Religioni
Preghiera quotidiana con il Vescovo di Cerignola Mons. Luigi Renna
Oggi voglio parlare a tutte le persone del mondo della scuola, ai Dirigenti Scolastici, ai Maestri, al personale e agli alunni
Cerignola - mercoledì 8 aprile 2020
11.15
La preghiera mattutina con il Vescovo della Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano Mons. Luigi Renna.
«Oggi vi leggo il versetto 12 del capitolo 13 del vangelo secondo Giovanni.
Dopo che Gesù ha lavato i piedi ai discepoli, dopo aver compiuto questo gesto per loro inaspettato, addirittura inaudito, lo spiega dicendo loro il significato.
Ho fatto la scelta di riferirmi ad un brano dove Gesù si proclama Mastro perché oggi voglio parlare a tutte le persone del mondo della scuola, ai Dirigenti Scolastici, ai Maestri, al personale e agli alunni.
Oggi è l'ultimo giorno di scuola anche se, in questo periodo, la scuola ha assunto forme diverse ma io credo non meno efficaci perché chi sa insegnare sa usare tutti i mezzi e li escogita, si aggiorna e chi vuole imparare sa mettere a disposizione tutto ciò che può costituire per lui scuola, possibilità di nuova conoscenza.
Il Mercoledì Santo è il giorno in cui si interrompono le lezioni e in alcune scuole c'è un momento di preghiera, di festa, quello che tempo fa si chiamava Precetto Pasquale. Tante volte, da docente di religione ad Andria, ho celebrato il Precetto Pasquale, che naturalmente non è comando ma invito del Signore Gesù, rivolto al mondo scolastico, a partecipare alla sua mensa.
Qui a Cerignola, ogni anno, il Martedì Santo abbiamo celebrato con il mondo della scuola. Cari amici, Gesù si faceva chiamare maestro perché aveva lo stile dei Rabbi, colui che insegnavano la legge del Signore. I Rabbi erano uomini che avevano un'autorità ma Gesù ha anche autorevolezza, quella che gli viene dall'amore e quando compie il gesto della lavanda dei piedi lascia stupiti i 12, anzi uno di loro rimane indispettito e fa resistenza. Simon Pietro dice "Signore tu non mi laverai i piedi in eterno", cioè non mi laverai mai i piedi, per loro era impossibile che il maestro compisse un gesto del genere.
Cari docenti, sapete bene che ogni insegnamento va accompagnato da gesti altrimenti ciò che trasmettiamo ai ragazzi risulta arido. La differenza tra un docente e un Maestro è enorme, il docente ha qualcosa da insegnare, il Maestro insegna con la vita oltre che con le parole. Il Maestro è un uomo che rimane tale per sempre. Voglio indicare a voi Gesù come i Maestro dei Maestri, come il modello di ogni docente, come l'ispiratore di ogni metodo pedagogico. E penso a voi che in questo periodo avete dovuto raccogliere vie nuove per raggiungere i vostri giovani, le piattaforme, le lezioni on-line, le verifiche. Alcuni amici mi hanno detto che sono molto impegnative, vi fanno onore e io vi dico grazie.
Forse qualcuno, pensando che siate stipendiati, non ritiene di darvi questo supplemento di riconoscimento, la gratitudine. Non importa solo quello che si fa ma come si fa. Gesù è stato in mezzo ai suoi come Maestro che si è piegato al loro livello per mostrare che lui, Maestro e Signore, è stato in mezzo ai suoi come colui che "serve"»
«Oggi vi leggo il versetto 12 del capitolo 13 del vangelo secondo Giovanni.
Dopo che Gesù ha lavato i piedi ai discepoli, dopo aver compiuto questo gesto per loro inaspettato, addirittura inaudito, lo spiega dicendo loro il significato.
Ho fatto la scelta di riferirmi ad un brano dove Gesù si proclama Mastro perché oggi voglio parlare a tutte le persone del mondo della scuola, ai Dirigenti Scolastici, ai Maestri, al personale e agli alunni.
Oggi è l'ultimo giorno di scuola anche se, in questo periodo, la scuola ha assunto forme diverse ma io credo non meno efficaci perché chi sa insegnare sa usare tutti i mezzi e li escogita, si aggiorna e chi vuole imparare sa mettere a disposizione tutto ciò che può costituire per lui scuola, possibilità di nuova conoscenza.
Il Mercoledì Santo è il giorno in cui si interrompono le lezioni e in alcune scuole c'è un momento di preghiera, di festa, quello che tempo fa si chiamava Precetto Pasquale. Tante volte, da docente di religione ad Andria, ho celebrato il Precetto Pasquale, che naturalmente non è comando ma invito del Signore Gesù, rivolto al mondo scolastico, a partecipare alla sua mensa.
Qui a Cerignola, ogni anno, il Martedì Santo abbiamo celebrato con il mondo della scuola. Cari amici, Gesù si faceva chiamare maestro perché aveva lo stile dei Rabbi, colui che insegnavano la legge del Signore. I Rabbi erano uomini che avevano un'autorità ma Gesù ha anche autorevolezza, quella che gli viene dall'amore e quando compie il gesto della lavanda dei piedi lascia stupiti i 12, anzi uno di loro rimane indispettito e fa resistenza. Simon Pietro dice "Signore tu non mi laverai i piedi in eterno", cioè non mi laverai mai i piedi, per loro era impossibile che il maestro compisse un gesto del genere.
Cari docenti, sapete bene che ogni insegnamento va accompagnato da gesti altrimenti ciò che trasmettiamo ai ragazzi risulta arido. La differenza tra un docente e un Maestro è enorme, il docente ha qualcosa da insegnare, il Maestro insegna con la vita oltre che con le parole. Il Maestro è un uomo che rimane tale per sempre. Voglio indicare a voi Gesù come i Maestro dei Maestri, come il modello di ogni docente, come l'ispiratore di ogni metodo pedagogico. E penso a voi che in questo periodo avete dovuto raccogliere vie nuove per raggiungere i vostri giovani, le piattaforme, le lezioni on-line, le verifiche. Alcuni amici mi hanno detto che sono molto impegnative, vi fanno onore e io vi dico grazie.
Forse qualcuno, pensando che siate stipendiati, non ritiene di darvi questo supplemento di riconoscimento, la gratitudine. Non importa solo quello che si fa ma come si fa. Gesù è stato in mezzo ai suoi come Maestro che si è piegato al loro livello per mostrare che lui, Maestro e Signore, è stato in mezzo ai suoi come colui che "serve"»