo il più famoso cerignolano a partecipare a quell'avventura. Durante la presentazione, che è diventata poi un dibattito con i presenti, sono stati tanti gli aneddoti e i: "mi ricordo", "io c'ero", "quella la conoscevo."
Fu proprio grazie alla mediazione di Borrelli e a una cena galeotta che l'attore assieme al sindaco di allora Pasquale Specchio e il presidente del Cerignola fecero con il produttore, Vasile e Margheriti che Cerignola fu scelta come set del film.
Era l'anno dei mondiali in Svezia, i primi di Pelè diciottenne a cui l'Italia, eliminata dall'Irlanda del Nord, non partecipò. Serviva rilanciare l'immagine di un calcio genuino di provincia che avesse ritmo e spirito di squadra, quello che era mancato alla nazionale per andare in Svezia e Cerignola e il Cerignola divennero così i simboli del riscatto nazionale e la metafora perfetta dell'unione di passione, sogni, amicizia e lealtà.
La trama racconta la vicenda del barone Luigi Fontana, interpretato da Totò, che più che alla squadra a un passo dalla serie C di cui è presidente, tiene al proprio portafoglio. Per questo è tentato di cedere alle lusinghe di un ricco club del nord che vorrebbe acquistare i pezzi pregiati della squadra.
L'arrivo della Nazionale a Bari e l'occasione di sfidarla in amichevole sono la miccia che riaccendono l'orgoglio del barone e gli fanno scoppiare la passione per il calcio e la rinuncia a fare cassa. Un film dal lieto fine dove amicizia, sogni e spirito di squadra prevalgono sul denaro.
I luoghi scelti per le riprese di questa commedia dei buoni sentimenti furono, per la maggior parte, quelli della zona di città che da Corso Gramsci arriva fino a Piazza Duomo, non mancano lo stadio Monterisi e lo Zaccheria di Foggia dove furono girate alcune scene, corso Scuola Agraria e il celebre Bar DeFinis.
Tante cose sono cambiate da quel film di sessantacinque anni fa, qualcuna in meglio. L'Audace è arrivata davvero in serie C e ha riscattato quell'immagine di "squadretta di calcio provinciale" che le affibbiò il critico del Corriere d'Informazione nell'agosto del 58. Manca solo che tutta la città ritrovi quella spensieratezza in bianco e nero di provincia filmata da Vasile.
In quel periodo, passeggiando per la città sarebbe stato facile incontrare i protagonisti del film che assieme a Totò arrivarono a Cerignola. Un cast di attori che all'epoca erano tra i più noti al pubblico cinematografico: Memmo Carotenuto, Dolores Palumbo, Paolo Ferrari, Elsa Merlini e il cerignolano Rosario Borrelli.
Il libro di dell'Anno si concentra proprio sulla Cerignola che fu protagonista di quel film. Borrelli che in arte modificò il suo cognome Borelli fu solo il più famoso cerignolano a partecipare a quell'avventura. Durante la presentazione, che è diventata poi un dibattito con i presenti, sono stati tanti gli aneddoti e i: "mi ricordo", "io c'ero", "quella la conoscevo."
Fu proprio grazie alla mediazione di Borrelli e a una cena galeotta che l'attore assieme al sindaco di allora Pasquale Specchio e il presidente del Cerignola fecero con il produttore, Vasile e Margheriti che Cerignola fu scelta come set del film.
Era l'anno dei mondiali in Svezia, i primi di Pelè diciottenne a cui l'Italia, eliminata dall'Irlanda del Nord, non partecipò. Serviva rilanciare l'immagine di un calcio genuino di provincia che avesse ritmo e spirito di squadra, quello che era mancato alla nazionale per andare in Svezia e Cerignola e il Cerignola divennero così i simboli del riscatto nazionale e la metafora perfetta dell'unione di passione, sogni, amicizia e lealtà.
La trama racconta la vicenda del barone Luigi Fontana, interpretato da Totò, che più che alla squadra a un passo dalla serie C di cui è presidente, tiene al proprio portafoglio. Per questo è tentato di cedere alle lusinghe di un ricco club del nord che vorrebbe acquistare i pezzi pregiati della squadra.
L'arrivo della Nazionale a Bari e l'occasione di sfidarla in amichevole sono la miccia che riaccendono l'orgoglio del barone e gli fanno scoppiare la passione per il calcio e la rinuncia a fare cassa. Un film dal lieto fine dove amicizia, sogni e spirito di squadra prevalgono sul denaro.
I luoghi scelti per le riprese di questa commedia dei buoni sentimenti furono, per la maggior parte, quelli della zona di città che da Corso Gramsci arriva fino a Piazza Duomo, non mancano lo stadio Monterisi e lo Zaccheria di Foggia dove furono girate alcune scene, corso Scuola Agraria e il celebre Bar DeFinis.
Tante cose sono cambiate da quel film di sessantacinque anni fa, qualcuna in meglio. L'Audace è arrivata davvero in serie C e ha riscattato quell'immagine di "squadretta di calcio provinciale" che le affibbiò il critico del Corriere d'Informazione nell'agosto del 58. Manca solo che tutta la città ritrovi quella spensieratezza in bianco e nero di provincia filmata da Vasile.