Nunzio Galantino. <span>Foto Saverio Gaeta</span>
Nunzio Galantino. Foto Saverio Gaeta
Vita di città

Orta Nova, la lezione di Mons. Galantino: "La Chiesa sia capace di osare senza guardare indietro"

Il segretario della CEI ha anticipato i temi del Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze

E' stata una domenica speciale per la comunità cristiana di Orta Nova. Infatti a celebrare la Santa Messa dedicata al Corpus Domini è stato nella Chiesa B.V.M. Addolorata S. E. Mons. don Nunzio Galantino, da poco più di un anno nominato da Papa Francesco segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Al termine della liturgia eucaristica in cui ha scherzosamente sottolineato come il suo primo pensiero al mattino "non è cosa raccontare ai giornali ma sforzarmi di essere testimone di Cristo", è stato invitato da don Giacomo Cirulli (suo concittadino e collega parroco a Cerignola) a tenere un incontro intitolato "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo", in occasione degli eventi religiosi per la Festa Patronale di Sant'Antonio.
Affabile, disponibile e dal linguaggio semplice, don Nunzio ha anticipato i temi che saranno trattati durante il Quinto Convegno Ecclesiale Nazionale a Firenze dal 9 al 13 novembre, raccontando la Chiesa che ci chiede il Sommo Pontefice, "vicina alla gente, capace di osare e mettersi in gioco".
Davanti a un numeroso pubblico di fedeli, giunti anche da paesi limitrofi, il segretario della CEI ha spiegato che ciascuno di noi "deve sporcarsi le mani, anticipare i tempi e sentirsi responsabile: la cosa più triste è aver reso la Chiesa irrilevante, solo un complemento d'arredo. Invece bisogna chiamare le cose per nome, non restare impassibili di fronte a barbarie e ingiustizie e cercare una nuova umanità".
Quale è quindi il significato della Convegno di Firenze? Galantino lo esprime chiaramente: "Vuole presentare il fascino e la bellezza del nuovo umanesimo in Cristo. I luoghi e le esperienze di incontro a Firenze devono rappresentare dei pellegrinaggi, in cui ciascuno di noi ha occhi, cuori e mani rivolti all'evangelizzazione". E in tal senso è significativa la tappa di Papa Francesco a Prato, "un paese in cui convivono 127 comunità da tutto il mondo e dove la multiculturalità consente di guardare dal basso verso l'alto, cioè concretizzarsi sul concreto".
Non sono poi mancati riferimenti a Evangelii Gaudium, l'enciclica del Vescovo di Roma che esorta il popolo cristiano a portare il messaggio di Gesù in ogni parte del mondo.
"La sua proposta è di passare da una pastorale di conservazione a una pastorale missionaria, intesa come passione per Gesù ma anche passione per il suo popolo; va bandita la psicologia della tomba che trasforma i cristiani in mummie da museo e logora la fede".
Questo concetto di annullare il grigio pragmatismo e la nostalgia del tempo che fu è stato espresso meglio con una divertente metafora: "Quando ero ragazzino si usavano i pantaloncini corti e tutti mi dicevano come sei carino e bello, poi è arrivata la moda dei pantaloni alla zuava e mi ripetevano gli stessi complimenti; oggi invece se mi vestissi così cadrei nel ridicolo. Bene, alcune persone cristiane la pensano in questa maniera, sbagliando: siccome alcune cose funzionavano prima, perchè non potrebbero funzionare ora?".
Infine, su domanda di don Giacomo, Galantino ha indicato la via da seguire per mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù: "Bisogna avere modelli di vita positivi e far in modo che la Chiesa si confronti sul Vangelo: è fondamentale parlare di più di Gesù e della nostra esperienza di fede perché siamo innamorati delle cose di Gesù ma spesso non lo siamo di lui".
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