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Territorio

Puglia, la Giunta Regionale approva il Regolamento sul Randagismo

Le associazioni: “Accolte alcune modifiche, presenti diverse criticità”

La Giunta della Regione Puglia in data 7 dicembre ha approvato il Regolamento attuativo della Legge Regionale "Norme sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali da affezione" nei confronti del quale LAV e LNDC Animal Protection avevano sollevato numerose perplessità e, nel corso di un'audizione svolta nel mese di luglio, avevano chiesto delle modifiche per ovviare alle principali criticità.

Solo alcune delle modifiche richieste dalle Associazioni sono state accolte, tra le quali la previsione per i canili sanitari di disporre di un numero maggiore di box di quelli originariamente previsti per l'ospitalità dei cuccioli e di un locale per le pratiche amministrative nonché la previsione relativa alla possibilità di riconoscere le colonie feline ubicate anche nelle aree delle strutture penitenziarie.

É proprio in relazione alle colonie feline che il Regolamento approvato dalla Giunta presenta ancora degli aspetti decisamente negativi. Sebbene siano state introdotte delle deroghe per piccoli gruppi composti al massimo da venti gatti, non potranno più essere riconosciute le colonie feline situate nelle aree delle strutture sanitarie di ricovero, residenziali, nelle scuole dell'infanzia ed elementari e le relative aree contermini, nonché nelle Aree Protette Nazionali e/o Regionali, ovvero i territori in cui insistono le Riserve Statali, i Parchi Nazionali, i Parchi Naturali Regionali, i Parchi Naturali Regionali Orientati, le Aree SIC e ZPS e similari, ad eccezione delle aree urbanizzate dei Comuni ricadenti nelle dette aree.

«Queste disposizioni sono in palese contrasto con la normativa nazionale e regionale a tutela delle colonie feline che riconosce ai gatti liberi il diritto al territorio. Ci chiediamo quale sarà il destino dei gatti in esubero». – dichiarano LAV e LNDC Animal Protection - «Secondo la Legge Quadro n. 281/91 i gatti che vivono in stato di libertà sul territorio sono protetti ed è fatto divieto a chiunque di maltrattarli o di allontanarli dal loro habitat.

La medesima Legge non pone alcuna specifica riguardo al territorio frequentato dai gatti che può essere pubblico, aperto al pubblico o privato. I gatti sono, infatti, riconosciuti dalla normativa italiana come animali liberi e non è possibile impedire loro di frequentare spazi privati facilmente raggiungibili e ancor di più se negli stessi possono ricevere cure. Le disposizioni della Regione non solo sono in contrasto con la normativa, ma sottovalutano anche l'importanza di promuovere una corretta relazione tra l'uomo e gli animali. Gli anziani presenti nelle strutture residenziali, ad esempio, possono trovare giovamento nell'accudimento delle colonie feline.»

Altri aspetti negativi che ci preme sottolineare sono l'assenza di un direttore sanitario, di un medico veterinario comportamentalista e di educatori cinofili nei canili sanitari, la mancata previsione di telecamere obbligatorie in queste strutture e la definizione chiara delle prestazioni sanitarie per gli animali che vi fanno ingresso. Con il Regolamento si è persa anche l'occasione per chiarire la procedura per il soccorso dei gatti. La Legge regionale Norme sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali da affezione disciplina, infatti, solo quella per i cani.

«Non aver previsto la figura di un direttore sanitario nei canili sanitari è particolarmente grave in quanto questa figura è fondamentale per assicurare una corretta gestione sanitaria degli animali e della struttura. Questa figura ha infatti la funzione di coordinamento delle attività sanitarie con piena responsabilità in materia di gestione, controllo, sorveglianza e verifica di quanto concerne l'attività sanitaria. Anche la presenza di un medico veterinario comportamentalista e di educatori cinofili è fondamentale.

I cani ospitati nei canili sanitari spesso hanno subito dei traumi e dunque necessitano di un supporto qualificato per iniziare il percorso finalizzato all'adozione. Inoltre, nelle citate strutture sono presenti anche cani che hanno manifestato comportamenti aggressivi e che perciò necessitano di una valutazione da parte di personale qualificato e specializzato in comportamento animale capace anche di impostarne la corretta gestione anche per la sicurezza degli operatori. Incomprensibile, inoltre, non aver previsto degli orari minimi di apertura al pubblico dei canili, come da noi richiesto, in quanto ciò non facilita le adozioni.» concludono le Associazioni.
  • animali domestici
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