Cronaca
Omicidio Stefano Tango: la confessione di Leonardo Dimmito al quale non vengono concessi i domiciliari. Continuano le indagini.
La richiesta degli arresti domiciliari avanzata dalla difesa non è stata accolta dal GIP Zeno in quanto, essendo ancora in una fase di pura conoscenza dei fatti è assolutamente necessario impedire che vi siano rapporti tra Dimmito e gli altri soggetti dell'indagine
Cerignola - mercoledì 30 agosto 2017
15.25
Stando alle immagini catturate da sistemi di videosorveglianza e alle ricostruzioni effettuate da Carabinieri e Polizia, Leonardo Dimmito entrò nel Bar il 24 Agosto 2017 consumando un caffè per poi accomodarsi fuori ed attendere l'arrivo di Stefano Tango. Dai sistemi di videosorveglianza appare chiara la scena in cui il Dimmito, alla vista di Tango, si è aramto per poi far fuoco. Questi elementi hanno spinto immediatamente gli inquirenti a ricercare Leonardo Dimmito già dopo le prime ore del delitto, ricerca termina il 25 Agosto alle ore 13:00 con la costituzione e la confessione del Dimmito accompagnato dal legale dott. Antonello De Cosmo.
Dalle deposizioni dell'indagato si apprende che da qualche tempo Stefano Tango gestiva un magazzino di frutta e verdura di una azienda barese per la quale Leonardo Dimmito aveva prestato la sua attività lavorativa per un periodo di circa quattro anni. Il Dimmito più volte aveva chiesto di essere reintrodotto nel magazzino incontrando, però, il diniego di Tango che, in più occasioni, aveva minacciato di morte il Dimmito qualora avesse contattato i proprietari del magazzino per la reintroduzione. Dimmito dichiara che due giorni prima dell'omicidio il Tango lo aveva pestato e minacciato di morte. Le continue angherie, i continui atti di prepotenza e violenza del Tango hanno portato Dimmito all'esasperazione e disperazione sfociata poi nell'omicidio.
Queste le deposizioni di Dimmito al GIP Domenico Zeno che, però, informa che occorrerà prima accertare alcune verità che non ancora convincono come ad esempio la richiesta di interrompere le riprese delle telecamere avanzata da Dimmito al gestore di una pubblico esercizio e nel contempo occorrerà procedere con l'interrogatorio alla azienda barese titolare del deposito di frutta e verdura per accertare la conoscenza del Dimmito, del Tango e l'eventuale conoscenza dei fatti raccontati dal Dimmito.
La richiesta degli arresti domiciliari avanzata dalla difesa non è stata accolta dal GIP Zeno in quanto, essendo ancora in una fase di pura conoscenza dei fatti è assolutamente necessario impedire che vi siano rapporti tra Dimmito e gli altri soggetti dell'indagine. Secondo i PM Alessandra Fini e Francesco Diliso l'omicidio in oggetto è aggravato dalla premeditazione, dal porto, dalla detenzione illegale e ricettazione dell'arma del delitto. Leonardo Dimmito resta in carcere.