Attualità
Primo caso confermato di Febbre del Nilo a Foggia
Il 42enne è ricoverato al reparto Malattie infettive del Policlinico di Foggia
Foggia - martedì 8 agosto 2023
11.01
È un uomo di 42 anni il primo paziente in Puglia risultato positivo agli esami per la Febbre del Nilo e attualmente ricoverato nel reparto Malattie infettive al Poiliclinico "Riuniti" di Foggia.
Il virus ha iniziato a circolare di recente in Italia: a pochi giorni di distanza dal gruppo di zanzare infette trovate nell'oristanese, in Sardegna, si sono registrati i primi riscontri di positività in pool di insetti a Barletta.
"Il paziente - fa sapere il dottor Giovanni Iannucci, direttore del servizio di igiene pubblica e del dipartimento di prevenzione della Asl di Foggia in un'intervista a Rai News - è arrivato in ospedale a fine luglio in stato confusionale, con febbre, diarrea e una sintomatologia riferibile a un quadro encefalitico tipico di questo tipo di infezione. Ma la certezza si è avuta nel pomeriggio di ieri, lunedì 7 agosto, quando è arrivato l'esito del laboratorio. Il campione analizzato è stato portato a Bari al laboratorio di biologia molecolare del Policlinico diretto dalla professoressa Maria Chironna. Le analisi hanno confermato che si tratta di West Nile. Così il paziente è stato riportato a Foggia per la prosecuzione dell'osservazione e delle cure".
La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome).
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all'uomo.
La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell'età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un'encefalite letale.
Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l'esposizione alle punture di zanzare.
Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:
Il virus ha iniziato a circolare di recente in Italia: a pochi giorni di distanza dal gruppo di zanzare infette trovate nell'oristanese, in Sardegna, si sono registrati i primi riscontri di positività in pool di insetti a Barletta.
"Il paziente - fa sapere il dottor Giovanni Iannucci, direttore del servizio di igiene pubblica e del dipartimento di prevenzione della Asl di Foggia in un'intervista a Rai News - è arrivato in ospedale a fine luglio in stato confusionale, con febbre, diarrea e una sintomatologia riferibile a un quadro encefalitico tipico di questo tipo di infezione. Ma la certezza si è avuta nel pomeriggio di ieri, lunedì 7 agosto, quando è arrivato l'esito del laboratorio. Il campione analizzato è stato portato a Bari al laboratorio di biologia molecolare del Policlinico diretto dalla professoressa Maria Chironna. Le analisi hanno confermato che si tratta di West Nile. Così il paziente è stato riportato a Foggia per la prosecuzione dell'osservazione e delle cure".
La Febbre del Nilo, West Nile Virus: cos'è e come si trasmette
Fonte: Istituto Superiore di SanitàLa febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome).
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all'uomo.
La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell'età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un'encefalite letale.
Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l'esposizione alle punture di zanzare.
Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:
- usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all'aperto, soprattutto all'alba e al tramonto
- usando delle zanzariere alle finestre
- svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante
- cambiando spesso l'acqua nelle ciotole per gli animali
- tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.