Territorio
Posa della prima pietra della Casa Santa Bakhita in località Tre Titoli
Giovedì 8 Febbraio, ore 16:00, posa della prima pietra del Centro Pastorale per la cura e lo sviluppo umano integrale della persona immigrata Casa Santa Bakhita in località Tre Titoli
Cerignola - sabato 3 febbraio 2018
11.25 Comunicato Stampa
In occasione della quarta Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta degli esseri umani, che si celebrerà giovedì, 8 febbraio 2018, e avrà come filo conduttore il tema Migrazione senza tratta. Sì alla libertà! No alla tratta!, il vescovo della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, Sua Eccellenza Mons. Luigi Renna, alle ore 16, in località Tre Titoli, in agro di Cerignola, alla presenza del Sindaco, avv. Franco Metta, e delle autorità civili e militari, presiederà la cerimonia per la posa della prima pietra del Centro pastorale per la cura e lo sviluppo umano integrale della persona immigrata Casa Santa Bakhita.
Il Centro pastorale, importante traguardo di un percorso avviato dal predecessore, Sua Ecc. Mons. Felice di Molfetta, spinto dall'intento di lasciare una concreta "opera-segno" del Giubileo della Misericordia, e fortemente voluto e portato a compimento negli ultimi anni dal vescovo Renna, finanziato dalle offerte dei fedeli della diocesi raccolte durante la Quaresima 2017, e co-finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana attraverso i fondi dell'8x1000, sarà costruito su un piccolo appezzamento di terreno tra i casolari di Tre Titoli, a circa 13 km dalla città di Cerignola, e disporrà di due sale, un piccolo ambulatorio medico, acqua corrente e un luogo che permetterà a questi nostri fratelli e sorelle di incontrarsi per pregare - come fanno da anni ogni mercoledì - per parlare, per essere ascoltati e curati. Si tratterà, dunque, di un luogo che renderà dignitosa la vita delle persone, trecento circa, che lavorano e vivono nella precarietà, un luogo in cui si incontrano etnie diverse provenienti, per lo più, da Senegal, Congo, Tunisia, Ghana, Togo, Costa d'Avorio, Burkina Faso, Nigeria e Niger.
Il Centro pastorale, intitolato a santa Giuseppina Bakhita, esprime la sollecitudine della Diocesi, attraverso la sinergia degli uffici diocesani Migrantes e Caritas, verso i migranti. Della santa, una schiava africana approdata in Italia alla fine dell'Ottocento, e divenuta suora canossiana, così ha scritto papa Benedetto XVI nell'enciclica Spe salvi: "Mediante la conoscenza della speranza lei... non si sentiva più schiava ma libera figlia di Dio" (n. 3). Il vescovo Renna, nel Messaggio alla Città di Cerignola del 12 luglio 2017, così ne giustificava l'iniziativa: "Coraggio, cari Cerignolani, siate degni della vostra tradizione di popolo di lavoratori, di popolo che ama e difende i diritti, di gente che sa la durezza dell'emigrazione, che ama il Vangelo di quel Bambino che la Madonna di Ripalta annuncia e incarna. Quando vedrete il Centro 'Santa Giuseppina' capirete. Ma abbiate anche occhi per vedere la carità e il bene che si fa quotidianamente, negli oratori che strappano i bambini alla strada, nei centri sociali, nelle associazioni ecclesiali e laiche che aiutano centinaia di persone. Che Dio ci benedica con il dono della pace".
Il progetto ambisce a promuovere sensibilità e solidarietà verso quanti sono costretti ad abbandonare la propria terra, verso le persone più vulnerabili come migranti e rifugiati, per realizzare un'efficace e appropriata assistenza materiale e spirituale, la quale rivela il volto accogliente e premuroso di una Chiesa che è madre.
Il Centro pastorale, importante traguardo di un percorso avviato dal predecessore, Sua Ecc. Mons. Felice di Molfetta, spinto dall'intento di lasciare una concreta "opera-segno" del Giubileo della Misericordia, e fortemente voluto e portato a compimento negli ultimi anni dal vescovo Renna, finanziato dalle offerte dei fedeli della diocesi raccolte durante la Quaresima 2017, e co-finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana attraverso i fondi dell'8x1000, sarà costruito su un piccolo appezzamento di terreno tra i casolari di Tre Titoli, a circa 13 km dalla città di Cerignola, e disporrà di due sale, un piccolo ambulatorio medico, acqua corrente e un luogo che permetterà a questi nostri fratelli e sorelle di incontrarsi per pregare - come fanno da anni ogni mercoledì - per parlare, per essere ascoltati e curati. Si tratterà, dunque, di un luogo che renderà dignitosa la vita delle persone, trecento circa, che lavorano e vivono nella precarietà, un luogo in cui si incontrano etnie diverse provenienti, per lo più, da Senegal, Congo, Tunisia, Ghana, Togo, Costa d'Avorio, Burkina Faso, Nigeria e Niger.
Il Centro pastorale, intitolato a santa Giuseppina Bakhita, esprime la sollecitudine della Diocesi, attraverso la sinergia degli uffici diocesani Migrantes e Caritas, verso i migranti. Della santa, una schiava africana approdata in Italia alla fine dell'Ottocento, e divenuta suora canossiana, così ha scritto papa Benedetto XVI nell'enciclica Spe salvi: "Mediante la conoscenza della speranza lei... non si sentiva più schiava ma libera figlia di Dio" (n. 3). Il vescovo Renna, nel Messaggio alla Città di Cerignola del 12 luglio 2017, così ne giustificava l'iniziativa: "Coraggio, cari Cerignolani, siate degni della vostra tradizione di popolo di lavoratori, di popolo che ama e difende i diritti, di gente che sa la durezza dell'emigrazione, che ama il Vangelo di quel Bambino che la Madonna di Ripalta annuncia e incarna. Quando vedrete il Centro 'Santa Giuseppina' capirete. Ma abbiate anche occhi per vedere la carità e il bene che si fa quotidianamente, negli oratori che strappano i bambini alla strada, nei centri sociali, nelle associazioni ecclesiali e laiche che aiutano centinaia di persone. Che Dio ci benedica con il dono della pace".
Il progetto ambisce a promuovere sensibilità e solidarietà verso quanti sono costretti ad abbandonare la propria terra, verso le persone più vulnerabili come migranti e rifugiati, per realizzare un'efficace e appropriata assistenza materiale e spirituale, la quale rivela il volto accogliente e premuroso di una Chiesa che è madre.