Onofrio Giuliano
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Guerra del grano, Giuliano: "Ennesimo caso di speculazione"

Intervista a Onofrio Giuliano, Presidente Confagricoltura Foggia, per comprendere perché dei prezzi così bassi per il grano italiano

I prezzi del grano cadono a picco, fino a 15€ al quintale (meno dei costi di produzione), mentre aumenta la presenza di prodotto straniero non tracciato, probabilmente nocivo per la salute dei consumatori. Gli Agricoltori vengono lasciati soli dalle Istituzioni e le aziende di lavorazione del prodotto non sono in grado di dare una convincente spiegazione su questo scempio. L'ennesimo caso di speculazione nel settore agroalimentare? Ci siamo rivolti ad Onofrio Giuliano, Presidente Confagricoltura Foggia, per saperne di più.

M.B - Quali sono le cause che portano ad un prezzo di vendita del Grano in Puglia più basso finanche dei costi di produzione?

O.G.- I motivi di tale situazione sono prettamente speculativi. Quest'anno, rispetto alle annate precedenti, v'è stato un calo del prezzo superiore al 50 %. Non vediamo alcune ragione di mercato a tale prezzo irrisorio e quindi non possiamo che affermare che le ragioni sono speculative.

M.B - Come si spiega la forbice dei prezzi che vede salire del 400% il prezzo di un chilo di pasta rispetto ad un chilo di grano duro? O l'aumento del prezzo del grano a quello del pane di circa il 1450%?

O.G.- È sempre esistita tale situazione. I prezzi dell'anno scorso, che erano circa doppio di quelli attuali, portavano ad un forbice dei pressi del 200 % nel primo caso e del 750 % nel secondo caso. Ma comunque sia rimane ingiustificabile tale disavanzo enorme, sono dati sempre fuori controllo e ingiustificabili. Il problema non è il calo del prezzo ma la forbice di prezzo tra materia prima e prodotto finale (Pane , Pasta); non c'è nessun costo industriale che possa giustificare tutto ciò. Tale divario e solo frutto d'un meccanismo di mera speculazione.

M.B - Le faccio una domanda personale: un Sistema ragionevolmente Autarchico nella produzione del grano sarebbe mai una soluzione o la soluzione va e può essere rinvenuta nel "Mercato Libero"?

O.G.- Le due soluzione non sono prospettabili. Il sistema Paese-Italia è fatto in maniera tale che il settore agricolo, dei cereali in particolare, dove importa circa il 50 % del grano dall'estero perché le maggiori industrie di lavorazione del grano si trovano in Italia e sono gli stessi brand rinomati che rivendo all'estero tale prodotto lavorato in Italia. Il problema è un altro, cioè l'incapacità da parte del consumatore di riconoscere le caratteristiche del grano italiano nel prodotto finito. Quando parliamo di grano italiano parliamo di un grano tracciato e dagli elevati standard qualitativi e privi di residui di fitofarmaci. Le percentuali di grano estero che ritroviamo nella pasta arrivano quasi al 50 %, con evidenti rischi per la salute dei consumatori. Fatto strano è anche che il grano italiano che viene acquistato al prezzo di 15 € viene rivenduto all'estero con un evidente guadagno.

M.B - A vostro parere questa differenza abissale tra prezzi della materia prima (grano) e del prodotto finale (pane, pasta) è dovuta anche ad una Filiera troppo lunga? O peggio vi sono dei "Cartelli del Grano" che impongono illegalmente prezzi bassi sul mercato a scapito degli agricoltori?

O.G.- La filiera non è assolutamente lunga, anzi è una tra le più corte a livello agroalimentare. I passaggi sono espressamente tre, quale la raccolta del prodotto l'ammasso del prodotto ed il conferimento ai molini e ai pastifici, ma i passaggi di mano determinano un valore aggiunto esponenziale ed ingiustificabili. Abbiamo una quantità enorme di prodotto, infatti il grano è una Commodity (una materia prima basilare per lo scambio a livello internazionale) che muove tutto il mercato a livello internazionale. Il mercato del grano influenza l'andamento dei mercati finanziari in quanto, essendo la maggiore risorsa di sostentamento dell'uomo, l'assenza o l'abbondanza può portare equilibrio o squilibrio all'interno del mercato internazionale.

M.B - Quali soluzioni lei prospetta per risollevare le sorti di questo settore agricolo? Ha fiducia in un rialzo futuro dei prezzi del grano?

O.G.- Una soluzione sarebbe una vera e propria rieducazione degli operatori del settore. Ciò che pesa maggiormente è l'assenza del passaggio dalla fase dell'ammasso del prodotto che avrebbe sicuramente evitato tali sbalzi elevati in quanto avrebbe regolato la quantità di grano presente sul mercato sottraendo e aumentando il prodotto in vendita in base alla richiesta, mantenendo stabili i prezzi. La possibilità, poi, di disporre di questo prodotto da pochissimi soggetti, o meglio solo da tre soggetti, tra cui il più forte è in Puglia, porta ad una maggiore possibilità d'una speculazione più forte ed evidente.
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