Cronaca
Policlinico di Bari senza camici e mascherine
Fiaso e Migliore: «Senza Dpi non possiamo aumentare il numero degli operatori sanitari ed utilizzare a pieno la struttura»
Puglia - lunedì 30 marzo 2020
16.06
Le scorte di mascherine, camici e tute monouso per l'Emergenza Covid19 coprono solamente il consumo di oggi, domani i malati potrebbero non ricevere più le cure necessarie.
Al Policlinico di Bari ogni giorno è una lotta contro il tempo per riuscire ad approvvigionarsi di dispositivi di protezione individuale. La difficoltà quotidiana ad assicurare Dpi, che arrivano in quantità contingentate e non sufficienti, si somma alla criticità derivante da forniture di Dpi approvati dalla Protezione civile ma senza certificazione standard. È il caso delle tute monouso prive di certificazione sul rischio biologico.
«Servono forniture tempestive, regolari e adeguate che consentano ai nostri professionisti di essere adeguatamente protetti per affrontare in maniera più serena possibile l'emergenza – dichiara il vicepresidente Fiaso e direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore – ci troviamo a dover combattere contro il Covid con le armi spuntate. Mancano i Dpi e manca anche il personale. Dobbiamo fronteggiare l'elevato numero di assenze in corsia, il rifiuto dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa predisposti per l'emergenza Covid. Ecco perché ritengo necessario un intervento legislativo per adeguare il decreto legislativo 81/08 alla situazione emergenziale e per assicurare la possibilità di contrattualizzare gli specializzandi a tempo determinato».
Il testo unico sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro, 81/08, pone in capo al datore di lavoro gli obblighi di valutare di tutti i rischi connessi all'attività lavorativa, elaborando un documento di valutazione dei rischi ed attuando quanto previsto agli art.17 e 18. «Nel caso dell'emergenza Covid tali disposizioni possono contrastare con la gestione dell'emergenza che il governo ha voluto correttamente centralizzare – spiega Migliore - Al fine di evitare contrasti che configurerebbero possibili mancanza della parte datoriale, sarebbe opportuno definire la sospensione di alcune parti del Testo unico, limitatamente alla gestione del rischio biologico da SARS-CoV2. In particolare la sospensione dell'obbligo (e delle sanzioni connesse alla sua mancata osservanza) da parte del datore di lavoro della valutazione del rischio biologico con adozione, su tutto il territorio nazionale delle valutazioni fatte dall'OMS e dall'ISS e conseguente integrazione dei Documenti di valutazione del rischio aziendali con le procedure emergenziali stabilite nei vari Decreti Legge/DPCM, rimanendo in capo al datore di lavoro l'obbligo di vigilanza sulla corretta applicazione delle procedure. E la sospensione dell'obbligo (e delle sanzioni connesse alla sua mancata osservanza) di valutazione dell'idoneità, da parte del datore di lavoro, limitatamente ai Dpi forniti dal dipartimento della protezione civile».
In una sola settimana il Policlinico di Bari ha messo in piedi un Covid Hospital da 250 posti letto riorganizzando il padiglione Asclepios. «Abbiamo fatto uno straordinario sforzo organizzativo, aumentando in pochi giorni i posti letto disponibili per coloro che hanno necessità di essere assistiti nelle nostre terapie intensive e nei reparti Covid, - conclude Migliore - ma senza Dpi non possiamo aumentare il numero degli operatori sanitari ed utilizzare a pieno la struttura. Al di là della responsabilità penale a cui siamo esposti, nessun direttore generale potrà mai accettare di convivere con l'idea di aver mandato allo sbaraglio i professionisti che oggi sono in prima linea e che non dobbiamo solo ringraziare, ma soprattutto proteggere».
Al Policlinico di Bari ogni giorno è una lotta contro il tempo per riuscire ad approvvigionarsi di dispositivi di protezione individuale. La difficoltà quotidiana ad assicurare Dpi, che arrivano in quantità contingentate e non sufficienti, si somma alla criticità derivante da forniture di Dpi approvati dalla Protezione civile ma senza certificazione standard. È il caso delle tute monouso prive di certificazione sul rischio biologico.
«Servono forniture tempestive, regolari e adeguate che consentano ai nostri professionisti di essere adeguatamente protetti per affrontare in maniera più serena possibile l'emergenza – dichiara il vicepresidente Fiaso e direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore – ci troviamo a dover combattere contro il Covid con le armi spuntate. Mancano i Dpi e manca anche il personale. Dobbiamo fronteggiare l'elevato numero di assenze in corsia, il rifiuto dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa predisposti per l'emergenza Covid. Ecco perché ritengo necessario un intervento legislativo per adeguare il decreto legislativo 81/08 alla situazione emergenziale e per assicurare la possibilità di contrattualizzare gli specializzandi a tempo determinato».
Il testo unico sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro, 81/08, pone in capo al datore di lavoro gli obblighi di valutare di tutti i rischi connessi all'attività lavorativa, elaborando un documento di valutazione dei rischi ed attuando quanto previsto agli art.17 e 18. «Nel caso dell'emergenza Covid tali disposizioni possono contrastare con la gestione dell'emergenza che il governo ha voluto correttamente centralizzare – spiega Migliore - Al fine di evitare contrasti che configurerebbero possibili mancanza della parte datoriale, sarebbe opportuno definire la sospensione di alcune parti del Testo unico, limitatamente alla gestione del rischio biologico da SARS-CoV2. In particolare la sospensione dell'obbligo (e delle sanzioni connesse alla sua mancata osservanza) da parte del datore di lavoro della valutazione del rischio biologico con adozione, su tutto il territorio nazionale delle valutazioni fatte dall'OMS e dall'ISS e conseguente integrazione dei Documenti di valutazione del rischio aziendali con le procedure emergenziali stabilite nei vari Decreti Legge/DPCM, rimanendo in capo al datore di lavoro l'obbligo di vigilanza sulla corretta applicazione delle procedure. E la sospensione dell'obbligo (e delle sanzioni connesse alla sua mancata osservanza) di valutazione dell'idoneità, da parte del datore di lavoro, limitatamente ai Dpi forniti dal dipartimento della protezione civile».
In una sola settimana il Policlinico di Bari ha messo in piedi un Covid Hospital da 250 posti letto riorganizzando il padiglione Asclepios. «Abbiamo fatto uno straordinario sforzo organizzativo, aumentando in pochi giorni i posti letto disponibili per coloro che hanno necessità di essere assistiti nelle nostre terapie intensive e nei reparti Covid, - conclude Migliore - ma senza Dpi non possiamo aumentare il numero degli operatori sanitari ed utilizzare a pieno la struttura. Al di là della responsabilità penale a cui siamo esposti, nessun direttore generale potrà mai accettare di convivere con l'idea di aver mandato allo sbaraglio i professionisti che oggi sono in prima linea e che non dobbiamo solo ringraziare, ma soprattutto proteggere».