Religioni
Preghiera quotidiana con il Vescovo di Cerignola Mons. Luigi Renna
Il Cantico di Zaccaria e i “Vangeli dell’Infanzia”, il Vangelo di Giovanni e l’invito a gettare la rete che significa continuare a sperare, a costruire
Cerignola - venerdì 17 aprile 2020
10.59
La preghiera mattutina con il Vescovo della Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano Mons. Luigi Renna.
"Oggi leggiamo il Cantico di Zaccaria, lo preghiamo al termine delle lodi mattutine ogni giorno, un brano che viene dai cosiddetti "Vangeli dell'Infanzia", secondo Luca, narra gli inizia della vita di Gesù.
I "Vangeli dell'infanzia" sono stati scritti secondo il mistero pasquale, questo non lo dobbiamo dimenticare, quel bambino che nasceva e veniva accolto e anche rifiutato sarebbe stato colui che avrebbe realizzato la salvezza dell'umanità in pienezza del mistero pasquale. Per questo il Cantico di Zaccaria chiama Gesù "Il Sole che sorge" colui che verrà a illuminare coloro che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte. Lodiamo il Signore perché è venuto a visitarci incarnandosi e salvando l'umanità.
Il Vangelo di oggi è ancora secondo Giovanni, la terza apparizione del Signore Gesù, al capito 21 versetti 1, 14. Gesù stava sulla riva ma i discepoli non se ne erano accorti. Cominciano gradualmente a riconoscerlo quando Gesù li invita a gettare la rete dalla parte destra della barca dopo una nottata di pesca infruttuosa ed ecco che le reti si riempiono, dice Giovanni "era così piena ma la rete non si spezzava, conteneva 153 pesci grandi". Secondo la tradizione all'epoca 153 erano i popoli della terra conosciuti, sta a significare che quella pesca raccoglie tutte le genti.
Voglio soffermarmi non sugli elementi, cui siamo tornati i giorni scorsi, come lo spezzare il pane o la fisicità di Gesù che si fa riconoscere, ma quell'invito "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". Nei vangeli la barca raffigura la chiesa, la comunità cristiana che non viene abbandonata da Gesù anche in mezzo alla tempesta. La stessa barca, quella a di Pietro, non vive il dramma della tempesta ma la miseria, la delusione di una pesca non riuscita Quante volte nella vita ci capita di impegnarci tanto senza avere alcun frutto e allora c'è bisogno della parola del Signore che ci invita ancora a gettare la rete, significa continuare a sperare, a costruire e noi abbiamo bisogno, proprio in questi giorni, a riascoltare l'invito di Gesù a gettare la rete. Ne ha bisogno la società italiana e mondiale per ripartire, ne ha bisogno la chiesa, le famiglie provate da lutti , malattie e sofferenza economica. Il Signore non risolve i nostri problemi ma ci indica la strada per risolverli e non ci abbandona.
Oggi mi viene in mente che questo gettare le reti richiede da noi una fede che diventi impegno e attenzione a tutte le realtà sociali e culturali. Viviamo una stagione in cui la politica è molto conflittuale, in questi giorni sentiamo che al livello europeo, nel nostro parlamento, ma anche a livello locale, non si riesce ad avere una visione comune di ciò che serve alla collettività, è come se si volessero sommare tanti beni individuali ma non è questo, secondo la dottrina sociale, il bene comune, non è la sommatoria di tante individualità. Il bene comune nasce da un percorso che la società e la politica devono poter fare mettendo da parte egoismi personali e cercando ciò che fa cresce insieme una società. Questo richiede un atteggiamento di conversone anche nel nostro approccio alla politica".
"Oggi leggiamo il Cantico di Zaccaria, lo preghiamo al termine delle lodi mattutine ogni giorno, un brano che viene dai cosiddetti "Vangeli dell'Infanzia", secondo Luca, narra gli inizia della vita di Gesù.
I "Vangeli dell'infanzia" sono stati scritti secondo il mistero pasquale, questo non lo dobbiamo dimenticare, quel bambino che nasceva e veniva accolto e anche rifiutato sarebbe stato colui che avrebbe realizzato la salvezza dell'umanità in pienezza del mistero pasquale. Per questo il Cantico di Zaccaria chiama Gesù "Il Sole che sorge" colui che verrà a illuminare coloro che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte. Lodiamo il Signore perché è venuto a visitarci incarnandosi e salvando l'umanità.
Il Vangelo di oggi è ancora secondo Giovanni, la terza apparizione del Signore Gesù, al capito 21 versetti 1, 14. Gesù stava sulla riva ma i discepoli non se ne erano accorti. Cominciano gradualmente a riconoscerlo quando Gesù li invita a gettare la rete dalla parte destra della barca dopo una nottata di pesca infruttuosa ed ecco che le reti si riempiono, dice Giovanni "era così piena ma la rete non si spezzava, conteneva 153 pesci grandi". Secondo la tradizione all'epoca 153 erano i popoli della terra conosciuti, sta a significare che quella pesca raccoglie tutte le genti.
Voglio soffermarmi non sugli elementi, cui siamo tornati i giorni scorsi, come lo spezzare il pane o la fisicità di Gesù che si fa riconoscere, ma quell'invito "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". Nei vangeli la barca raffigura la chiesa, la comunità cristiana che non viene abbandonata da Gesù anche in mezzo alla tempesta. La stessa barca, quella a di Pietro, non vive il dramma della tempesta ma la miseria, la delusione di una pesca non riuscita Quante volte nella vita ci capita di impegnarci tanto senza avere alcun frutto e allora c'è bisogno della parola del Signore che ci invita ancora a gettare la rete, significa continuare a sperare, a costruire e noi abbiamo bisogno, proprio in questi giorni, a riascoltare l'invito di Gesù a gettare la rete. Ne ha bisogno la società italiana e mondiale per ripartire, ne ha bisogno la chiesa, le famiglie provate da lutti , malattie e sofferenza economica. Il Signore non risolve i nostri problemi ma ci indica la strada per risolverli e non ci abbandona.
Oggi mi viene in mente che questo gettare le reti richiede da noi una fede che diventi impegno e attenzione a tutte le realtà sociali e culturali. Viviamo una stagione in cui la politica è molto conflittuale, in questi giorni sentiamo che al livello europeo, nel nostro parlamento, ma anche a livello locale, non si riesce ad avere una visione comune di ciò che serve alla collettività, è come se si volessero sommare tanti beni individuali ma non è questo, secondo la dottrina sociale, il bene comune, non è la sommatoria di tante individualità. Il bene comune nasce da un percorso che la società e la politica devono poter fare mettendo da parte egoismi personali e cercando ciò che fa cresce insieme una società. Questo richiede un atteggiamento di conversone anche nel nostro approccio alla politica".