Territorio
Puglia del vino, qualità e sostegno alla filiera per ripartire
Le decisioni del Comitato consultivo vitivinicolo regionale riunitosi lunedì 26 aprile. Cia Puglia: “Scelte e proposte precise su certificazioni, rese e ristrutturazioni dei vigneti”
Cerignola - mercoledì 28 aprile 2021
16.49 Comunicato Stampa
La Puglia del vino, lunedì 26 aprile 2021, è tornata a riunirsi attraverso l'incontro del Comitato consultivo vitivinicolo regionale. Sono state tre le questioni al centro della discussione: la designazione degli organismi di controllo, lo schema del decreto ministeriale per la riduzione delle rese e, infine, la possibilità di utilizzare al meglio i 644mila euro del fondo annuale. Per CIA Agricoltori Italiani della Puglia, alla riunione ha preso parte Nicola Cantatore su delega del presidente regionale Raffaele Carrabba. È stata una riunione importante e proficua", ha dichiarato Cantatore.
Per quanto riguarda il primo punto all'ordine del giorno, vale a dire la designazione dell'organismo di controllo, il Comitato ha inteso affidarsi alla struttura, ai servizi e alle competenze di "Agroqualità S.P.A.". In questo modo, saranno garantiti i servizi certificativi per la filiera che spaziano dalla garanzia dell'origine, alla gestione della sicurezza alimentare, alla rintracciabilità delle componenti, al rispetto delle buone pratiche di coltivazione e produzione, alla valorizzazione dei prodotti. "Per quanto riguarda il decreto ministeriale sulla riduzione delle rese", ha spiegato Nicola Cantatore, "ci sono situazioni peculiari, come quelle attinenti alle aziende vitivinicole del Nord Barese, della Bat e delle aree territoriali dell'Alto e del Basso Tavoliere, che hanno convinto tutte le componenti del Comitato a deliberare per la proposta già adottata dall'Emilia Romagna.
In sostanza, la Puglia chiede al Ministero di effettuare la riduzione delle rese basandole sulle medie territoriali degli ultimi cinque anni, escludendo come dati sia i valori massimi che quelli minimi. Questa è la proposta migliore per difendere gli interessi dei produttori, in modo che non siano penalizzati coloro che negli anni hanno prodotto valori di rilievo nel contesto vitivinicolo pugliese. Alla stessa maniera, tuttavia, anche chi ha prodotto quantità tendenti alla parte bassa della media territoriale, può vedere tutelato il suo percorso e la propria capacità produttiva", ha aggiunto Cantatore. I 644mila euro del fondo annuale, vista l'esiguità della dotazione assegnata dal Ministero, saranno utilizzati per misure di ristrutturazione dei vigneti.
"I lavori del Comitato consultivo vitivinicolo regionale hanno messo in rilievo l'esigenza del settore vitivinicolo di un rilancio a 360 gradi. La ripresa dei mercati non deve trovare la Puglia impreparata. Un grandissimo punto di forza di questo fondamentale 'asset' strategico del comparto agricolo e agroalimentare, per la Puglia, è rappresentato dalla crescita del valore aggiunto, grazie a una produzione che negli anni è andata differenziandosi ed elevandosi, puntando su una qualità e una biodiversità che poche altre zone del mondo possono vantare. Le aziende vitivinicole, però, devono essere sostenute con più forza e con misure sempre più incisive, perché escono da due anni estremamente difficili non solo a seguito del Covid", ha concluso Cantatore.
Per quanto riguarda il primo punto all'ordine del giorno, vale a dire la designazione dell'organismo di controllo, il Comitato ha inteso affidarsi alla struttura, ai servizi e alle competenze di "Agroqualità S.P.A.". In questo modo, saranno garantiti i servizi certificativi per la filiera che spaziano dalla garanzia dell'origine, alla gestione della sicurezza alimentare, alla rintracciabilità delle componenti, al rispetto delle buone pratiche di coltivazione e produzione, alla valorizzazione dei prodotti. "Per quanto riguarda il decreto ministeriale sulla riduzione delle rese", ha spiegato Nicola Cantatore, "ci sono situazioni peculiari, come quelle attinenti alle aziende vitivinicole del Nord Barese, della Bat e delle aree territoriali dell'Alto e del Basso Tavoliere, che hanno convinto tutte le componenti del Comitato a deliberare per la proposta già adottata dall'Emilia Romagna.
In sostanza, la Puglia chiede al Ministero di effettuare la riduzione delle rese basandole sulle medie territoriali degli ultimi cinque anni, escludendo come dati sia i valori massimi che quelli minimi. Questa è la proposta migliore per difendere gli interessi dei produttori, in modo che non siano penalizzati coloro che negli anni hanno prodotto valori di rilievo nel contesto vitivinicolo pugliese. Alla stessa maniera, tuttavia, anche chi ha prodotto quantità tendenti alla parte bassa della media territoriale, può vedere tutelato il suo percorso e la propria capacità produttiva", ha aggiunto Cantatore. I 644mila euro del fondo annuale, vista l'esiguità della dotazione assegnata dal Ministero, saranno utilizzati per misure di ristrutturazione dei vigneti.
"I lavori del Comitato consultivo vitivinicolo regionale hanno messo in rilievo l'esigenza del settore vitivinicolo di un rilancio a 360 gradi. La ripresa dei mercati non deve trovare la Puglia impreparata. Un grandissimo punto di forza di questo fondamentale 'asset' strategico del comparto agricolo e agroalimentare, per la Puglia, è rappresentato dalla crescita del valore aggiunto, grazie a una produzione che negli anni è andata differenziandosi ed elevandosi, puntando su una qualità e una biodiversità che poche altre zone del mondo possono vantare. Le aziende vitivinicole, però, devono essere sostenute con più forza e con misure sempre più incisive, perché escono da due anni estremamente difficili non solo a seguito del Covid", ha concluso Cantatore.