Vita di città
Pane e Libertà, la fiction su Di Vittorio: il ricordo di due comparse di Cerignola
Trasmessa in tv per la prima volta nel 2009, la miniserie è stata girata in alcune zone della Puglia
Cerignola - giovedì 3 novembre 2022
15.32
Del politico, sindacalista e padre costituente cerignolano Giuseppe Di Vittorio sono stati scritti libri, realizzati documentari e raccolte varie di discorsi e testimonianze. Tra tutto ciò che lo riguarda, sicuramente la fiction televisiva "Pane e libertà" rappresenta uno dei più lavori più apprezzati perché è riuscita a rappresentare Giuseppe Di Vittorio come politico e come uomo, con la sua forza e le sue fragilità.
Girata in Puglia, soprattutto nella zona di Gravina e di Cerignola, la fiction ha visto la partecipazione di alcune comparse, tra cui due cerignolani: Massimo Traversi ed Emanuele Università. Le riprese sono avvenute circa un anno prima, nell'ottobre del 2008, nei luoghi più rappresentativi della città (come il Piano delle Fosse) e nell'agro cerignolano.
Massimo Traversi è un infermiere con la passione per il cabaret e il teatro. Infatti ha partecipato ad alcune commedie teatrali locali ed anche ad alcuni programmi televisivi. Ecco cosa ci ha raccontato di quei momenti trascorsi sul set di "Pane e Libertà".
"Sono orgoglioso, come tanti altri miei concittadini, di aver preso parte alle riprese di una fiction di successo, che a distanza di anni è sempre attuale, come lo è la figura del protagonista, Giuseppe Di Vittorio. Di quei giorni trascorsi sul set resta un ricordo indelebile nella mia mente", dichiara Massimo, che da sempre la passione della recitazione.
Cosa ricordi in particolare dell'esperienza come comparsa nel film interamente dedicato alla vita di Giuseppe Di Vittorio?
Ricordo, nello specifico, un Pierfrancesco Favino agli inizi della sua carriera, serio, professionale, talentuoso. Durante la scena di un comizio che Di Vittorio teneva nelle campagne cerignolane (scena particolarmente toccante per l'intensità del testo), Favino fermò improvvisamente le riprese, infervorandosi giustamente contro due comparse che scherzavano tra loro creando scompiglio. Favino sottolineò con una frase intensa e lapidaria l'essenza di quel momento che non poteva essere rovinata.
Ricordi qualche episodio in particolare di quel periodo trascorso sul set di "Pane e Libertà"?
Sì, me ne ricordo uno piuttosto divertente. La parola "scacciacorvi" veniva pronunciata dall'attore che interpretava il "caporale" di Giuseppe Di Vittorio ragazzino. L'attore, che non era pugliese e quindi aveva un'inflessione forzata, la pronunciava in un modo buffo, che faceva ridere tutti. Io poi lo imitavo e tutti si divertivano ad ascoltarmi.
C'è anche un episodio poco piacevole, che ricordo tutt'ora. L'amministrazione comunale dell'epoca aveva deciso di trasmettere in anteprima la fiction presso il Teatro Mercadante, invitando però solo "i soliti amici", l'elite di sempre, lasciando fuori il popolo di Cerignola, gli anziani che avevano avuto l'onore di conoscere di persona Di Vittorio, e soprattutto noi comparse (quasi tutti giovani).
Tale ingiustizia mi diede il coraggio di intervenire durante la conferenza stampa tenutasi in aula consiliare alla presenza, tra gli altri, di Baldina Di Vittorio e Pierfrancesco Favino. Con veemenza sottolineai che lasciare fuori i cerignolani dall'anteprima era stata un'ingiustizia, e il mio intervento fu seguito da un grosso applauso finale. Mi sono sentito, nel mio piccolo, un po' il Giuseppe Di Vittorio della situazione.
C'era aria diversa a Cerignola nei giorni delle riprese? Come ha reagito la città alla novità di un set cinematografico allestito in pieno centro storico?
Ricordo che in quel periodo capitava di incontrare per strada qualcuno con un taglio di capelli stile '900, perché ad alcuni di noi tagliarono in fretta e furia i capelli. In quei giorni ho percepito una Cerignola diversa, piena di speranza, e soprattutto fiera di mostrare il meglio di sé e di aver dato i natali ad un uomo che, partendo dalla terra, ha realmente cambiato la storia della nostra nazione.
