Orta Nova, tre cippi per ricordare Di Vittorio
La cerimonia ieri in Masseria Cirillo organizzata dalla Cgil
5 Reali Siti - mercoledì 4 novembre 2015
10.14
Alla cerimonia di ieri fra i campi di Masseria Cirillo c'erano i vertici nazionali e provinciali della Camera del lavoro e della Cgil per rendere omaggio a uno dei più importanti sindacalisti italiani nel luogo del suo primo lavoro, a soli 9 anni, in occasione dell'anniversario della sua scomparsa.
Assieme a loro alcuni membri di Casa Di Vittorio, c'erano gruppi di alunni dell'istituto di istruzione secondaria Olivetti di Orta Nova, ben formati dagli insegnanti sulla biografia del cerignolano morto nel 1957, e semplici curiosi.
I tre ceppi inaugurati sotto un enorme albero sono il simbolo di non voler dimenticare, anzi di ricordare quotidianamente l'impresa di Giuseppe Di Vittorio, che combatté i poteri forti per difendere i diritti dei lavoratori e che orgogliosamente rende lustro a un territorio viceversa vessato da ingiustizie e forme di caporalato nei campi.
"Non posso non avere bei ricordi di Peppino", racconta Giuseppe Valentino, segretario di Casa Di Vittorio "perché ci incontravamo in una casa di Viale Roosevelt (definita scherzosamente Il Cremlino) per ascoltare i braccianti agricoli e aiutarli sotto ogni aspetto". A lui fa eco la segretaria generale Cgil Foggia Filomena Trizio: "Siamo qui per valorizzare questo territorio per trasmettere un messaggio fondamentale: si può creare lavoro partendo dalle risorse di questo territorio, un elemento troppo spesso trascurato dalle istituzioni. Di Vittorio col suo sacrificio sia da monito per promuovere azioni a difesa del lavoro".
Ettore Roncone, rappresentante nazionale Flai, ha evidenziato la necessità del sindacato di "far avvicinare i giovani affinché ognuno si responsabilizzi e si senta protagonista di quanto accade attorno a noi".
La Masseria, 600 ettari divisi tra numerose famiglie per lo più originarie del leccese, è oggi un importante polo agricolo e l'intento sarebbe quello di renderlo un avamposto del sindacato per organizzare eventi e dibattiti, a partire dalle celebrazioni del primo maggio.
Assieme a loro alcuni membri di Casa Di Vittorio, c'erano gruppi di alunni dell'istituto di istruzione secondaria Olivetti di Orta Nova, ben formati dagli insegnanti sulla biografia del cerignolano morto nel 1957, e semplici curiosi.
I tre ceppi inaugurati sotto un enorme albero sono il simbolo di non voler dimenticare, anzi di ricordare quotidianamente l'impresa di Giuseppe Di Vittorio, che combatté i poteri forti per difendere i diritti dei lavoratori e che orgogliosamente rende lustro a un territorio viceversa vessato da ingiustizie e forme di caporalato nei campi.
"Non posso non avere bei ricordi di Peppino", racconta Giuseppe Valentino, segretario di Casa Di Vittorio "perché ci incontravamo in una casa di Viale Roosevelt (definita scherzosamente Il Cremlino) per ascoltare i braccianti agricoli e aiutarli sotto ogni aspetto". A lui fa eco la segretaria generale Cgil Foggia Filomena Trizio: "Siamo qui per valorizzare questo territorio per trasmettere un messaggio fondamentale: si può creare lavoro partendo dalle risorse di questo territorio, un elemento troppo spesso trascurato dalle istituzioni. Di Vittorio col suo sacrificio sia da monito per promuovere azioni a difesa del lavoro".
Ettore Roncone, rappresentante nazionale Flai, ha evidenziato la necessità del sindacato di "far avvicinare i giovani affinché ognuno si responsabilizzi e si senta protagonista di quanto accade attorno a noi".
La Masseria, 600 ettari divisi tra numerose famiglie per lo più originarie del leccese, è oggi un importante polo agricolo e l'intento sarebbe quello di renderlo un avamposto del sindacato per organizzare eventi e dibattiti, a partire dalle celebrazioni del primo maggio.