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Presentato il libro "Quel ponte unì l'Italia" di Vito Palumbo

Il ricavato derivante dalla vendita sarà devoluto all'Associazione AmoPuglia

"Se le guerre del Ventesimo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del Ventunesimo avranno come oggetto del contendere l'acqua". Questa frase fu pronunciata nel 1995 da Ismail Serageldin, all'epoca vicepresidente della Banca Mondiale, e riflette l'entità strategica di questo bene per tutti i popoli del mondo, un bene la cui importanza viene troppo spesso trascurata, se non dimenticata. L'acqua rappresenta uno dei temi principali del nuovo libro di Vito Palumbo, "Quel ponte unì l'Italia", presentato venerdì sera nella Sala Convegni dell'Istituto Agrario di Cerignola.

Presenti all'evento anche membri del Rotary Club e del Lyons Club di Cerignola, nonché il coordinatore provinciale di Fare Ambiente Foggia, Marcello Amoroso, il dirigente scolastico dell'istituto ospitante, Pio Mirra, il professore Lucio Cioffi e il Dottor Michele Marino, Presidente dell'Associazione "Fondazione Giuseppe Pavoncelli". Proprio quest'ultimo ha rivelato che la sua associazione sta lavorando a un progetto che si estrinseca nella realizzazione di un fumetto sulla vita e sulle opere di Giuseppe Pavoncelli, tra i principali artefici della costruzione dell'Acquedotto Pugliese, avviata nel 1906.

Il libro narra l'amicizia tra un bambino di nome Ciccì e un geometra di Genova, che si incontrano nei campi di in un piccolo paese della provincia di Potenza, Atella, nel quale saranno impegnati alla costruzione di un ponte canale dell'Acquedotto Pugliese. Tra la polvere e le pietre, i due protagonisti trascorrono tanto tempo insieme, creando un legame che si rafforza giorno dopo giorno. Il libro trae la sua origine da un episodio di cronaca, la morte di un giovane operaio, che purtroppo non fu l'unica nella realizzazione del ponte canale principale del "più grande Acquedotto del mondo".

"Esistono ponti che uniscono, come avviene normalmente, ma anche ponti che dividono", afferma l'autore. "Come quello fatto erigere da Giulio Cesare come una sorta di avvertimento ai Germani che attraversavano il Reno per fare razzia dei villaggi situati sull'altra sponda del fiume. Dal momento della sua costruzione, gli invasori si arresero ancora prima di iniziare un vero conflitto. Ma il ponte di cui si parla nel libro è un ponte che unisce. Grazie alla migliore qualità dell'acqua, i bambini potevano così avere accesso a migliori condizioni igieniche e di vita, in un Mezzogiorno nel quale il tasso di mortalità infantile era molto alto."

Il ricavato della vendita del libro sarà devoluto in beneficenza all'associazione AmoPuglia, onlus che si occupa di assistenza domiciliare gratuita a malati oncologici ed oncoematologici.
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