Territorio
Ospedale “Tatarella”, la “Fase 2” non è mai partita
Tampone ai dipendenti sanitari in servizio non effettuati, si ricoverano presso i reparti di Cardiologia e Medicina i sospetti COVID, bloccati i ricoveri ordinari, chiusi gli ambulatori e sospesi i servizi
Cerignola - mercoledì 6 maggio 2020
11.35
Nella giornata di ieri, martedì 5 maggio, nell'articolo "Terzo caso di contagio all'Ospedale "Tatarella" di Cerignola" abbiamo informato della positività al COVID-19 di un medico dell'Ospedale "G. Tatarella" di Cerignola, in servizio nel reparto di Nefrologia e Dialisi.
Il terzo caso di contagio nel nosocomio cerignolano che, al momento, risulta ancora non operativo in ottemperanza alle disposizioni delle dirigenza della ASL Foggia.
Stando a quanto trapela da fonti interne all'ospedale al momento non è stato effettuato alcun tampone ai dipendenti sanitari in servizio, a coloro che sono più esposti al contagio con l'aggravante che, ormai da tempo, per circa 24/48 ore, e fino all'esito del tampone, si ricoverano presso i reparti di Cardiologia e Medicina i sospetti COVID i cui positivi, successivamente, vengono trasferiti presso altra struttura.
Intanto, nonostante la "fase 2", al momento risultano completamente bloccati i ricoveri ordinari, chiusi gli ambulatori e sospesi i servizi.
Nella giornata di domenica 3 maggio, nell'articolo "Coronavirus, da lunedì ripresa graduale delle prestazioni sanitarie in Puglia" riportante alcune dichiarazioni del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, si evidenziava che:
"Ricoveri, visite ambulatoriali, esami diagnostici, esami di laboratorio, day service, e tutte le prestazioni sanitarie non urgenti, ripartiranno secondo un cronoprogramma a step che terrà conto dell'andamento della epidemia. I cittadini che hanno prestazioni in sospeso saranno via via contattati dalle strutture della ASL di appartenenza in base a lista di attesa, tipo di patologia e condizione clinica".
La graduale ripresa che sarebbe dovuta partire da lunedì 4 maggio, ad oggi, non ha ancora avuto inizio. Non si pretende che, nel giro di poche ore, l'ospedale riprenda la sua completa operatività ma, al tempo stesso, non si vede neanche un seppur debole segnale di ripartenza che, inevitabilmente, dovrebbe essere scandito con i tamponi al personale sanitario che a breve dovrà avere contatti molto più frequenti e intensi con gli assistiti. Accogliere pazienti sospetti COVID, trattenerli per 24/48 ore in reparti importanti come Cardiologia e Medicina di certo non segna la strada per il ritorno ad una normalità tanto attesa dalla comunità cittadina e, soprattutto, da tutti coloro che, per via delle svariate patologie, da circa 2 mesi attendono di essere visitati. Non si muore di solo COVID, fuori dall'ospedale migliaia di cittadini stanno male e vivono quotidianamente preoccupazioni inimmaginabili.
Il terzo caso di contagio nel nosocomio cerignolano che, al momento, risulta ancora non operativo in ottemperanza alle disposizioni delle dirigenza della ASL Foggia.
Stando a quanto trapela da fonti interne all'ospedale al momento non è stato effettuato alcun tampone ai dipendenti sanitari in servizio, a coloro che sono più esposti al contagio con l'aggravante che, ormai da tempo, per circa 24/48 ore, e fino all'esito del tampone, si ricoverano presso i reparti di Cardiologia e Medicina i sospetti COVID i cui positivi, successivamente, vengono trasferiti presso altra struttura.
Intanto, nonostante la "fase 2", al momento risultano completamente bloccati i ricoveri ordinari, chiusi gli ambulatori e sospesi i servizi.
Nella giornata di domenica 3 maggio, nell'articolo "Coronavirus, da lunedì ripresa graduale delle prestazioni sanitarie in Puglia" riportante alcune dichiarazioni del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, si evidenziava che:
"Ricoveri, visite ambulatoriali, esami diagnostici, esami di laboratorio, day service, e tutte le prestazioni sanitarie non urgenti, ripartiranno secondo un cronoprogramma a step che terrà conto dell'andamento della epidemia. I cittadini che hanno prestazioni in sospeso saranno via via contattati dalle strutture della ASL di appartenenza in base a lista di attesa, tipo di patologia e condizione clinica".
La graduale ripresa che sarebbe dovuta partire da lunedì 4 maggio, ad oggi, non ha ancora avuto inizio. Non si pretende che, nel giro di poche ore, l'ospedale riprenda la sua completa operatività ma, al tempo stesso, non si vede neanche un seppur debole segnale di ripartenza che, inevitabilmente, dovrebbe essere scandito con i tamponi al personale sanitario che a breve dovrà avere contatti molto più frequenti e intensi con gli assistiti. Accogliere pazienti sospetti COVID, trattenerli per 24/48 ore in reparti importanti come Cardiologia e Medicina di certo non segna la strada per il ritorno ad una normalità tanto attesa dalla comunità cittadina e, soprattutto, da tutti coloro che, per via delle svariate patologie, da circa 2 mesi attendono di essere visitati. Non si muore di solo COVID, fuori dall'ospedale migliaia di cittadini stanno male e vivono quotidianamente preoccupazioni inimmaginabili.