Emanuele Università, altro cerignolano che ha partecipato come comparsa alla fiction, aggiunge: "E' stata un'esperienza ricca e positiva anche per me. Mi è piaciuto osservare da vicino l'allestimento di un set cinematografico, e poi non scorderò mai Pierfrancesco Favino, il suo carisma e la professionalità. Insomma, uno di quegli attori con la "A" maiuscola".
Girata in Puglia, soprattutto nella zona di Gravina e di Cerignola, la fiction ha visto la partecipazione di alcune comparse, tra cui due cerignolani: Massimo Traversi ed Emanuele Università. Le riprese sono avvenute circa un anno prima, nell'ottobre del 2008, nei luoghi più rappresentativi della città (come il Piano delle Fosse) e nell'agro cerignolano.
Massimo Traversi è un infermiere con la passione per il cabaret e il teatro. Infatti ha partecipato ad alcune commedie teatrali locali ed anche ad alcuni programmi televisivi. Ecco cosa ci ha raccontato di quei momenti trascorsi sul set di "Pane e Libertà".
"Sono orgoglioso, come tanti altri miei concittadini, di aver preso parte alle riprese di una fiction di successo, che a distanza di anni è sempre attuale, come lo è la figura del protagonista, Giuseppe Di Vittorio. Di quei giorni trascorsi sul set resta un ricordo indelebile nella mia mente", dichiara Massimo, che da sempre la passione della recitazione.
Cosa ricordi in particolare dell'esperienza come comparsa nel film interamente dedicato alla vita di Giuseppe Di Vittorio?
Ricordo, nello specifico, un Pierfrancesco Favino agli inizi della sua carriera, serio, professionale, talentuoso. Durante la scena di un comizio che Di Vittorio teneva nelle campagne cerignolane (scena particolarmente toccante per l'intensità del testo), Favino fermò improvvisamente le riprese, infervorandosi giustamente contro due comparse che scherzavano tra loro creando scompiglio. Favino sottolineò con una frase intensa e lapidaria l'essenza di quel momento che non poteva essere rovinata.
Ricordi qualche episodio in particolare di quel periodo trascorso sul set di "Pane e Libertà"?
Sì, me ne ricordo uno piuttosto divertente. La parola "scacciacorvi" veniva pronunciata dall'attore che interpretava il "caporale" di Giuseppe Di Vittorio ragazzino. L'attore, che non era pugliese e quindi aveva un'inflessione forzata, la pronunciava in un modo buffo, che faceva ridere tutti. Io poi lo imitavo e tutti si divertivano ad ascoltarmi.
C'è anche un episodio poco piacevole, che ricordo tutt'ora. L'amministrazione comunale dell'epoca aveva deciso di trasmettere in anteprima la fiction presso il Teatro Mercadante, invitando però solo "i soliti amici", l'elite di sempre, lasciando fuori il popolo di Cerignola, gli anziani che avevano avuto l'onore di conoscere di persona Di Vittorio, e soprattutto noi comparse (quasi tutti giovani).
Tale ingiustizia mi diede il coraggio di intervenire durante la conferenza stampa tenutasi in aula consiliare alla presenza, tra gli altri, di Baldina Di Vittorio e Pierfrancesco Favino. Con veemenza sottolineai che lasciare fuori i cerignolani dall'anteprima era stata un'ingiustizia, e il mio intervento fu seguito da un grosso applauso finale. Mi sono sentito, nel mio piccolo, un po' il Giuseppe Di Vittorio della situazione.
C'era aria diversa a Cerignola nei giorni delle riprese? Come ha reagito la città alla novità di un set cinematografico allestito in pieno centro storico?
Ricordo che in quel periodo capitava di incontrare per strada qualcuno con un taglio di capelli stile '900, perché ad alcuni di noi tagliarono in fretta e furia i capelli. In quei giorni ho percepito una Cerignola diversa, piena di speranza, e soprattutto fiera di mostrare il meglio di sé e di aver dato i natali ad un uomo che, partendo dalla terra, ha realmente cambiato la storia della nostra nazione.
Emanuele Università, altro cerignolano che ha partecipato come comparsa alla fiction, aggiunge: "E' stata un'esperienza ricca e positiva anche per me. Mi è piaciuto osservare da vicino l'allestimento di un set cinematografico, e poi non scorderò mai Pierfrancesco Favino, il suo carisma e la professionalità. Insomma, uno di quegli attori con la "A" maiuscola".