Territorio
Paziente cerignolana positiva al COVID, percorso di un ricovero tra disorganizzazione e scelte confuse
Arriva il 118 da Ascoli Satriano, dovrebbe trasportare la paziente all’intasato Pronto Soccorso di Foggia dal quale sarebbe stata trasferita in altra struttura ospedaliera. Ma come funziona la rete dell’emergenza?
Cerignola - lunedì 7 dicembre 2020
10.42
Ospedali in affanno nelle provincie di Foggia e BAT, Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia letteralmente intasato, disorganizzazione, malfunzionamento della rete di gestione dell'emergenza, è quanto traspare dalla triste vicenda di una paziente cerignolana positiva al COVID-19.
Una settantenne di Cerignola positiva al COVID con problemi respiratori e saturazione a livelli preoccupanti, febbre alta, difficoltà respiratoria, si consiglia immediato ricovero.
Arriva una autoambulanza da Ascoli Satriano, quelle di Cerignola sono in parte impegnate in parte ferme per via della positività al COVID di alcuni autisti, i sanitari del 118 presenti sul mezzo informano di dover portare la paziente cerignolana al Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia. Persone informate sui fatti si oppongono al trasporto a Foggia della paziente perché ormai risaputo che il Pronto Soccorso del Policlinico è in affanno e, di certo, la paziente stazionerà per qualche giorno su una brandina.
I sanitari del 118 ribadiscono che disposizioni interne impongono il ricovero presso il Pronto Soccorso di Foggia. Dopo una serie di contatti e chiamate si decide per il ricovero presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale "G. Tatarella" di Cerignola dove la paziente è attualmente ricoverata.
Il problema, stando a quanto riferiscono fonti interne al nosocomio cerignolano, è tutto nell'organizzazione. Si è perfettamente a conoscenza della situazione cui versa il Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia, intasato e carente di posti letto in quanto stracolmo di pazienti COVID provenienti dall'intera Capitanata, si è perfettamente a conoscenza del fatto che la carenza di posti letto induce a "parcheggiare" i pazienti per più giorni su brandine per poi trasferire i medesimi in altre strutture sanitarie. Il paziente proveniente da Foggia è sempre molto più problematico da gestire perché, non di certo per incapacità dei medici, per alcuni giorni non ha ricevuto cure adeguate.
Non si comprende la logica del via vai di ambulanze che portano pazienti a Foggia per poi smistarli presso altre strutture sanitarie. Nel caso di specie, se non ci fosse stata la mediazione di persone informate sui fatti, la paziente cerignolana sarebbe stata trasportata a Foggia, da una autoambulanza proveniente da Ascoli, per poi essere smistata, dopo qualche giorno, in altra struttura sanitaria.
Il Pronto Soccorso di Cerignola è dotato di isolamento Covid, il reparto di Cardiologia, momentaneamente sospeso, è interamente dedicato a pazienti Covid, il reparto di Medicina idem. Abbiamo una struttura adeguata, posti liberi, medici capaci, perché non gestire in modo ottimale le risorse? Come mai la rete di emergenza non funziona in modo adeguato? Come mai, oltre a Cerignola, anche l'Ospedale di San Severo viene utilizzato poco nonostante abbia isolamento Covid e reparti dedicati? Perché accentrare tutto a Foggia per poi smistare pazienti quando, purtroppo, alcune volte è troppo tardi?
Sono le domande che si pongono i cerignolani, le famiglie di coloro che vivono questo calvario, i medici e i sanitari del "G. Tatarella" di Cerignola. Si spera in risposte adeguate e, soprattutto, in una organizzazione più efficiente ed efficace.
Una settantenne di Cerignola positiva al COVID con problemi respiratori e saturazione a livelli preoccupanti, febbre alta, difficoltà respiratoria, si consiglia immediato ricovero.
Arriva una autoambulanza da Ascoli Satriano, quelle di Cerignola sono in parte impegnate in parte ferme per via della positività al COVID di alcuni autisti, i sanitari del 118 presenti sul mezzo informano di dover portare la paziente cerignolana al Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia. Persone informate sui fatti si oppongono al trasporto a Foggia della paziente perché ormai risaputo che il Pronto Soccorso del Policlinico è in affanno e, di certo, la paziente stazionerà per qualche giorno su una brandina.
I sanitari del 118 ribadiscono che disposizioni interne impongono il ricovero presso il Pronto Soccorso di Foggia. Dopo una serie di contatti e chiamate si decide per il ricovero presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale "G. Tatarella" di Cerignola dove la paziente è attualmente ricoverata.
Il problema, stando a quanto riferiscono fonti interne al nosocomio cerignolano, è tutto nell'organizzazione. Si è perfettamente a conoscenza della situazione cui versa il Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia, intasato e carente di posti letto in quanto stracolmo di pazienti COVID provenienti dall'intera Capitanata, si è perfettamente a conoscenza del fatto che la carenza di posti letto induce a "parcheggiare" i pazienti per più giorni su brandine per poi trasferire i medesimi in altre strutture sanitarie. Il paziente proveniente da Foggia è sempre molto più problematico da gestire perché, non di certo per incapacità dei medici, per alcuni giorni non ha ricevuto cure adeguate.
Non si comprende la logica del via vai di ambulanze che portano pazienti a Foggia per poi smistarli presso altre strutture sanitarie. Nel caso di specie, se non ci fosse stata la mediazione di persone informate sui fatti, la paziente cerignolana sarebbe stata trasportata a Foggia, da una autoambulanza proveniente da Ascoli, per poi essere smistata, dopo qualche giorno, in altra struttura sanitaria.
Il Pronto Soccorso di Cerignola è dotato di isolamento Covid, il reparto di Cardiologia, momentaneamente sospeso, è interamente dedicato a pazienti Covid, il reparto di Medicina idem. Abbiamo una struttura adeguata, posti liberi, medici capaci, perché non gestire in modo ottimale le risorse? Come mai la rete di emergenza non funziona in modo adeguato? Come mai, oltre a Cerignola, anche l'Ospedale di San Severo viene utilizzato poco nonostante abbia isolamento Covid e reparti dedicati? Perché accentrare tutto a Foggia per poi smistare pazienti quando, purtroppo, alcune volte è troppo tardi?
Sono le domande che si pongono i cerignolani, le famiglie di coloro che vivono questo calvario, i medici e i sanitari del "G. Tatarella" di Cerignola. Si spera in risposte adeguate e, soprattutto, in una organizzazione più efficiente ed efficace.