Religioni
Preghiera quotidiana con il Vescovo di Cerignola Mons. Luigi Renna
“La fortezza suppone la nostra vulnerabilità, cioè posso essere forte e coraggioso perché sono vulnerabile e riconosco di essere tale”
Cerignola - mercoledì 29 aprile 2020
10.54
La preghiera mattutina con il Vescovo della Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano Mons. Luigi Renna.
«Oggi la chiesa ricorda S. Caterina da Siena che, assieme a S. Francesco d'Assisi, è Patrona d'Italia, volgiamo attingere dalla liturgia del giorno con la preghiera del Salmo 102 e con il Vangelo secondo Matteo 11, 25, 30.
S. Caterina da Siena è nata a Siena nel 1347 ed è morta a Roma nel 1380, una vita che, pur non avendo varcato la vita del Monastero, si è consacrata al Signore nel Terzo Ordine Dominicano,. È stata una donna che, in modo particolare, ha richiamato la Chiesa e il Papa alle sue responsabilità. A lei si deve l'esortazione rivolta ai papi di lasciare Avignone, la città dove risedevano sotto l'influsso dei re francesi, per ritornare a Roma, la sede del martirio di Pietro e Paolo.
Sono tanti gli scritti di S. Caterina nei quali si eleva al Signore con accenti mistici, sono forti le sue parole per la riforma della Chiesa e credo che ci aiuti anche lei a meglio intendere il valore della Virtù Cardinale della Fortezza, una virtù morale che assicura la Fermezza e la Costanza nella ricerca del bene.
Nelle allegorie medioevali e rinascimentali viene presentata come una donna che porta con se una corona, immagine di stabilità sul quale regge l'edificio.
Voglio commentare il valore della fortezza con alcune espressioni del cardinale Carlo Maria Martini:
"La fortezza suppone la nostra vulnerabilità, cioè posso essere forte e coraggioso perché sono vulnerabile e riconosco di essere tale".
Se una persona si ritiene forte e non mette in atto tutte le sue energie per agire con fortezza, molto probabilmente sarà più debole degli altri. La consapevolezza della vulnerabilità ci rende umili e capaci di incarnare questa virtù.
"Soprattutto nei confronti della morte, caso estremo, essa ci fa superare la paura. Nel caso di dare la vita per evitare il male, cioè il peccato, la perita del della fede, il rinnegamento e tradimento a Dio. La fortezza è un atto di abbandono totale, in pace tra le braccia di Dio. Conoscendo i nostri limiti, le nostre fragilità, cercando in lui la distensione del cuore e la pace interiore. La Fortezza si esprime pure nel resistere, nel vivere la virtù cristiana della pazienza, senza aggressività con bontà e mitezza. La grandezza d'animo di un cristiano è la sua pazienza, la sua magnanimità e si esprime nella Pazienza Fortezza per cui il primo gradino della fortezza cristiana non è quello di stringere i denti ma di prendere umilmente consapevolezza della propria debolezza. Ricordiamo alcune parole di Gesù 'non temere piccolo gregge perché al padre vostre è piaciuto di darvi il suo regno'. Piccolo gregge è un gruppo di pecore inermi, vulnerabili in mezzo ai lupi e Gesù ha voluto dare consapevolezza ai cristiani di non essere armata invincibile ma piccolo gregge"».
«Oggi la chiesa ricorda S. Caterina da Siena che, assieme a S. Francesco d'Assisi, è Patrona d'Italia, volgiamo attingere dalla liturgia del giorno con la preghiera del Salmo 102 e con il Vangelo secondo Matteo 11, 25, 30.
S. Caterina da Siena è nata a Siena nel 1347 ed è morta a Roma nel 1380, una vita che, pur non avendo varcato la vita del Monastero, si è consacrata al Signore nel Terzo Ordine Dominicano,. È stata una donna che, in modo particolare, ha richiamato la Chiesa e il Papa alle sue responsabilità. A lei si deve l'esortazione rivolta ai papi di lasciare Avignone, la città dove risedevano sotto l'influsso dei re francesi, per ritornare a Roma, la sede del martirio di Pietro e Paolo.
Sono tanti gli scritti di S. Caterina nei quali si eleva al Signore con accenti mistici, sono forti le sue parole per la riforma della Chiesa e credo che ci aiuti anche lei a meglio intendere il valore della Virtù Cardinale della Fortezza, una virtù morale che assicura la Fermezza e la Costanza nella ricerca del bene.
Nelle allegorie medioevali e rinascimentali viene presentata come una donna che porta con se una corona, immagine di stabilità sul quale regge l'edificio.
Voglio commentare il valore della fortezza con alcune espressioni del cardinale Carlo Maria Martini:
"La fortezza suppone la nostra vulnerabilità, cioè posso essere forte e coraggioso perché sono vulnerabile e riconosco di essere tale".
Se una persona si ritiene forte e non mette in atto tutte le sue energie per agire con fortezza, molto probabilmente sarà più debole degli altri. La consapevolezza della vulnerabilità ci rende umili e capaci di incarnare questa virtù.
"Soprattutto nei confronti della morte, caso estremo, essa ci fa superare la paura. Nel caso di dare la vita per evitare il male, cioè il peccato, la perita del della fede, il rinnegamento e tradimento a Dio. La fortezza è un atto di abbandono totale, in pace tra le braccia di Dio. Conoscendo i nostri limiti, le nostre fragilità, cercando in lui la distensione del cuore e la pace interiore. La Fortezza si esprime pure nel resistere, nel vivere la virtù cristiana della pazienza, senza aggressività con bontà e mitezza. La grandezza d'animo di un cristiano è la sua pazienza, la sua magnanimità e si esprime nella Pazienza Fortezza per cui il primo gradino della fortezza cristiana non è quello di stringere i denti ma di prendere umilmente consapevolezza della propria debolezza. Ricordiamo alcune parole di Gesù 'non temere piccolo gregge perché al padre vostre è piaciuto di darvi il suo regno'. Piccolo gregge è un gruppo di pecore inermi, vulnerabili in mezzo ai lupi e Gesù ha voluto dare consapevolezza ai cristiani di non essere armata invincibile ma piccolo gregge"».